La scelta tedesca: il salario minimo fra tutela sociale e intervento sul mercato

La soglia retributiva oraria fissata dalla legge tedesca si applica, salvo alcune eccezioni transitorie, a tutti i lavoratori dipendenti e a tutti i settori industriali, compreso quello del trasporto stradale. La normativa include i dipendenti che operano in Germania, anche se il rapporto di lavoro non è instaurato in base alla legge tedesca e nel settore del trasporto stradale si applica alle imprese stabilite all’estero (Stati dell’Ue o Paesi terzi), quando inviano o distaccano lavoratori in Germania per eseguire trasporti internazionali di importazione/esportazione o interni al territorio tedesco (cabotaggio). Inizialmente era prevista l’applicazione anche per i trasporti in transito, ma in seguito ad un incontro tra i ministri del Lavoro tedesco e polacco è stata decisa la sospensione per i trasporti in transito. Una situazione temporanea che si applicherà fino a quando la Commissione Europea non si pronuncerà su alcune questioni giuridiche. Pertanto, il conducente di un’impresa estera ha diritto ad una retribuzione oraria non inferiore all’importo stabilito dalla legge per le prestazioni di lavoro (guida e altre attività del tempo di lavoro, ma escluse, fra l’altro, le pause) rese nel periodo in cui opera in tale Paese. Il sistema è impostato su una soglia minima retributiva, pari a 8,50 euro (ogni due anni la Commissione “ad hoc” provvederà all’aggiornamento) e su obblighi affiancati volti a consentire la verifica da parte delle autorità tedesche del rispetto delle nuove disposizioni. Qualunque intesa volta a limitare o escludere il diritto al pagamento di tale importo è nulla. Nonostante il riferimento a una tariffa minima oraria, il lavoratore non deve, per ciò solo essere pagato a ore, essendo ammessi salari mensili, settimanali e così via, a condizione che la paga media non sia inferiore a tale cifra.

DATA DI PUBBLICAZIONE

09.02.2015

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