Giorgia Veglio alle WorldSkills di Bolzano: “Un po’ d’ansia, ma che bella esperienza!”

Dal 28 al 30 settembre scorsi si sono svolte a Bolzano le WorldSkills Italy, competizione durante la quale giovani artigiane e artigiani sono chiamati a mostrare le loro abilità nelle rispettive categorie: per il Trentino, e in rappresentanza anche della nostra Associazione, ha partecipato la giovane Giorgia Veglio, fabbra di professione e con una grande passione per il proprio lavoro, che attualmente svolge nella Veglio Luigi Costruzioni Meccaniche a Mattarello.

In questa 13esima edizione sono stati 140 i candidati in gara all’interno di 25 diverse professioni, tra cui l’edilizia, l’installazione e la tecnologia del legno, l’artigianato e i servizi, l’industria e l’informatica, la sanità e i servizi sociali e l’ospitalità.

 

Chi è Giorgia Veglio, la fabbra che lavora nell’azienda di famiglia

Ventitré anni, da sempre appassionata di metalli e del lavoro del padre, Giorgia Veglio non ha mai avuto dubbi sul proprio percorso di vita. “Fin da bambina, quando mi chiedevano cosa volevo fare da grande, ho sempre risposto di voler fare i cancelli come il mio papà” ha spiegato con entusiasmo.

Insomma, l’orgoglio di papà Luigi e mamma Rossella (nella foto a destra) con i quali oggi condivide l’officina da ormai tre anni. E non è semplice, per sua stessa ammissione, lavorare in famiglia: per quanto infatti Giorgia ritenga il lavoro bellissimo, con una mezza risata ha voluto ricordare come essere la figlia del capo richieda attenzione costante flessibilità oraria.

Papà pretende alta qualità ed è giusto – ha aggiunto la ragazza. – La mia è stata una scelta ragionata e oggi so di aver fatto bene. Serve pazienza, ma i risultati sono straordinari“.

Per Giorgia, l’opportunità di partecipare alle WorldSkills Italy è stata un’occasione da cogliere al volo, e così ha fatto. Si è messa in gioco attraverso la propria passione, misurandosi con altri ragazzi – lei infatti era l’unica donna – e riuscendo ad ottenere risultati molto soddisfacenti. Anche se, ha aggiunto, c’è ancora qualche pregiudizio nei confronti delle ragazze che lavorano in officina. “Viene etichettato come un lavoro da uomo e qualcuno, incontrandomi, è rimasto sorpreso” ha concluso.

La nostra intervista a Giorgia

Dopo la partecipazione alle WorldSkills Italy di Bolzano, Giorgia Veglio è tornata in officina. Ma lo ha fatto dopo aver vissuto un’esperienza importante, formativa e soprattutto di crescita personale, che le ha permesso di confrontarsi con altri giovani del territorio (locale e nazionale) e di imparare metodi e tecniche nuove.

 

Giorgia, partiamo proprio dalla tua partecipazione alle WorldSkills: come è andata?

Posso dire di essere soddisfatta, anche se l’agitazione era tanta. All’inizio l’ho presa un po’ come un gioco, ma quando ho capito come si sarebbe svolto l’evento ammetto di aver avuto un po’ di ansia. Inoltre, ero l’unica ragazza in gara nella mia categoria ed anche l’unica ad aver mai partecipato come fabbro. Ripeto, sono contenta dell’esperienza ma credo che avrei potuto fare meglio, anche se gli altri ragazzi sono stati veramente bravi. Ho avuto qualche difficoltà con la lingua tedesca, ma l’ho vissuta bene, mi sono divertita.

 

Cosa ti hanno fatto fare?

Il progetto prevedeva la costruzione di un barbecue, che ho poi tenuto e portato nella mia officina. Ci hanno dato un disegno complessivo da cui partire, il lavoro è stato complesso e ci ho messo un po’ per capire come approcciarmi al progetto: mi sono quindi confrontata con gli esperti del settore e i maestri artigiani che ricoprivano il ruolo di tutor e che erano lì per aiutarci e in effetti è stato molto importante.

 

Come è stato confrontarsi con gli altri partecipanti?

Sicuramente interessante, anche perchè la nostra valutazione finale teneva conto del supporto reciproco: era una gara, ma i giudici volevano che ci aiutassimo a vicenda, quindi non si è tenuto conto solo della parte tecnica. Rispetto invece agli strumenti che abbiamo utilizzato, ci sono stati forniti i banchi da lavoro, le segatrici e i trapani, mentre noi abbiamo portato il resto: io ho quasi svaligiato l’officina dei miei genitori (ride). Ecco, forse questo è stato un elemento più “complesso” soprattutto per chi lavora in una piccola attività, dove le strumentazioni non sono così numerose come nelle grandi aziende. Ma alla fine ce l’ho fatta.

 

Parliamo del tuo percorso formativo: come è nata la passione per questo lavoro?

Premetto che la vita da artigiana è molto bella, anche se non è semplicissima. Lavorare in famiglia ha risvolti positivi, ma di contro viene sempre richiesta una qualità altissima dei prodotti. Però, questo è un bene. Ho iniziato all’ITT Buonarroti di Trento, ma in terza ho utilizzato la “passerella” per spostarmi all’ENAIP di Villazzano, dato che nell’altra scuola il programma prevedeva un taglio importante delle ore in officina. Nella scuola professionale invece gli insegnamenti erano più veloci e stimolanti, quindi la scelta è stata dettata da questo. Oggi lavoro con gioia, anche se alle volte devo fare i conti con qualche situazione particolare: ci sono persone che ritengono la mia professione adatta solo agli uomini e che fanno fatica ad accettare una donna in officina. Io rispondo sempre che la cosa più importante è la qualità dei prodotti. Quindi va bene così, ho realizzato il mio sogno.

Giorgia con il presidente dell’Associazione Artigiani Segatta, il direttore Berardi e la presidente Alto Garda e Ledro Bertamini

Un altro momento delle WorldSkills Italy di Bolzano,
durante la realizzazione del progetto

DATA DI PUBBLICAZIONE

12.10.2023

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