Segatta sul caro materie prime: “Difficile avere un lavoro remunerativo e preventivi certi”

Gare pubbliche semideserte e aziende private che stanno cominciando a fare qualche passo indietro rispetto agli investimenti: il caro materie prime, con l’onda lunga dell’aumento dei prezzi che ancora fa sentire la propria pressione sul mercato del lavoro, sta rendendo particolarmente difficile le attività delle imprese del comparto edile.

E il problema vero, spiegano i rappresentanti del settore, è che quest’ultimo nel solo Trentino comprende quasi 7mila imprese (il 13% del totale): le categorie dunque tornano a richiedere alla Provincia un rapido aggiornamento del prezzario, che comprenda i valori reali dei materiali. “Altrimenti gli effetti si amplificheranno, anche per gli stessi enti pubblici” ha spiegato, tra gli altri, anche il presidente dell’Associazione Artigiani Trentino Marco Segatta, che sul caro materie prime ha aggiunto: “Con questi prezzi, oltre che quelli dell’energia e del carburante, le imprese non ci pensano neanche a rispondere ai bandi“.

 

Caro materie prime, impatto ancora alto. Segatta: “Si rischia di lavorare in perdita

Come anticipato, sull’argomento è intervenuto anche il presidente della nostra Associazione, che ha commentato in questo modo gli ultimi sviluppi del tema caro materie prime:

Per le imprese che avevano già acquisito appalti pubblici, è dura avere un lavoro remunerativo. Il rischio è di fare lavori in perdita oppure di non poter consegnare i lavori stessi. A fine 2021 era stato aggiornato il prezzario provinciale, ma per molti materiali i prezzi non sono in linea. Su Superbonus e Bonus facciate si sta lavorando ancora tanto, ma con margini più risicati. In generale, i rincari purtroppo ci sono ed ormai è un problema che va avanti dal secondo semestre dello scorso anno. Una delle complessità riguarda poi l’impossibilità di fare dei preventivi che possano durare nel tempo.

 

Ma rivolgendo lo sguardo al passato, è ben visibile come gli aumenti più consistenti siano iniziati dalla fine del 2020: si pensi ad esempio al ferro tondino per il cemento armato, salito del 54% rispetto al 2020 ed ora, solo nei primi due mesi del 2022, incrementato ancora del 40%; stesso discorso per il bitume (usato per pavimentazioni stradali ed isolamenti elettrici), salito del 35% nel 2021 e che nel primo bimestre del 2022 ha subito un rimbalzo del 40%.

 

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DATA DI PUBBLICAZIONE

28.03.2022

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