Ancora allarme manodopera, Granelli: “A rischio il Made in Italy”
Il tema della manodopera torna prepotentemente al centro del dibattito, soprattutto dopo l’allarme lanciato da Confartigianato negli ultimi giorni.
Il presidente di Confartigianato Imprese Nazionale, Marco Granelli, in un intervento su Il Riformista dello scorso 10 agosto ha sottolineato per prima cosa la necessità di creare lavoro di qualità, per stimolare le migliaia di persone che oggi non studiano e non hanno un’occupazione nel nostro Paese.
Il tema della manodopera, come spiegato da Granelli, può essere affrontato con misure da attuare per avvicinare i giovani al mercato del lavoro: le urgenze, secondo il presidente, riguardano anche il valore della contrattazione collettiva e la riduzione della tassazione sul lavoro per permetterei ai dipendenti di aumentare i loro guadagni.
Inoltre, Confartigianato ha approfondito altre tematiche come la riforma del fisco (approvata recentemente dal Parlamento), le opportunità e l’attuazione del PNRR e gli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.
Più che a una legge sul salario minimo bisogna dedicarsi a creare lavoro di qualità. Perchè la vera emergenza del Paese è la difficoltà delle imprese a trovare personale mentre 1,7 milioni di giovani tra 15 e 29 anni non studia, non si forma e non cerca occupazione. Di questo passo ci giochiamo il futuro del made in Italy.
Marco Granelli
Presidente Confartigianato Imprese Nazionale
Ancora allarme manodopera, Granelli: “Introvabile il 48% dei lavoratori“
Il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori: è una situazione paradossale, ha aggiunto il presidente di Confartigianato Nazionale Marco Granelli, ma assolutamente concreta.
Nell’ultimo anno la quota di lavoratori introvabili sul totale delle assunzioni previste è passata dal 40,3% di luglio 2022 al 47,9% di luglio 2023. Una crescita del 7,6% in appena dodici mesi.
E sfortunatamente è proprio la nostra regione a guidare la classifica delle realtà in cui il personale è più difficile da reperire: in Trentino Alto Adige infatti la percentuale arriva al 61,6%, seguita dalla Valle d’Aosta (57,1%), dall’Umbria (54,6%) e dal Friuli Venezia Giulia (53,3%).
Ancora, nel sud Italia si registra l’aumento maggiore nella difficoltà di reperire personale, con un +9,1%, a differenza del +6,9% del Centro, del +7,4% del Nord Ovest e del +6,5% del Nord Est.
Anche nell’aumento rispetto allo scorso anno il Trentino Alto Adige si colloca (purtroppo) nelle prime posizioni, con un +10,3%, anche se a comandare la graduatoria è l’Abruzzo, con un +11,5%.
Tra le cause di difficile reperimento di manodopera, ha sottolineato Confartigianato, per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati mentre il 10,8% ha sottolineato l’inadeguata preparazione dei candidati.
Infine, le maggiori difficoltà di reperimento si riscontrano per i tecnici specializzati nella carpenteria metallica (70,5% di personale difficile da trovare), nelle costruzioni (69,9%), nella conduzione di impianti e macchinari (56,6%).
L’allarme lanciato dal presidente Granelli è stato ripreso da numerose testate giornalistiche locali e non solo:
- ANSA: Confartigianato: ‘Sos manodopera, introvabile il 48%’;
- Rai News: Confartigianato: sos manodopera, introvabile il 48%;
- Il Sole 24 Ore: Lavoro, Confartigianato: difficoltà ad assumere, il made in Italy a rischio;
- Il Dolomiti: Allarme manodopera: non si trovano lavoratori. In Trentino Alto-Adige il peggior dato: introvabile il 61,6% delle assunzioni previste.