L’ultimo numero della rivista l’Artigianato

Sono Roberto De Laurentis e nei giorni scorsi, come sapete, ho avuto l’onore di essere eletto Presidente della nostra Associazione per il prossimo quadriennio. Ed è mio desiderio iniziare da subito, attraverso queste righe, a farmi conoscere da voi. Quando mi è stato chiesto di scrivere l’editoriale – di solito un elenco delle buone intenzioni, delle azioni da intraprendere, dei progetti per i prossimi anni – avevo pensato di lasciare la pagina in bianco. Riservandomi di riempirla periodicamente solamente con le intenzioni diventate fatti, con le azioni realmente compiute, con i progetti veramente realizzati. Qualche pensiero, tuttavia, ritengo sia necessario esprimerlo. Il momento che stiamo attraversando è quello di una crisi economica internazionale forte con ripercussioni pesanti anche sulle nostre aziende e con la certezza che nulla sarà più come lo era fino ieri. È necessario, dunque, portare al centro di ogni nostra azione l’Azienda artigiana, di dare centralità ad ogni suo problema, di orientare la nostra struttura operativa al fornire risposte precise, tempestive, esaurienti a tutte le realtà associate. Dalla più piccola alla più grande, senza distinzione alcuna. E l’Associazione deve essere il luogo nel quale tutti gli associati hanno uno stesso diritto di cittadinanza e quella grande casa, vasta ed accogliente, in cui trovare riferimento e risposta ai propri bisogni. Va da sé che l’obiettivo richiede la premessa necessaria – messi in disparte i piccoli egoismi, i protagonismi personali, i territorialismi – di un perfetto raccordo ed accordo tra i componenti il Consiglio provinciale, la Giunta, i Delegati comunali, i Rappresentanti di Categoria. Non è più il tempo della divisione ma quello del camminare insieme. È mia intenzione rafforzare il sistema dell’artigianato trentino e, pure nel pieno rispetto dell’autonomia delle diverse organizzazioni, portare avanti un coordinamento forte ed una linea comune con la Cooperativa Artigiana di Garanzia, con la SAPI, con l’EBAT, con il CEii per diventare così, giorno dopo giorno, sempre più incisivi nella nostra attività. È mia intenzione voltare pagina nei rapporti con le altre Associazioni del territorio: meritevoli di rispetto ma non di sudditanza, di attenzione ma non di pura condivisione, di ascolto ma non di semplice adeguamento. Rivendicando, al contrario, la nostra capacità di pensare e di fare proposte realizzabili nell’interesse anche di tutta la comunità trentina, di sapere giocare la nostra capillare e fondamentale presenza territoriale, di sapere mettere a fattore comune il nostro impegno quotidiano di persone vere che sanno essere “fabbro della propria esistenza e della propria fortuna”. Allo stesso modo chiedo che ovunque ci sia un artigiano ci sia un “qualcuno” che ha voglia di fare e di dire. Non solo per sé ma anche per gli altri. E che si chieda cosa posso dare, non solamente cosa posso avere. È mia intenzione, dunque, lavorare anche per valorizzare al massimo la voglia di stare insieme e le occasioni di confronto tra uomini e donne che vivono lo stesso territorio. Uomini e donne che, pure nella diversità dei mestieri e delle categorie, condividono quella stessa necessità, quella stessa sensibilità, quello stesso sentimento di appartenenza. In attesa di conoscerci presto, vi abbraccio tutti. Vorrei dire un mio “grazie! per la Vostra attenzione, pazienza e – perché no? – amicizia” ai molti lettori che in questi otto anni mi hanno talvolta contestato, spesso consigliato ma sempre seguito con grande attenzione e sincero affetto. Un altro ed ancora più forte “grazie!” alle moltissime imprese artigiane che in questi anni di difficoltà e fatica hanno visto e riconosciuto tanto nell’Associazione quanto nella mia persona dei compagni di viaggio autentici, disponibili, preparati a vivere e condividere i loro problemi, le loro necessità, il loro cammino. Un ultimo fortissimo “grazie!” alla struttura associativa – forgiata, modificata e snellita senza esitazioni, lungo tutto questo periodo – che mi ha supportato e sopportato in ogni iniziativa. Ora, riprendendo dalla pagina precedente il mio primo editoriale da presidente dell’Associazione, non ho nessuna intenzione di annoiare né con l’elenco delle cose fatte, di quelle non concluse, di quelle che potevo fare meglio, di quelle che non ho nemmeno iniziato né con il rituale, banale e, a mio parere inutile, bilancio di fine mandato. Preferisco lasciare una pagina in bianco che, virtualmente se lo vorrà, provvederà a riempire il lettore oppure il tempo… il quale, come recita il proverbio, è sempre galantuomo. È stata per me una esperienza fantastica che mi ha permesso di conoscere soprattutto quello spaccato di umanità che, come scriveva Leonardo Sciascia, “si divide in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà”. Ho avuto la fortuna di incontrare – tra imprenditori, collaboratori familiari, lavoratori, dirigenti e dipendenti dell’Associazione – moltissimi uomini e donne, molti con la “U” e la “D” maiuscola. A loro va il mio affettuoso, sincero e definitivo “grazie!”. P.S. in copertina Biancaneve poiché, in ogni favola che si rispetti, c’è sempre un principe azzurro…

DATA DI PUBBLICAZIONE

20.04.2017

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