Malattie professionali: alle donne vengono riconosciute fino al 70% in meno

Le richieste delle donne vengono accolte meno di quelle degli uomini

Che ci siano disparità di trattamento, di stipendio e di percezione fra uomini e donne nel mondo del lavoro è un dato di fatto.

Purtroppo, però, queste considerazioni non sono che la punta dell’iceberg, tristemente confermate da uno studio degli Open Data di Inail e pubblicato dal Portale  dalla Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione. Lo studio analizza il riconoscimento delle malattie professionali, è limitato alle sole patologie muscolo scheletriche e del sistema nervoso periferico, (sono l’80% delle patologie denunciate dai lavoratori dal 2010 al 2020) e dimostra come le donne abbiano maggiore difficoltà rispetto ai colleghi maschi nell’ottenere il riconoscimento delle malattie professionali.

Un gap che va dal -16% fino addirittura al -70% in base alle patologie e le sedi Inail coinvolte nello studio.

Una disuguaglianza che – per quanto terribilmente marcata- sembra comunque passare inosservata. Nonostante lo studio sia di qualche mese fa, nessuno fino ad ora ha gridato lo scandalo, anche se obiettivamente è difficile trovare una giustificazione valida e non vi sono studi rispetto alle eventuali discriminazioni che queste disuguaglianze comportano.

E se è vero che per alcune patologie potrebbero esserci delle giustificazioni legate alla tipologia di lavori abitualmente riservati agli uomini (ad esempio la movimentazione manuale dei carichi), in altre non pare ci siano motivazioni sensate, come conferma la seguente tabella estratta dallo studio:

Differenza fra uomini e donne nel riconoscimento delle malattie professionali

  • Rachide -32%
  • Arto superiore  -16%
  • Arto inferiore  -74%
  • Sede corporea non specificata + 1%
  • Altre patologie osteo muscolari  -13%
  • Sindrome del tunnel carpale  -12%
  • Altre patologie del sistema nervoso periferico -20%
    Totale complessivo -16%
Raggruppamenti di patologie muscoloscheletriche e del sistema nervoso periferico per percentuale di riconoscimento e genere. Fonte: Portale CIIP Open Data Inail, anni 2010-2020.

In pratica, dai dati emerge come per ogni 100 denunce che arrivano dagli uomini, l’Inail ne riconosce come correlate al lavoro 49, mentre sono ritenute come dovute ad altre cause le rimanenti 51; quando queste denunce arrivano invece da donne, ogni 100 ne vengono riconosciute come correlate solamente 41: il 16% in meno rispetto a quel che accade per i maschi.

Nelle diverse regioni, sebbene vi siano delle importanti differenze – resta confermato il trend ed in nessuna di esse la bilancia propende verso le donne:

  • Abruzzo  -1%
  • Basilicata  -20%
  • Calabria  -6%
  • Campania -5%
  • Emilia Romagna -12%
  • Friuli Venezia Giulia  -15%
  • Lazio  -13%
  • Liguria  -9%
  • Lombardia  -9%
  • Marche  -9%
  • Molise  -8%
  • Piemonte  -7%
  • Puglia -8%
  • Sardegna  -13%
  • Sicilia  -11%
  • Toscana  -11%
  • Trentino Alto Adige -14%
  • Umbria -7%
  • Valle D’Aosta -22%
  • Veneto -6%

La media italiana risulta inferiore dell’8% nel riconoscimento fra donne e uomini e, come vediamo, la nostra regione non brilla certo per parità di trattamento, considerato che le richieste delle donne vengono accolte il 14% di volte in meno rispetto a quel che accade con quelle degli uomini.

Insomma, senza lasciarsi prendere la mano da facili conclusioni, appare evidente la necessità di raccogliere nuove informazioni per comprendere come colmare questa differenza che è obiettivamente poco onorevole.

DATA DI PUBBLICAZIONE

30.03.2022

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REFERENTE

Paola Stornati
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