Restauratori: fa discutere l’ipotesi dell’Albo
Rammarico e stupore. Con queste parole Roberto Borgogno, presidente di Confartigianato Restauro, ha descritto la proposta di legge avanzata dall’onorevole Germano Racchella (Lega) volta a promuovere l’istituzione di un Albo dei Restauratori di Beni Culturali.
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“Per quanto condivisibile l’intenzione di dare il giusto peso alla nostra categoria professionale – ha spiegato lo stesso Borgogno, – ci discostiamo in maniera assoluta dalle procedure e differenziazioni che adduce per l’accesso al suddetto albo: accesso diretto per restauratori ex art. 29 del Codice dei Beni Culturali e accesso previo superamento di un esame per i restauratori ex art. 182 del Codice. Il rammarico nasce dal fatto che tale proposta non sia la sintesi delle proposte fatte in questi anni alla politica dalle Associazioni di categoria ma, probabilmente, la forzatura di una minoranza dei professionisti inseriti negli elenchi ministeriali, a scapito di una maggioranza silente ed operosa altresì abilitata ma diffusa capillarmente sul territorio nazionale.”
Borgogno inoltre prosegue: “A contribuire a questa confusione che genera di nuovo figli e figliastri è anche la mancata pubblicazione dell’elenco unico da parte del nostro Ministero ed il pieno ed immediato riconoscimento di una formazione continua per tutti coloro che sono stati abilitati. Il bando del Ministero che si è concluso nel 2018 legittima e abilita all’esercizio della professione tutti coloro che hanno acquisito la qualifica in conformità a quanto previsto nell’art. 29 del Codice dei beni Culturali e così come previsto nel profilo di competenza del Restauratore BBCC del DM 86/09, ben 12 anni fa. Tutto ciò contrasta la proposta di una differenziazione giuridica con chi ha conseguito l’abilitazione in seno ad un percorso accademico o universitario.”
Insomma, pur non essendo ancora stata posta in discussione, la proposta di legge preoccupa molto la categoria; proprio per questo verrà tenuta sotto stretto monitoraggio.
