Svolta culturale a sostegno dell’imprenditoria femminile: il sì di Parlamento e Governo

Alla Convention 2023 di Donne Impresa Confartigianato dal titolo “Femminile, impresa di valore” e svoltasi il 1° febbraio a Roma, le imprenditrici hanno lanciato un messaggio chiaro: serve una svolta culturale per sostenere il lavoro e l’imprenditoria femminile.

Un appello che le rappresentanti del Governo e del Parlamento hanno raccolto con l’impegno comune a creare le condizioni per esaltare il talento delle donne e favorirne la partecipazione al mercato del lavoro.

La Convention di Donne Impresa, i cui lavori sono stati moderati da Luigi Galluzzo, giornalista di Mediaset e conduttore di TgCom24, ha messo a confronto le esponenti di tutti i gruppi politici in Parlamento sulle proposte che la Presidente Daniela Biolatto ha illustrato in apertura dei lavori, dopo i saluti del Presidente di Confartigianato Marco Granelli e di Rosa Gentile, Delegata al Capitale Umano e Cultura d’Impresa di Confartigianato.

Le imprenditrici e in generale le donne italiane – ha sottolineato la Presidente di Donne Impresa Confartigianato Daniela Biolatto – devono fare i conti con la carenza di politiche a favore dell’occupazione femminile e con un welfare che non aiuta a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Serve una svolta nelle politiche per il lavoro femminile. Basta con gli interventi-spot: il futuro del nostro Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili, per favorire la piena e duratura partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Anche grazie alle risorse del PNRR abbiamo l’occasione imperdibile di creare le condizioni per valorizzare finalmente il talento delle donne e la loro capacità di contribuire alla crescita economica e sociale”.

In Italia siamo all’ultimo posto nell’Ue per il tasso di occupazione, pari al 58,1%, delle donne tra 25 e 49 anni in coppia con figli a carico. In questi anni di crisi, tra il 2019 e il 2022, il lavoro indipendente femminile è diminuito del 5,8%.

A seguito della pandemia la componente femminile dell’economia ha subito una flessione del 3,6% del valore aggiunto, superiore al -2% della media, con cali più marcati per i settori della ristorazione (-28,7%), della moda (-19,9%), dei servizi alla persona (-16,3%). La crisi energetica ha colpito in particolare le 29.066 imprese guidate da donne nei settori energivori (alimentare, carta, chimica, gomma e plastica, metalli, tessile e vetro, ceramica, cemento). E ora gli aumenti dei tassi di interesse decisi dalle autorità monetarie potrebbero pesare, su base annua, con 270 milioni di maggiore costo del credito per le 111mila piccole imprenditrici che hanno chiesto prestiti alle banche.

 

Puoi approfondire la notizia, con tutti gli interventi delle autorità, sul sito di Confartigianato

DATA DI PUBBLICAZIONE

02.02.2023

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