Diventare Maestro Artigiano Pittore: intervista a Luigi Fondriest e Nicola Magelli

Tutto pronto per l’inizio, il prossimo 22 aprile, del nuovo percorso per diventare Maestro Artigiano Pittore.

Gli iscritti in tutto sono 15, che andranno ad aggiungersi ai 14 Maestri Artigiani già presenti nella categoria, formati nel 2015. Si tratterà di un’edizione che il Direttivo ha voluto con forza, allo scopo di aggiungere qualità e competenza al settore: ecco perchè ai nuovi iscritti vanno i complimenti proprio del Direttivo stesso, unitamente all’augurio di potersi evolvere professionalmente, conoscendo nuove tecniche e modalità dell’essere artigiano.

Il corso, come da programma, sarà strutturato in 400 ore complessivamente ed in tre grandi aree:

  • quella inerente la gestione aziendale;
  • una relativa agli aspetti tecnici e professionali;
  • l’ultima invece riguarderà l’insegnamento del mestiere.

 

Attraverso questa modalità, un Artigiano dimostra la capacità di distinguersi, di rapportarsi verso altri Artigiani del settore non come concorrente ma come collega, stimolato da un costante scambio di idee, informazioni e professionalità.
Elementi che andranno ad impattare positivamente anche sulle future generazioni.

 

Luigi Fondriest e Nicola Magelli: i futuri Maestri Artigiani

Abbiamo deciso di dedicare questo spazio a chi vivrà in prima persona il corso di Maestro Artigiano Pittore.

Luigi Fondriest (a sinistra) ha 53 anni e lavora in val di Non, precisamente a Sanzeno. Ha una lunga storia da pittore ed imbianchino alle spalle, dato che per 16 anni ha lavorato come dipendente e poi, da ormai 21 anni, si è messo in proprio. Ora si è iscritto al prossimo corso per diventare Maestro Artigiano Pittore, un’opportunità di crescita professionale che spera possa ancora insegnarli molto.

Nicola Magelli (a destra) invece ha 33 anni ed è pittore edile dal 2004. Una passione che lo ha accompagnato per tutta la vita, fin da quando il padre gli ha insegnato i primi segreti del mestiere. Oggi, Nicola lavora nell’azienda di famiglia gestita proprio dal papà, ma con l’obiettivo di portarla avanti continuando a lavorare in tutta la zona di Trento.

 

Abbiamo realizzato loro una breve intervista, per capire cosa significa per loro cominciare questo percorso, quali risultati sperano di ottenere e, soprattutto, cosa significa essere artigiani oggi in questo settore così importante.

 

Partiamo da una domanda forse banale, ma molto importante: cosa significa per te poter diventare Maestro Artigiano Pittore?

 

LUIGI  Si tratta di un percorso nel quale capirò le novità del mio lavoro e scoprirò se c’è qualcosa di nuovo che ancora non conoscevo. In generale, si tratta di un riconoscimento che porta molti vantaggi, soprattutto dal punto di vista dell’impegno e della passione verso la propria professione. Mi permetterà di alzare il livello della mia figura professionale e credo sarà molto utile anche per confrontarsi con altri artigiani del settore.

NICOLA  Diventare Maestro Artigiano è un titolo che, a livello personale, conta molto: significa credere nel proprio lavoro, nell’essere artigiano e nel lavorare con le proprie mani, arrangiandosi e tenendo duro. Spesso la nostra categoria è vista come quella di coloro che non hanno voglia di proseguire con gli studi, ma ci tengo ad evidenziare come non siamo secondi a nessuno: il nostro è un lavoro che richiedere un’enorme conoscenza rispetto alle tecniche e ai materiali utilizzati. Questo corso sarà occasione per conoscere altri artigiani, confrontarsi e scambiare idee, per tramandarle in futuro. Anche se, va detto, tanti professionisti del nostro settore stanno andando a scomparire a causa delle aziende più grosse. Il Maestro Artigiano, in questo senso, è un percorso positivo perché richiedere un grosso impegno e tanta dedizione al lavoro.

 

So che, nella vostra categoria, al momento sono già 14 i Maestri Artigiani: credi che questo stimoli competitività e collaborazione tra colleghi?

 

LUIGI  Direi che il fatto di essere in tanti possa stimolare la collaborazione più che la concorrenza o la competitività. Il nostro è un mondo molto vasto, diversificato, quindi c’è sempre qualcosa da imparare dai propri colleghi. Avere tanti Maestri Artigiani può significare un maggiore confronto, anche perché ognuno di noi, con questo riconoscimento, vedrà particolarmente valorizzata la propria attività.

