I pianoforti Galvan: da 121 anni a Borgo e oggi in tour con i più grandi artisti mondiali

Galvan, da oltre 121 anni, è un nome sinonimo di storiaqualità unicità nel mondo dei pianoforti. Artigiani? Sì, ma di difficile collocazione. Perchè? “Beh, perchè sono pochissimi in Italia quelli che fanno il nostro lavoro, e ancora meno coloro che si sono specializzati come abbiamo fatto noi“, ha spiegato Egidio Galvan, oggi titolare dell’azienda e con lo stesso nome del proprio bisnonno, colui che nel 1901 diede vita alla grande impresa che ancora raggiunge traguardi incredibili.

Da sempre a Borgo Valsugana, quella dei Galvan è una storia unica nel suo genere. E nel grande edificio che oggi ospita decine di pianoforti, un laboratorio per le sistemazioni ed anche un museo storico, Egidio sorride riguardando le fotografie con le tantissime celebrità con cui, negli anni, ha collaborato: dai Negramaro a Lady Gaga, da Giovanni Allevi a Yann Tiersen, con il primo grande artista, Vinicio Capossela, che nel 2005 si è affidato ai servizi della ditta Galvan dopo aver acquistato da loro un pianoforte.
Senza dimenticare Roberto Prosseda, pianista classico in grado di suonare un pianoforte unico al mondo, quello che Egidio ha esposto proprio in entrata: “Questo strumento è unico nel suo genere, perchè si suona contemporaneamente con mani e piedi – ha spiegato. – Per i tour lo smontiamo e lo rimontiamo nella sede dell’evento. Si tratta di un oggetto dal grandissimo valore“.

Galvan pianoforti

Egidio Galvan con il pianoforte usato da Roberto Prosseda

Uno dei primi strumenti realizzati dal bisnonno, anch’egli Egidio

 

Il pianofortaio, artigiano di un lavoro che in Italia non esiste

Sembra incredibile, ma è proprio così: “In Italia il nostro lavoro non esiste – spiega Egidio, – perchè non viene ancora riconosciuto. Io sono un pianofortaio, di fatto un artigiano e costruttore di pianoforti, ma non abbiamo una reale collocazione. Non siamo liutai perchè c’è una scuola apposita, mentre per pianofortai in Italia non esiste“.

Nonostante diversi solleciti per vedersi riconosciuti, ad oggi i numeri sono talmente bassi – si parla di 160 accordatori di questa “non-categoria”, ma sono appena 3 o 4 quelli che costruiscono pianoforti – che per lo Stato è difficile riconoscere veramente questa mansione, ha aggiunto il titolare dell’azienda.

Egidio, dal canto suo, ha fatto una scuola di specializzazione in Germania ed ha ottenuto il titolo di costruttore, che tuttavia non viene riconosciuto in Italia. “Con le nuove tecnologie e gli accordatori elettrici, riusciamo comunque a trovare personale in questo settore anche se è ovviamente difficile – ha concluso. – Temo però che la figura dell’accordatore ad orecchio scomparirà“.

Galvan pianoforti

Il museo storico all’interno della ditta Galvan

Egidio nel proprio laboratorio, dove esegue le manutenzioni

 

L’intervista a Egidio Galvan, costruttore di pianoforti unici

Egidio Galvan ha una vita movimentata: tanti viaggi, concerti. artisti famosi con cui lavorare. Ma tutto è partito, come anticipato, all’inizio del secolo scorso, quando l’omonimo bisnonno ha fondato la ditta a Borgo Valsugana.
Poi il nonno Ettore, il papà Romano ed ora l’attuale titolare, che porta avanti l’attività con grande passione.

 

Egidio, partiamo da una considerazione: sembra proprio che la tua non sia una vita, per così dire, “da scrivania”…

Assolutamente no, viaggio moltissimo e devo dire che mi piace tanto. Ho visto tutta Italia e tutta Europa, seguendo artisti diversi e con i quali ormai ho un bellissimo rapporto. Ad esempio, con Vinicio Capossela ho lavorato due settimane sull’isola di Ischia, poi mi ha coinvolto in due anni di tour in tutto il Paese: ovviamente tornavo a casa quando potevo, soprattutto quando eravamo al nord. Per quanto sia bello, questo non è un lavoro facile, bisogna metterlo in chiaro fin da subito.

