Spartak Malaj: intervista al vicepresidente dei Pittori edili

Ecco Spartak Malaj, vicepresidente del Direttivo Pittori Edili, con tanta voglia di fare ed un’azienda a grande trazione famigliare.

Di origini albanesi ma ormai trentino di adozione, Spartak lavora nella propria impresa con i suoi tre fratelli: dal 2007 in coppia con il primo di loro, dopodiché dal 2009 ecco che i quattro hanno cominciato a collaborare tutti insieme, con Spartak che ora svolge il ruolo di supervisore.

In tutti questi anni sono cresciuto davvero tantissimo, anche grazie al rapporto con i nostri associati e con tutti gli artigiani, soprattutto i Maestri – ha spiegato lo stesso Spartak, non nascondendo la voglia, un giorno, di cimentarsi anche lui nel percorso da Maestro Artigiano. – La passione che ognuno di loro mette nel proprio lavoro è incredibile e riescono a trasmetterla a tutti noi. Inoltre, tutto ciò che stiamo riuscendo a fare con il Direttivo mi rende molto felice, è un impegno lodevole. Non mi sento ancora pronto per diventare un Maestro, ma con il tempo, con calma e con umiltà sono sicuro che riuscirò a raggiungere anche questo obiettivo“.

L’intervista a Spartak Malaj

Superbonus, aumento del lavoro, difficoltà nel reperire manodopera qualificata e prospettive per il prossimo futuro.

Il vicepresidente del Direttivo Pittori Edili ha parlato di tutto, raccontando lo stato dell’arte del settore a trecentosessanta gradi.

 

Spartak, parliamo dell’aumento del lavoro nel comparto edile: qual è la situazione in Trentino?

Premetto che, così come in tutta Italia, anche nel nostro territorio le costruzioni e l’edilizia rappresentano elementi di fondamentale importanza per l’economia. In questo momento gli incentivi stanno giocando un ruolo determinante, ma dobbiamo chiederci che cosa succederà nel momento in cui cesseranno di esserci. In questo momento, ad esempio, riuscire a seguire al cento per cento tutti i lavori che ci vengono richiesti è davvero difficile, se non impossibile.  Rispetto agli interventi, solo una minima parte oggi riguardano le nuove costruzioni dato che, come evidenziato in precedenza, sono i bonus a trainare i lavori.

 

Quindi, in sintesi, c’è davvero tanto da fare?

Certamente, anche se ho qualche perplessità. Mi spiego: abbiamo 4,4 miliardi di pareti verticali che devono essere sistemate nel nostro Paese, con circa 30 milioni di unità abitative in tutto, ovvero una ogni due persone. La stragrande maggioranza di questi edifici sono stati costruiti prima del 1990, ed il 70% di essi non è attualmente a norma per quanto riguarda l’impiantistica e la parte di consumi energetici.
Con questo quadro, è chiaro come gli incentivi pensati in questo momento possano sembrare la giusta soluzione. Tuttavia, c’è il rischio concreto che si sovraccarichi la domanda, rispetto alla reale capacità da parte delle aziende di seguire i lavori. Per questo sarebbe necessario che questi incentivi venissero prorogati anche di 5 o 10 anni: le crisi possono generarsi anche dall’eccesso di domanda che, conseguentemente, comporta altre situazioni, come l’aumento dei costi delle materie prime. 

 

Perciò tempistiche e costi delle materie prime potrebbero essere le due criticità principali?

Rispetto ai tempi, prorogare il Superbonus credo sia una necessità: nei primi 6 mesi, di fatto, non si è lavorato a causa dell’eccesso di burocrazia, mentre da quest’anno ci siamo mossi di più ed abbiamo veramente tanti cantieri avviati. Basti pensare che prima dell’approvazione del Superbonus il tasso di intervento globale era dell0 0,4%mentre ora siamo attorno all’1%. Potremmo cercare di incrementare ulteriormente di un altro 0,5%, per rimanere costanti nel tempo, generando altri 5 miliardi di investimenti da aggiungere ai 10 miliardi attuali. Nel 2019, ad esempio, complessivamente erano 3,4 i miliardi di euro relativi ad investimenti sulle riqualificazioni energetiche.
Le criticità di questo sistema sono però legate ai costi delle materie prime: al momento è difficile trovare i ponteggi, mentre i cantieri in generale durano più a lungo proprio perché le materie prime tardano ad arrivare

 

E c’è un altro fattore che rischia di influire sul vostro lavoro: la carenza di manodopera qualificata

La crisi del 2008 ha estromesso dal settore edile 600 mila operai, più di ogni altro comparto nel nostro Paese. Da quel momento poi sono cambiate tante cose, soprattutto ci sono state molte persone che sono andate in pensione. Al momento avremmo bisogno di tanta manodopera qualificata perché la domanda è davvero eccessiva, quindi introducendo personale nuovo si assorbirebbe questa incredibile richiesta. 

 

Il Pittore edile è comunque una professione interessante e varia: cosa diresti ai giovani che vogliono entrare in questo settore?

Personalmente, sono laureato in economia e ho fatto i percorsi serali per terminare prima le scuole superiori, ma non ho mai pensato di cambiare lavoro. Il fatto di avere una propria impresa, di crescere professionalmente e di acquisire competenze sempre nuove è qualcosa di stimolante che si rinnova ogni giorno. Si tratta di costruirsi il futuro con le proprie mani, e credo che questo dovrebbe essere un punto di arrivo per i nostri giovani. Trovo Pittori edili con un bagaglio culturale altissimo ed il rapporto con le persone, che dopo anni ancora ci ringraziano per aver svolto certi lavori, è veramente splendido.

 

 

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DATA DI PUBBLICAZIONE

27.09.2010

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