Al via il tavolo provinciale per i salari, Segatta: “La politica aiuti le imprese”

Nella mattinata dello scorso lunedì 22 gennaio si è tenuto, presso il palazzo della Provincia Autonoma di Trento, il primo incontro del tavolo di lavoro convocato dall’amministrazione provinciale per discutere del delicato tema dei salari.

Al confronto, presieduto dal presidente provinciale Maurizio Fugatti e dall’assessore allo sviluppo economico, lavoro, università e ricerca Achille Spinelli, ha presenziato anche il presidente dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino, Marco Segatta.

C’è la volontà di aprire un confronto partendo dai dati più recenti, per capire quali sono le sensibilità all’interno del sistema trentino – ha spiegato il presidente Fugatti. – Quello che proponiamo è l’inizio di un percorso che dovrà avere dei tempi definiti per vedere se i dati di cui siamo in possesso sono da voi ritenuti reali o migliorabili. Non sono solo dati settoriali ma intersettoriali, ed è emerso come all’interno dei vari comparti ci siano infatti situazioni diverse. Il nostro obiettivo è quello di fare il punto insieme per capire come siamo messi e parallelamente verificare come la Provincia potrà intervenire. Non dobbiamo dimenticare che la Provincia ha le proprie responsabilità, a partire dal contratto del pubblico impiego.”

 

Salari, Segatta al tavolo: “La politica aiuti le imprese, prima il taglio del cuneo fiscale

Questo il pensiero di Marco Segatta, portavoce degli artigiani trentini:

Si è trattato di un incontro molto importante, perché ha visto coinvolti tutti gli attori per l’analisi di una problematica molto complessa. Il tema delle retribuzioni in Trentino non va visto come fine a se stesso ma richiama altre problematiche, sulle quali occorre confrontarsi in maniera seria e condivisa: il mercato del lavoro, la competitività dei territori, il costo del lavoro, il costo della vita, il welfare, e così via. Come Associazione abbiamo sottolineato la nostra disponibilità al confronto, facendo presente che nel settore dell’artigianato, da tempo, esistono i contratti di secondo livello che rendono le retribuzioni in linea con quelle di altre regioni più grandi del Trentino.
È noto che, per gli imprenditori artigiani ed i collaboratori, che lavorano fianco a fianco dei titolari e dei soci, sono parte fondamentale e vitale di ogni azienda e quindi la grande maggioranza delle imprese investe sul personale. Non possiamo però negare il problema dell’alto costo del lavoro in Italia e la politica, anche quella trentina, deve valutare questo aspetto cercando, possibilmente, di aiutare le imprese, a cominciare da una netta riduzione del cuneo fiscale per garantire ai lavoratori un recupero del potere d’acquisto dei salari.

Occupazione, salari e attivazione al lavoro: in Trentino i dati sono positivi

Come riportato dall’ufficio stampa della Provincia Autonoma di Trento – durante l’incontro la parola è passata in particolare alla dirigente del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro Laura Pedron – i dati principali emersi al tavolo per i salari raccontano di un mercato del lavoro positivo in Trentino.

In termini di attivazione al lavoro si è raggiunto il 74%, superando il 66% dell’Italia. Il tasso di occupazione del territorio è in crescita rispetto ai Paesi più evoluti e industrializzati d’Europa e si attesta al 71,8%, mentre il tasso di disoccupazione è basso, solo il 2,9%, in contrasto con il 7,3% a livello nazionale.

Attualmente, circa 7.400 persone sono alla ricerca di lavoro in Trentino, e la situazione si trova ai livelli minimi. Tuttavia, è stato sottolineato l’importante tasso di inattività, coinvolgente oltre 88 mila persone, di cui in parte studenti e individui che non cercano occupazione. Complessivamente, sono state registrate molte stabilizzazioni e una diminuzione dei licenziamenti.

Nel discutere degli stipendi, è stata effettuata un’analisi comparata tra le retribuzioni nel Nord Est, Italia e Lombardia, evidenziando che il Trentino è abbastanza allineato ad altri territori per quanto riguarda operai e apprendisti. Tuttavia, è emerso un divario significativo per impiegati e dirigenti, con particolare rilevanza rispetto all’ Alto Adige e in generale rispetto al Nord-Est.

Riguardo al gender gap, si è notato che gli stipendi maschili sono più elevati, ma è stato sottolineato l’effetto del part-time femminile, che costituisce il 36%, in confronto al 33% del Nord Est e al 31% in Italia. Quando si esamina la dimensione delle imprese, si è rilevato un aumento delle retribuzioni medie al crescere delle stesse.

DATA DI PUBBLICAZIONE

24.01.2024

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