L’editoriale di marzo del presidente Segatta: “Il lavoro in rosa”.

Nel nostro Paese il tasso di crescita del lavoro indipendente femminile ha raggiunto un valore superiore alla media europea, attestandosi nel 2023 al +2% a fronte dell’1,3% dell’Ue. Questi dati fanno ben sperare, ma non bisogna mai abbassare la guardia.  Servono strumenti che possano realmente e concretamente dare la possibilità alle donne di conciliare la propria vita personale con quella professionale affinché i diritti non rimangano solo sulla carta.

L’articolo, come sempre al primo posto nelle pagine della nostra rivista l’Artigianato, traccia un quadro complessivo dell’attuale situazione del fenomeno nel nostro Paese.

È la capacità delle donne a trainare il recupero dell’occupazione indipendente.

 

Questo il commento del presidente Segatta nel proprio editoriale:

L ’Italia delle imprenditrici ha festeggiato l’8 marzo con un tasso di crescita del lavoro indipendente femminile superiore alla media europea: nel 2023 si è attestato al +2% a fronte dell’1,3% dell’Ue e della crescita zero del lavoro autonomo maschile.

Focalizzando l’attenzione sulla nostra provincia il trend, per quanto riguarda l’artigianato, è simile. Siamo passati dalle 1.680 imprese a guida femminile presenti sul territorio nel 2014 (pari al 12,90 percento del totale) alle 1.760 registrate nel 2019 (14,40 percento) sino alle 1.857 del 2023 (15,20 del totale).

 

 

Come rileva Confartigianato, è la capacità delle donne a trainare il recupero dell’occupazione indipendente con percentuali da record in Emilia Romagna dove il numero di imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome nell’ultimo anno è aumentato del 9%. Seguono la Campania, con una crescita del 6,4%, e la Lombardia con un aumento del 4,7%. E, in valore assoluto, è proprio la Lombardia a conquistare il primato, tra le 233 regioni europee, del maggior numero di imprenditrici e lavoratrici autonome: 235mila. Cresce anche il numero di donne impegnate in attività tipicamente maschili: in particolare, sono 21mila le aziende a guida femminile nel settore delle costruzioni, oltre 12mila quelle nel comparto dell’autoriparazione e quasi 11mila nel settore del trasporto di merci e persone.

 

 

Focalizzando l’attenzione sulla nostra provincia il trend, per quanto riguarda l’artigianato, è simile. Siamo passati dalle 1.680 imprese a guida femminile presenti sul territorio nel 2014 (pari al 12,90 percento del totale) alle 1.760 registrate nel 2019 (14,40 percento) sino alle 1.857 del 2023 (15,20 del totale).

Andando ancor più nello specifico, risultano maggiormente coinvolte le fasce d’età tra i 18 – 29 anni (con il 21,4 percento rappresentato da titolari ditte individuali femminili e tra i 30 – 49 anni (21,8 percento). Dati nettamente sopra la media che fanno capire come l’emancipazione sia fortunatamente continua e importante soprattutto nell’ultimo periodo storico.

È la capacità delle donne a trainare il recupero dell’occupazione indipendente con percentuali da record in Emilia Romagna dove il numero di imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome nell’ultimo anno è aumentato del 9%.

Per quanto concerne invece le dipendenti delle imprese associate con servizio paghe presso la nostra realtà su un totale di 1.877 spiccano le 371 impegnate nell’edilizia (23,7 percento del totale), seguite dalle 256 che si occupano di meccanica (19,3 percento) e le 249 nel benessere (85 %). Per fare in modo che questi numeri continuino a crescere è necessario muoversi verso la creazione di strumenti che possano realmente e concretamente dare la possibilità alle donne – e penso in particolare a chi si trova ad affrontare una o più gravidanze – di conciliare la propria vita personale con quella professionale.

DATA DI PUBBLICAZIONE

11.03.2024

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