L'esploratrice curiosa

Giada Mancabelli | Giaco Studio

Viaggiare. E poi scoprire che ciò che vuoi, lo hai a casa.

La storia di Giada è quella di una donna che trova soluzioni e sa come raggiungere i propri obiettivi. Quella di una ragazza capace di volare, ma con i piedi ben piantati a terra. La sua vita parla di sogni, ma anche di radici; di lavoro, ma anche di famiglia; di semplicità e di grandi aspirazioni.

La sua carriera da dipendente inizia a Milano, continua a Chicago e termina in Trentino. Dalla Busa, la sua vita riprende slancio e Giada trova la sua dimensione, come imprenditrice e come mamma. Ci racconta la sua storia accoccolata sulla poltrona del suo studio, ricavato nella stube di casa.

Un luogo intimo, dove convivono le necessità di una mamma lavoratrice, con le passioni e le esigenze di una famiglia che, con ponderazione e intuito, ha trovato il proprio equilibrio, nonostante le inevitabili difficoltà che ha dovuto affrontare.

Ogni nuovo lavoro è un viaggio

Alla scoperta di mondi sconosciuti

Fisico slanciato, due grandi occhi luminosi e un fiume di parole, che scorrono morbide come la sua elegante R moscia. Giada Mancabelli è una giovane imprenditrice, titolare di Giaco Studio, azienda che si occupa della realizzazione di siti web e servizi di marketing digitale. L’ha fondata  nel 2018 e, con orgoglio, ammette che l’apertura della partita Iva è stata la soluzione a molti problemi e l’ancora di salvezza per l’intera famiglia quando l’attività di suo marito, proprio a causa delle restrizioni, aveva subito una pesante battuta d’arresto.

D: Giada, hai avviato la tua attività in un periodo non facilissimo….

R. Se devo dirla tutta, durante il Covid il mio lavoro è stata una manna per l’intera famiglia: mio marito ha un ristorante che non poteva certo viaggiare a pieno regime in quei mesi, mentre io ho lavorato senza problemi. In più già da un po’ meditavamo di trovare una soluzione per riuscire ad incastrare i tempi di tutti. Avevamo un bambino di 1 anno e mezzo e facevamo davvero fatica a “fare famiglia”: non è facile trovare la quadra fra gli orari di un ristoratore, quelli di un bimbo piccolo e quelli di un lavoro da dipendente… direi che l’apertura della Partita Iva è stata una soluzione da molti punti di vista.

 

D: Da dove viene la decisione di lavorare nel settore del web?

R: E’ stato il risultato di un percorso. In realtà io arrivo dal mondo della comunicazione: ho una laurea in comunicazione interculturale, ho vissuto a Milano e poi a Chicago. Terminati gli studi, ho lavorato per un po’ nell’Ufficio Stampa di un’azienda di moda. Poi avendo appreso il cinese, ho anche provato ad attivare un progetto di scambio con la Cina attraverso la Camera di Commercio, ma non si è concretizzato perché non c’erano ancora gli accordi bilaterali: oggi ci sarebbero, forse ero un po’ troppo avanti per allora…. Una volta rientrata in Italia, ho lavorato a Trento come account e poi per un’azienda di Information Technology come responsabile marketing e comunicazione: è lì che ho scoperto il mondo dei codici. In più, mio marito è un informatico prestato alla ristorazione: le pagine web dei ristoranti di famiglia le ha sempre realizzate in autonomia e spesso gli arrivavano richieste di siti da parte di amici. Ho fatto uno più uno ed ho concluso che non avrei faticato molto a trovare dei possibili clienti.

D: Facciamo un passo indietro. Ci hai raccontato che hai vissuto molto fuori dal Trentino. Come mai hai poi deciso di tornare “a casa”? 

R: Sono rientrata da Chicago quando l’Italia era in recessione. Sono stata per un po’ a Berlino, mentre mio marito valutava di raggiungermi, solo che non era un buon momento per vendere la sua attività. Allora sono rientrata io, ho trovato lavoro, poi sono arrivati i bambini ed è venuto da sé rimanere qui.

D: Oggi quindi sei imprenditrice e mamma a tempo pieno. Difficile? 

R:  Quando con mio marito abbiamo scelto di allargare la famiglia, io ho deciso che me ne sarei occupata in prima persona: non mi piace l’idea di avere dei figli e farli crescere dagli altri. Lavorare da autonoma mi permette di dedicare ai bimbi il tempo necessario. Oggi di bambini ne ho due: da un lato, ovviamente, devo fare i conti con i loro orari; dall’altra, però, sono libera come non mai: posso adattarmi alle loro necessità e lavorare anche da una spiaggia, se mi va.  Tuttavia, essere mamma e imprenditrice è difficile anche perché la società non è che ti metta proprio nelle condizioni migliori… Soprattutto se hai solo un solo figlio, è un disastro: non hai nessuna agevolazione o facilitazione. Già con il secondo cambia tutto: è più facile accedere ai nidi, le tariffe sono più umane…

D: Spiegaci un po’ meglio

R: Negli asili nidi, a meno che non abbiano un reddito bassissimo, due genitori entrambi lavoratori non hanno nessuna priorità se hanno solo un figlio. Una mamma disoccupata può comunque essere più avanti di te in graduatoria, anche se non ha e non sta cercando un lavoro. Ed è assurdo! Se non hai nonni o parenti che ti tengono il bambino, come fai a lavorare? Non c’è da stupirsi che molte donne abbandonino il lavoro dopo la prima gravidanza! Io per questa cosa, proprio tramite il Movimento Donne Impresa dell’Associazione Artigiane, mi sono battuta: ho scritto una lettera che è stata consegnata al Ministro per le pari Opportunità per sensibilizzare sul tema.

D: Una triste realtà, anche perché davanti alla scelta, realizzazione professionale o famiglia, sono quasi sempre le donne quelle che abbandonano il posto di lavoro. A questo proposito, il tuo è un lavoro molto tecnico. Ti sei mai sentita sottovalutata in quanto donna?

R: In generale, non direi. A parte un singolo episodio in cui un cliente si è interfacciato con me in modo molto arrogante, in tutti gli altri casi sono sempre stata ampiamente rispettata. Ti dirò di più: credo che nel mio lavoro essere donna sia un valore aggiunto. I siti web realizzati da una donna li riconosci, hanno una marcia in più e un tocco unico, dato forse da una maggiore attenzione per il dettaglio. E’ un complimento che ricevo spesso anche dai clienti, che si stupiscono del risultato finale.

D: Se dovessi fare un bilancio di questi tuoi primi anni da imprenditrice, cosa diresti?

R: Sono soddisfatta, perché sono libera di essere e di esprimermi al meglio. Mi diverto e, rispetto alla vita in azienda, come imprenditrice mi sento molto più stimolata. Perché rivesto tanti ruoli: sono consulente, designer, tecnica, amministrativa, promoter e molto altro. Quando l’azienda sei tu, non puoi trascurare nessun aspetto e devi intendertene un po’ di tutto: oltre a quello che è il tuo lavoro in senso stretto, devi mettere il naso negli aspetti fiscali, gestionali, commerciali, della sicurezza, ecc. E a me questa varietà piace terribilmente. Amo scoprire nuovi mondi e anche ogni volta che realizzo un nuovo sito, devo conoscere l’ambito in cui vado ad operare, approfondirlo. Per una curiosa come me, è un po’ come affrontare un nuovo viaggio.

E allora buon viaggio, cara Giada! 

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