Andrea Sega racconta la sua Werking cycles: “Dall’architettura alle biciclette, con passione ed entusiasmo”

Quella di Andrea Sega è stata una scelta radicale, che gli ha cambiato la vita, consentendogli di aprire Werking cycles, la sua personale attività rivolta al mondo delle biciclette.

Un’azienda che oggi ha sede in Vallarsa, a metà tra la città di Rovereto ed il confine con la regione del Veneto, nata nel 2015 sull’onda dell’entusiasmo e di una passione, quella per il ciclismo, che ha portato Andrea ad abbandonare il mondo dell’architettura, studiato per qualche anno all’università, per seguire invece una strada meno battuta, potenzialmente ricca di insidie ma anche di gioie e soddisfazioni. Ciò che insomma, per usare una metafora, ci si aspetterebbe da una tappa del Giro d’Italia.

 

Werking, il risultato di innovazione e abilità

Andrea, come detto, ha iniziato studiando architettura ma ben presto si è reso conto che la sua strada era un’altra. Dopo 10 anni da agonista in sella alla propria bicicletta, l’idea di provare a sperimentare qualcosa di nuovo non è sembrata più così impossibile.

Ecco dunque che, con un primo lavoro, Andrea dà vita al proprio telaio, sviluppato in carbonio: un progetto nato dopo qualche corso frequentato durante il periodo universitario ma, soprattutto, diversi tentativi ed esperimenti. E prova dopo prova, il destino ha riservato alla Weking cycles una strada dapprima in salita ma ora, con l’attività ben avviata, Andrea sembra pronto alla volata decisiva.

Una parte del processo di laminazione

Un altro momento di lavoro

 

Andrea, la tua è una storia particolare, ma partiamo dal principio: come si passa dall’architettura al ciclismo?

Beh, è semplice: mi sono reso conto che quel mondo si concentrava troppo sulla burocrazia, sull’edilizia, sulle carte e sui documenti. Ho sempre avuto la passione per il design ed anche da ragazzo, quando avevo 22 anni, ho vinto un concorso in cui bisognava realizzare un progetto per delle motociclette. Diciamo che il mondo delle due ruote lo sentivo dentro, ho sempre sognato di poter fare qualcosa in cui unire la parte di pensiero e ideazione a quella del trasformare le idee in qualcosa di concreto. Così mi sono “sporcato le mani” durante il periodo dell’università e mi sono lanciato in un’avventura in pieno “stile kamikaze“, come mi piace definirlo.

 

Nasce così Werking cycles: come sta andando oggi la tua attività?

All’inizio non è stato semplice ovviamente, ma devo dire che le difficoltà maggiori le sto riscontrando ora. Certo, in questo caso si sente il peso della pandemia, che purtroppo grava su tutte le aziende. Comunque, sono partito da zero senza contatti di vendita, senza un mio personale mercato, cercando di competere con chi in questo campo ci lavora da una vita. Mi sono fatto conoscere attraverso i social, ho imparato come gestire nel modo giusto i contenuti ed ora, con il tempo, dopo aver registrato un due brevetti ho 30 rivenditori in giro per il mondo e 12 distributori.

 

La tua quindi è diventata un’azienda internazionale?

Diciamo che il 90% delle mie produzioni interessa il  mercato estero, in particolare quello asiatico: Indonesia, Giappone, Sud Corea, Thailandia e Malesia; ma abbiamo anche contatti in Australia, Stati Uniti, Colombia, Messico, molti in Canada e poi anche in vari Paesi d’Europa. Per quanto riguarda il mercato locale, abbiamo realizzato qualche prototipo per Matteo Trentin, collaborando anche con atleti del triathlon.

 

Su che tipo di prodotti ti sei specializzato nel tempo?

Ho iniziato con i telai, cercando diverse soluzioni artigianali, poi ho cominciato a lavorare sulla componentistica. Ho realizzato la prima staffa in carbonio nel 2016, poi ho cercato di svilupparla al meglio e, in seguito, mi sono concentrato anche sulla borraccia e su un design minimale, ma efficace e diverso dal solito. Prima della pandemia inoltre abbiamo lanciato una nuova sella che è andata molto bene: abbiamo ordini per tutto il 2022 e addirittura anche per il 2023. 

 

La sella realizzata da Andrea, tra le ultime novità

Insomma, una piccola attività che però sta facendo le cose in grande: se dovessi dare un consiglio ai giovani, cosa diresti loro?

Partiamo purtroppo da un presupposto: in Italia realizzare i propri progetti è un po’ più complesso rispetto ad altri Stati, anche per il “semplice” fatto della burocrazia. Tuttavia, le soddisfazioni che è poi possibile prendersi sono tantissime. Questo mondo è bellissimo, ma non è per tutti: c’è chi pensa di aprire un’azienda e fare subito i soldi, ma è possibile guadagnare solo se si ha voglia di lavorare, di innovarsi e di mettersi in gioco

DATA DI PUBBLICAZIONE

11.02.2022

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