Patto su produttività e salari, De Zordo: “I contributi non diventino complicazioni”
I costi per l’adeguamento all’inflazione non possono ricadere completamente sulle aziende, così come non è possibile far gravare su di esse (e sugli imprenditori) le responsabilità per la lotta contro il calo del potere d’acquisto.
Questa la posizione espressa dal presidente dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino, Andrea De Zordo, in merito al patto su produttività e salari, che dovrebbe concretizzarsi entro l’autunno. L’obiettivo, ha spiegato l’assessore provinciale Achille Spinelli, è di incrementare la competitività del territorio.
La proposta dell’assessore Spinelli: cosa prevede il patto con le imprese
Spinelli, durante la discussione sull’assestamento di bilancio provinciale, ha proposto di collegare i contributi per le imprese all’aumento degli stipendi o al miglioramento del benessere e del welfare dei lavoratori. Questa idea però si applicherebbe solo a settori specifici, come il turismo e la manifattura avanzata.
“Un vincolo sarà applicato solo su determinati contributi e su determinati settori come la manifattura avanzata, l’industria farmaceutica, quella biotecnologica e il turismo – ha spiegato recentemente l’assessore al quotidiano locale Il T (articolo del 24 luglio a firma di Tommaso Di Giannantonio) . – Esistono categorie che realizzano margini e possono permettersi di rispettare il vincolo salariale, altre invece non possono permetterselo. Su alcune categorie non possiamo pretendere interventi sulle retribuzioni, penso in modo particolare al piccolo commercio. Non si tratterà di un sostegno diretto per aumentare le paghe, ma l’obiettivo è quello di creare un percorso virtuoso di sostegni ad alcuni progetti e iniziative di sviluppo che prevedano l’impegno a un maggiore riconoscimento salariale o di welfare aziendale. La selettività è connessa all’innovatività. Non vogliamo imporre l’irrealizzabile, però vogliamo stimolare le categorie su questi temi. Una cosa è certa: non ci sarà un salario minimo“.
Clicca qui per scaricare l’articolo del quotidiano Il T sul tema del patto su produttività e salari
De Zordo replica: “Il contributo non diventi una complicazione“
Sul tema, come accennato, è intervenuto il portavoce degli artigiani trentini De Zordo, che ha sottolineato:
Noi siamo contrari ai contributi a pioggia che non hanno nulla di equo, bisogna tuttavia rendersi conto che se l’idea di legare i contributi agli stipendi, nel concreto, si complica molto. Il problema principale è la carenza di manodopera: molte aziende vorrebbero assumere, ma non trovano personale. Una di queste mi ha raccontato di aver chiesto un contributo, non ha trovato le persone richieste ma si è impegnata, pur in un periodo difficile, a mantenere tutta la forza lavoro alle sue dipendenze. Nonostante ciò, è stato chiesto di restituire l’importo del contributo. Il primo passo quindi è alleggerire i costi degli stipendi. Non è il datore di lavoro che deve caricarsi dell’inflazione. La politica locale, inoltre, deve adoperarsi per ridurre il cuneo fiscale. Bisogna quindi cambiare approccio: immaginerei un piano di welfare che sfrutti al massimo gli strumenti di aiuto ai dipendenti nei momenti di difficoltà.
Il contributo non deve diventare una complicazione.