Fotografi e Videoperatori: la storia di Fabio Galas

Dallo sviluppo delle foto allo sviluppo delle idee

Pazienza, dedizione, inventiva. Parole chiave nella vita di un artigiano. La pazienza di saper conservare le proprie idee, per poterle attuare nel momento giusto. La dedizione alla professione, fondamentale per lavorare con quella passione che deve contraddistinguere, colpire e rimanere impressa. Infine, l’inventiva, per trovare sempre qualcosa di nuovo in cui cimentarsi.
Ma anche, e soprattutto, per uscire dalle situazioni più complesse.

La storia di Fabio Galas è quella di un imprenditore che, mettendosi in gioco, è riuscito ad aprirsi numerose porte nel corso della propria carriera lavorativa. Dal 1984, anno in cui ha avviato la propria attività, non ha mai accantonato l’idea di potersi un giorno concentrare sul giornalismo, sui reportage, sulla fotografia di più ampio respiro. Ma anche sull’editoria, settore che attualmente gli ha riservato qualche importante soddisfazione.
Tanti piccoli sogni, divenuti realtà in un tempo brevissimo: dal 1985 al 2020 infatti, Fabio ha collaborato prima con il giornale Adige di Trento (fino al 2010) e poi con il Trentino (recentemente chiuso).

In paritcolare però, nel 2010 ha dato vita alla Busa, il suo personale mensile nell’Alto Garda: una rivista di fotografia e giornalismo, fatta soprattutto di (grandi) immagini. Così, in un’epoca come quella moderna caratterizzata purtroppo dall’emergenza sanitaria ancora in corso, quello di Fabio è il racconto di chi, nonostante tutto, è riuscito a resistere con determinazione, spirito di sacrificio e capacità di adattamento.
Insomma, le peculiarità fondamentali della categoria artigiana.

 

L'intervista

Ma come può un artigiano re-inventarsi ogni giorno, rispondendo alle sfide del proprio tempo? E soprattutto, come far fronte alle difficoltà attuali, prima su tutte la pandemia?

A rispondere è proprio Fabio, che ci racconta la sua storia.

 

Fabio, partiamo dalla tua attività, direi variegata e… multidisciplinare. Cosa ti ha spinto in questa direzione?

Inizialmente, negli anni ’80, ho aperto il consueto negozio di fotografia. Tuttavia, sono sempre stato affascinato dalle immagini in grado di raccontare eventi e storie particolari. Così è cominciata la mia collaborazione con i quotidiani locali, anche se con la chiusura del giornale Trentino, con il quale appunto lavoravo in questo ultimo periodo, ha segnato la fine dell’esperienza.
Tuttavia, ho sempre esplorato altre soluzioni, come i servizi ai matrimoni oppure altri progetti fotografici che permettessero alla mia creatività di espandersi. Credo sia stato questo il motivo di un’attività multidisciplinare, diciamo così. Quando nel 2010 ho fondato La Busa, ad oggi il mensile più letto dell’Alto Garda, ho voluto dare spazio ad approfondimenti fotografici perchè nessun altro lo aveva mai fatto. Perciò ho trovato sponsor e pubblicità, fino ad arrivare all’edizione numero 100, quella del febbraio 2020.

 

Rispetto al tuo settore “originale”, quello della fotografia, credi che al momento stia risentendo di una forte crisi?

Diciamo che nel mondo della fotografia ci sono state due crisi importanti negli ultimi anni. La prima riguarda il passaggio da analogico a digitale: io stesso, nei primi anni 2000, ho dovuto ridimensionare la mia attività e le risorse nel mio negozio perchè il lavoro è cambiato completamente. La seconda, ovviamente, è molto più recente: mi riferisco alla pandemia di Covid, che ha influenzato molto anche il settore dell’editoria. Trovare sponsor, di questi tempi, è molto più complesso rispetto a condizioni di mercato normali, dato che tante aziende sono attualmente in difficoltà. Ho comunque continuato a stampare la mia rivista, andando in perdita in alcuni momenti, ma ritenevo giusto che uno strumento di questo tipo proseguisse nel proprio percorso, ed inoltre mantengo attivo un servizio di news giornalistiche online quotidiane, per dare informazioni costanti ai lettori.

 

Come ti stai trovando dunque a ricoprire tutti questi ruoli? Fotografo, giornalista, editore…

La fotografia, a differenza di altri mestieri, ha spazi molto più ampi di creatività. Ad esempio, ci si può specializzare nel matrimonio, nel reportage, oppure in altri campi anche molto diversi tra loro. Da vent’anni a questa parte, inevitabilmente, ci siamo dovuti adattare ad ogni comparto della fotografia stessa, ad ognuno dei numerosi settori che la compongono. Personalmente, mi sono sempre districato tra nuove soluzioni ed idee, alcune hanno avuto successo e altre no, ma in questo momento storico bisogna essere multitasking e attivi in ogni campo possibile. Recentemente, ad esempio, ho fatto da editore ad un libro a fumetti su Chico Forti: si è trattato della mia prima esperienza in questo senso, ma sto spedendo libri in tutta Italia e, dal punto di vista professionale, è una soddisfazione enorme.

 

Immagino però che tu ti sia dovuto adattare a tante novità, soprattutto dal punto di vista tecnologico

Come detto, un esempio è quello del passaggio da analogico a digitale, che ha letteralmente rivoluzionato il mondo della fotografia. Per questo l’aggiornamento e lo studio continui sono fondamentali, pur con le dovute difficoltà come nel caso di nuovi macchinari o di tecnologie che permettono l’elaborazione di immagini al computer. Abbiamo però tante opportunità, come gli incontri tra professionisti ed i corsi messi a disposizione da Associazione Artigiani del Trentino: questi strumenti ci permettono di restare al passo con i tempi, di adattarci ai cambiamenti.

 

Cosa ha significato, per te, questo ampliamento della tua professionalità?

Il fatto di affrontare sempre nuove sfide mi ha aiutato a mantenermi giovane dentro. Non mi sono mai fossilizzato su una sola tematica ma ho corso dei rischi, ho intrapreso nuove esperienze, ho seguito percorsi diversi. Una volta si sviluppavano le foto, ora invece si sviluppano le idee!

 

In conclusione, guardando al futuro, quali consigli daresti ai tuoi colleghi?

Come accennato in precedenza, dobbiamo essere multitasking. Ognuno di noi dovrà continuare a perseguire i propri obiettivi, lavorando al massimo delle capacità. Soprattutto, rivolgendomi ai giovani, voglio dire loro di restare sempre con la mente aperta a qualsiasi opportunità, anche perché non si sa mai come può muoversi il mercato.
Un ultimo consiglio, direi molto importante, riguarda il confronto: da sempre sono membro del Direttivo di categoria, un’esperienza che mi ha permesso di parlare con tantissimi colleghi, di apprendere da loro cose nuove, metodologie di lavoro e strategie. Non si tratta di copiare, ma di prendere spunto. Invito chi non lo avesse ancora fatto ad aderire all’Associazione Artigiani trentina, perchè conoscere i professionisti del proprio territorio è fondamentale per lavorare al meglio.

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

27.01.2021

CONDIVIDI LA NOTIZIA