Concretamente, cosa fa un pianofortaio?

Nel nostro lavoro sistemiamo pianoforti e ne costruiamo anche qualcuno, ma soprattutto lavoriamo con coloro che ci chiedono di seguirli in tour o di affiancarli durante specifici eventi. Portiamo l’attrezzatura, montiamo il pianoforte e ovviamente lo accordiamo. Questo è sicuramente il passaggio più difficile anche perchè, per accordare ad orecchio, ci vogliono almeno sette o otto anni di pratica. E sul palco non c’è il silenzio “di casa”, ma sei circondato dai tecnici e dal personale che allestisce lo spettacolo. Si tratta di un mondo incredibile, in cui si conoscono grandi artisti ma dove bisogna entrare senza credere di sapere tutto, mettendosi anzi a disposizione e dimostrando sempre grande voglia di fare.
Ci vogliono bravura ed un pizzico di fortuna.

Tutto è iniziato 121 anni fa, con il tuo omonimo bisnonno Egidio: raccontaci la sua storia

Il bisnonno faceva il contadino, ma ogni sera dopo il lavoro nei campi si dedicava alla sua passione per la musica. Riuscì a costruire da solo un’armonica e un giorno suo fratello, per casualità, la fece vedere al titolare di una ditta di Bolzano che si occupava di questi strumenti e che volle subito incontrare Egidio. Lavorò quindi in terra bolzanina, prima di trasferirsi a Milano in un’altra grossa azienda, occupandosi di armonium e pianoforti. Quando il titolare di quella ditta decise di smettere, offrì al bisnonno l’opportunità di continuare, ma lui disse di voler tornare a Borgo. Comprò questo vecchio albergo e, dopo la prima guerra mondiale, assunse tantissimi reduci del conflitto per aiutare a riprendersi dalla crisi, 35 operai in tutto. Io invece lavoro qui dagli anni ’80, vedremo se qualcun altro prenderà il mio posto: ho un figlio che però ha altre passioni e una bambina piccola, chissà.

 

Hai lavorato con tanti artisti diversi: c’è qualcuno di loro che ti ha trasmesso qualche emozione particolare?

Direi di sì: Ezio Bosso. Lui più di tutti ha saputo emozionarmi. Era una persona fantastica, ogni volta che mi vedeva si alzava dalla sedia per salutarmi. Il suo modo di affrontare la malattia e il suo approccio alla vita sono state delle vere e proprie lezioni: ogni volta che tornavo a casa dopo averlo incontrato mi portavo via qualcosa, qualche esperienza o racconto importante.

 

E oltre ad accompagnare gli artisti, avete anche un laboratorio per le manutenzioni…

Sì, ovviamente è una parte fondamentale del nostro lavoro perchè bisogna sapere sempre cosa fare, soprattutto quando si lavora a stretto contatto con personaggi famosi che chiedono un servizio di altissima qualità. E poi c’è la parte delle produzioni proprie: abbiamo qualche pianoforte Galvan, ma pochissime cose in realtà. Negli ultimi vent’anni la sfera artistica ha prevalso su tutto. I nostro prodotti sono comunque “semplici” e moderni, come da esigenze dei clienti di tutti i giorni.

 

Infine, un ragionamento sui giovani: non hai nascosto il tuo timore per il futuro di questo lavoro, credi che qualcuno potrà sostituirti un domani?

Come detto, in famiglia al momento non ho ancora trovato chi potrà prendere il mio posto, ma vedremo nei prossimi anni se cambierà qualcosa. Rispetto invece alle nuove generazioni, ho incontrato qualche stagista ma il problema è fondamentalmente uno: per imparare questo lavoro ci vogliono tempo e passione, mentre i giovani di oggi tendono a volere tutto subito. Ad esempio, domandano spesso “Ma quanto si guadagna?“, quando in realtà un artigiano deve prima fare una gavetta di parecchi anni per arrivare a traguardi personali ed economici. Inoltre, imparare l’accordatura ad orecchio richiede anni di esperienza e allenamento.

 

Scopri di più sui pianoforti Galvan visitando il sito dell’azienda di Borgo Valsugana

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DATA DI PUBBLICAZIONE

11.01.2011

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