NICOLA  Credo che dipenda molto dalla mentalità: io personalmente cerco la collaborazione e, con il corso di Maestro Artigiano, l’idea sarà sempre questa. Passare tutte queste ore con diverse persone permette di creare legami di amicizia e simpatie che magari in futuro possono trasformarsi in aiuti reciproci, magari con il passaggio di lavori da svolgere. Come detto, il confronto tra idee differenti non può che essere utile.

 

Quindi, perchè scegliere di intraprendere questo percorso?

 

LUIGI  Come detto, io lo farò per vedere riconosciute le mie competenze e per potermi confrontare con gli altri aspiranti Maestri Artigiani. Potrò capire se quanto ho imparato fino ad ora è abbastanza, oppure se ci sono aspetti del mio lavoro che devo migliorare o innovare. Sicuramente parliamo di un percorso impegnativo, ma credo proprio che ne varrà la pena: tutti coloro che fino ad oggi hanno raggiunto quel livello si sono detti felici e soddisfatti.

NICOLA  Va precisato che il Maestro Artigiano è una cosa personale, non impatta sull’aspetto economico ma è un investimento per il proprio sapere. Io ad esempio ho degli zii che hanno attività di pittura e ristrutturazione: loro, così come ovviamente mio padre, mi hanno stimolato e trasmesso passione. Ci tengo dunque a portare avanti questa professione e difendere la categoria: l’unione fa la forza.

 

Quali competenze credi potrai apprendere o potenziare una volta diventato Maestro Artigiano?

 

LUIGI  Sicuramente il confronto con i miei dipendenti, ma credo anche quello con i clienti. Inoltre, la struttura del corso mi permetterà di concentrarmi anche su aspetti economici e pratici fino ad ora poco esplorati o utilizzati, consentendomi di approcciarmi al lavoro in modo diverso.

NICOLA  So che ci sono le tre grandi aree ed io, onestamente, sono molto interessato alla parte di gestione aziendale. Si tratta di argomenti che, come artigiano, pur amando il lavoro manuale e sul campo siamo costretti a conoscere e sapere applicare, dalla stesura di un preventivo corretto a tutti gli aspetti burocratici e fiscali. Questo credo sia il senso di essere artigiani oggi, nel 2021. Bisogna essere bravi in tutto. Già a 12 anni andavo con mio papà a vedere in cantiere vecchie e nuove tecniche, ma questa parte economico-fiscale so che dovrò necessariamente migliorarla. Rispetto al resto, conosco molte tecniche antiche ma anche moderne quindi mi ritengo completo, tuttavia è arrivato il momento di equilibrare le mie competenze.

 

Quali consigli daresti a chi sta pensando o ha deciso di seguire questa strada?

 

LUIGI  Quello del pittore è un lavoro impegnativo, ma anche vario e diversificato. C’è sempre qualcosa da imparare, ogni giorno abbiamo a che fare con interventi diversi, cappotti, cartongessi e via dicendo. Questo mestiere però porta anche tanta soddisfazione: alla fatica corrisponde un lavoro che non è mai lo stesso per due giorni di fila e che trasmette gioia quando fatto bene, con cura e attenzione ai particolari. Rispetto al corso di Maestro Artigiano Pittore invece, deve essere una scelta personale orientata al proprio miglioramento professionale: anche in questo caso, le soddisfazioni possono essere tante.

NICOLA  Sul corso di Maestro Artigiano Pittore, dovendolo ancora fare, aspetterò di finirlo per dare un giudizio. Sulla professione in generale invece, dico che ora come ora non è semplicissimo trovare una vera ditta artigiana: il vero artigiano è chi esce da generazioni di pittori, ma pensare oggi all’utilizzo di vecchie tecniche rischia di essere un settore di nicchia. Inoltre, credo sia una cosa che bisogna avere nel sangue: bisogna essere portati per fare gli artigiani e avere l’amore verso questo tipo di mestiere. È un lavoro duro, spesso si torna a casa con il male alla schiena, ma si ha quel qualcosa dentro che ti fa svegliare la mattina con la voglia di fare, di metterti in gioco in un mestiere sempre diverso e dinamico.

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

23.03.2010

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REFERENTE

Marzia Albasini
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