Artigiani in calo da dieci anni, Segatta: “Inversione di tendenza post-Covid”

Il presidente dell’Associazione Artigiani Trentino, Marco Segatta, intervistato dal quotidiano locale Il T ha sottolineato un dato importante: sono 2.324 gli imprenditori artigiani (soci e collaboratori di attività piccole e spesso individuali) che hanno chiuso i battenti in tempi recenti, un calo costante negli ultimi dieci anni.

A diminuire sono soprattutto alcune professioni: falegnami, calzolai, corniciai, orologiai, sarti, vetrai e tappezzieri su tutti.
Mentre, ad esempio, aumentano gli occupati nei settori dell’informatica, dell’edilizia e del benessere.

Attualmente, in Trentino sono operativi circa 16.400 artigiani, calati però in modo netto rispetto ai 18.750 di dieci anni fa.
Il numero è più basso in Alto Adige (15.630 nel 2021), dove tuttavia il dato è rimasto sostanzialmente stabile nel tempo: tra titolari, soci e collaboratori, nel territorio bolzanino, si contavano infatti 15.900 addetti nel 2012.

Solo 270, in provincia di Bolzano, hanno chiuso la propria attività nell’ultima decade (1,7%), mentre in Trentino il calo della manodopera artigiana ha raggiunto il 12%.

Queste le parole del presidente Segatta rispetto alla situazione dell’artigianato locale:

Il calo dell’ultimo decennio è noto. Dopo la pandemia, però, c’è stata un’inversione positiva sia delle imprese iscritte che degli addetti artigiani, aumentati nell’ultimo anno del 3%, anche sulla scia delle imprese edili. Questo ci permette di guardare con maggiore fiducia al futuro. Esiste, storicamente, una maggior valorizzazione del mondo dell’arte manuale in provincia di Bolzano: quello che si potrebbe fare da noi, per mantenere alcuni mestieri oggi meno popolari, è valorizzare il saper fare tra i ragazzi, a partire dai banchi di scuola, dove vanno valorizzati i talenti. Esistono poi professionalità che, pur non sparendo del tutto, diventeranno meno comuni.

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

27.03.2023

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