Le scatole magiche di Giorgio Valle

Gli oggetti di antiquariato portano sempre con sé una duplice storia, la propria e quella delle persone a cui sono appartenuti. Queste storie, indissolubilmente legate tra loro, a volte sono note, altre sono celate dal tempo, ma rimangono sempre intrinseche all’oggetto che acquista un fascino tanto concreto quanto inafferrabile. Per quanto lo si osservi e analizzi una parte del suo passato rimane inaccessibile.

Ogni volta che Giorgio Valle entra nel suo laboratorio, un locale al piano terra nel centro storico di Calliano, e si mette al lavoro, il passato si congiunge al presente. Sugli scaffali, radio d’epoca di diversa provenienza e dimensione occupano tutto lo spazio disponibile. Apparecchi portati dai clienti o acquistati da collezionisti attendono in silenzio di ritornare a diffondere la magia del suono.

 

Questa è una Graetz risalente agli anni ‘57-‘59. Una radio tedesca di alta qualità – spiega Giorgio indicando un apparecchio color nocciola sul quale spicca una scala parlante giallo paglierino –. È arrivata distrutta dalla Germania. La scala parlante, ossia il vetro che riporta le diverse bande ricevibili e le diverse stazioni, indicate con numeri e nomi di città o di reti radiofoniche nazionali e internazionali, è stata rifatta da Tino Abbondanti, un artigiano di Ravenna, l’ultimo in Italia a saper svolgere questo compito. Non si riesce più a riprodurre il colore originale che era più tendente all’oro, perciò il collezionista non la vuole più. L’ho restaurata completamente, ho inserito anche il bluetooth e l’ho messa in vendita.

 

Spostandosi un po’ a sinistra si avvicina ad un’altra radio sullo stesso scaffale.

Si tratta di un modello tedesco costruito tra il ’58 e il ’59.

La accende. Dagli altoparlanti, collocati sopra le manopole, escono le note di ‘Un grande salto’ di Raf. L’effetto è straniante. Il suono è pulito, chiaro, aperto.

Non ho inserito nessun componente moderno – precisa con orgoglio – .  È totalmente originale.

A sinistra sul secondo scaffale il modello tedesco degli anni ’58-’59. Sopra al centro la radio della Germania Est.

Ciò che rende speciale il lavoro di Giorgio è il fatto che gli apparecchi vengono restaurati con pezzi originali. Dietro ogni riparazione, c’è il desiderio di preservare non solo l’oggetto, ma anche la storia e le emozioni che rappresenta.

Di solito su tre apparecchi riesco a rimetterne in funzione solo uno, perché utilizzo i pezzi degli altri due. Ci sono aziende che eliminano tutte le componenti interne e le sostituiscono con tecnologie moderne, restaurando solo la struttura esterna.  Ma non è così che si dovrebbe fare – commenta.

Poco più in alto un apparecchio color avana della Germania Est fa bella foggia di sé.

Ne ho riparati molti. Venivano costruiti con una tecnologia solida. Fatta per durare.

Una passione quella per le radio e per le componenti che si nascondono all’interno, che Giorgio sviluppa fin da bambino, quando si diverte a smontare gli apparecchi nel negozio del padre. Una rivendita di Sali e Tabacchi alla quale viene aggiunta la vendita di radio e tv.

Dopo il diploma come perito tecnico e tanti corsi di specializzazione post- diploma, Giorgio lavora come installatore di antenne per la televisione.

 

Qualche anno fa finalmente la pensione, ma non riesce a stare lontano da transistor, valvole e cavi. L’amore per l’elettronica e per le radio in particolare lo porta ad aprire il suo laboratorio.

 

Questa è un’americana, risalente al 1938 circa, importata dalla Cge (Compagnia generale di elettricità) – afferma indicando un modello a cupola – . Una delle radio più potenti dell’epoca. È totalmente originale. L’ho solo ripulita un po’. Non la faccio funzionare perché dovrei sostituire i condensatori ed è una delle poche radio che non voglio toccare. Devo ricostruire ancora le manopole che erano in legno.

 

Radio americana del 1938 circa. Uno degli apparecchi più potenti dell’epoca.

L’occhio gli cade su un apparecchio lì vicino.

 

Modello tedesco del 1951. Una delle prime radio con la modulazione di frequenza.

 

Radio prodotta in Jugoslavia nel 1960 senza la modulazione di frequenza.

 

Si tratta di un modello tedesco risalente al 1951. Una delle prime radio con la modulazione di frequenza. Ma è stata venduta in Svizzera senza le valvole e il modulo per la modulazione di frequenza, perché in Svizzera non c’era ancora l’FM. Questa invece è una radio prodotta in Jugoslavia nel 1960 ed è interessante notare che anche questo apparecchio non riporta le onde medie, perché in Jugoslavia ancora non c’erano, mentre in Germania c’erano già da almeno dieci anni e in Italia da cinque, sei.

Nel negozio c’è un certo viavai. Diversi i clienti che entrano per chiedere informazioni sugli apparecchi o per portarne qualcuno da restaurare.

Sembra una magia pensare di poterla ascoltare ancora – afferma una signora affidando a Giorgio la vecchia radio del padre nella speranza che possa rimetterla in funzione.

Giorgio è una di quelle persone convinte che ci sia sempre una soluzione e si adopera con determinazione per trovarla. Più di un cliente, dopo essersi rivolto ad altri laboratori senza successo, trova grazie a lui risposta al proprio problema.

In basso su uno scaffale un apparecchio si distingue per la sua forma che ricorda quella di un carillon. “È una Telefunken tedesca degli Anni ’30. È appartenuta all’allora sindaco di Luserna che, durante la Seconda Guerra Mondiale, vi connetteva un altoparlante per permettere a tutti gli abitanti del paese di ascoltare ‘Radio Londra’. Non ci ho ancora messo mano, ma lo farò presto”.

E così il miracolo accadrà ancora una volta. L’apparecchio tornerà a funzionare. La distanza spazio-temporale sarà annullata. Tempi e luoghi lontani si uniranno al ritmo della vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

05.02.2010

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