L’editoriale di febbraio

Il messaggio del presidente

L’anno che verrà

Da qualche giorno, è uscito il numero di febbraio del nostro magazine. Ecco il messaggio del Presidente, Marco Segatta:

Mentre finalmente si osserva la lenta fase discendente della seconda ondata dell’epidemia di Coronavirus, con il conseguente allentamento della pressione sul sistema sanitario, continua a preoccupare tutto ciò che è legato all’economia. Su questo fronte infatti, l’incertezza regna ancora sovrana: le attività di tutti i settori stentano a ripartire, viste le numerose limitazioni ancora in atto; si registra invece un eccesso di risparmio da parte sia delle famiglie che delle imprese, che si accompagna ad un andamento estremamente negativo degli investimenti.

A livello nazionale questo fa sì che oltre il 30% delle piccole imprese sia in seria sofferenza nonostante dall’inizio della pandemia siano stati emanati 8 decreti anticrisi, oltre alla manovra di Bilancio appena approvata. In totale sono state stanziate risorse per oltre 106 miliardi di euro per sostenere le imprese e i lavoratori, tutto ciò andrà ad incidere pesantemente sul debito pubblico.

Ora c’è grande attesa per le risorse in arrivo dall’Europa con Recovery Plan e Next Generation EU ma, allo stesso tempo, c’è altrettanta preoccupazione sulla capacità e sull’efficienza amministrativa dell’Italia nell’utilizzare questi fondi europei essenziali per supportare il rilancio del paese: servono grandi riforme, dal fisco alla burocrazia, alla giustizia.

Sul fronte occupazionale siamo tutti molto preoccupati per quello che potrà succedere da aprile in avanti con il termine del blocco del divieto di licenziamento imposto dal Governo. Per ora gli strumenti messi in atto hanno attutito le criticità sul mercato del lavoro, che dallo scoppio dell’emergenza sanitaria ha visto un calo (-300.000 occupati da febbraio a novembre, di cui l’86% tra gli under 35) soprattutto tra i dipendenti a termine – a cui non è stato rinnovato il contratto – e tra i lavoratori indipendenti.

In Trentino, l’artigianato fino a questo punto è riuscito a tenere. A fine 2020 sono 12.143 le imprese artigiane attive e registrate all’Albo delle Imprese Artigiane della Camera
di Commercio. Analizzando questo dato rispetto alla fine del 2019 si registra una contrazione di 21 imprese, pari allo 0,2% del totale. Questa flessione conferma un trend negativo già presente negli anni precedenti e non risulta così pesante come ci si sarebbe potuti attendere, alla luce di quanto attraversato in questi ultimi 9 mesi a causa della pandemia da Covid-19 e delle relative misure di contenimento del virus che hanno bloccato, o comunque rallentato, l’operatività di molte imprese per alcuni mesi.

Riteniamo però che questo dato non registri ancora pienamente gli impatti sul nostro mondo e in particolare le cessazioni sono probabilmente sottodimensionate, anche
grazie alle indennità e ai ristori messi in campo dal governo nazionale e provinciale; i numeri temiamo che invece possano peggiorare alla fine del primo trimestre 2021.

Come non bastasse stiamo recentemente assistendo ad una crisi politica che potrebbe rendere tutto ancora più complicato e in salita. Speriamo non sia così, perché non possiamo assolutamente permetterci passi falsi soprattutto in un momento come quello attuale.

Ecco perché i prossimi mesi saranno davvero decisivi per capire se, anche dal punto di vista economico, questo annus horribilis potremmo mettercelo definitivamente alle spalle.

DATA DI PUBBLICAZIONE

12.02.2021

CONDIVIDI LA NOTIZIA