Elel:la Signora dell’alberello

 

La passione per tutto ciò che è manualità, l’amore ancestrale per la terra. L’arte che diviene rito in un susseguirsi di fasi determinate che, modellando la materia, donano forma a emozioni e sentimenti. Quando lavora la ceramica Linda Richieri, ceramista di professione, viene assorbita in modo totalizzante da questa attività. “Mi perdo completamente – spiega – . Nella mente viaggiano tante idee, tanti desideri a cui dare vita. Devo impostare una sveglia per ricordarmi di mangiare”.  Di questo sentire raccontano le sue creazioni, esposte con cura nel suo negozio, un piccolo locale ad angolo con annesso il laboratorio a Pozza di Fassa. Un luogo incantevole, dove coloratissimi manufatti accolgono il visitatore in un’atmosfera resa quasi fatata dalla presenza qua e là di qualche creatura fantastica. A muovere la creatività di Linda è infatti anche un forte interesse per le leggende delle Dolomiti. “Le ho amate fin da quando ero bambina e vedo un’enorme correlazione tra il mondo delle leggende e quello ceramico. Il mio sogno è creare dei prodotti che raccontino queste storie attraverso i colori, le forme, i personaggi”.

Un bisogno di cambiamento e rinnovamento, unito al forte richiamo delle proprie radici, è ciò che ha spinto Linda a intraprendere questa attività, lasciare l’Umbria e trasferirsi definitivamente tra le montagne della Val di Fassa alle quali è unita da un legame profondo. “La mia nonna paterna era originaria di Barbiano in provincia di Bolzano e fin da quando ero bambina trascorrevo le vacanze estive in questi luoghi. Venire qui per me ha sempre significato tornare a casa. Così nel 2018 ho deciso di seguire questo richiamo e dare vita a Elel”.

 

 

 

 

Elel, questo il nome dell’attività dalle iniziali di Linda e del suo acronimo Ladin (ladino), nasce nell’estate del 2018 come marchio di gioielli in ceramica, ma dopo pochi mesi la tempesta Vaia, che si è abbattuta sulle montagne trentine distruggendo ettari ed ettari di boschi, ha cambiato almeno temporaneamente il core business dell’impresa. “Dopo Vaia ho visto la comunità locale stringersi in maniera coesa per far fronte ai danni subiti. Mi sono chiesta in che modo potevo dare una mano e ho pensato al Progetto Alberel. L’idea consiste nel realizzare e decorare degli alberelli in ceramica, pezzi unici tutti fotografati e catalogati, dalla vendita dei quali viene donato all’ASUC di Pozza di Fassa l’equivalente di quanto serve per piantare un albero, allo scopo di ridare vita ai boschi della valle”. Il progetto è partito a luglio 2019 e attualmente sono più di 6.600 le opere vendute. “Al momento – spiega Linda –  sono circa 2000 gli alberi piantumati. Ci sono stati dei ritardi a causa del bostrico, ma entro il 2024 verranno piantati tutti e attorno alle aree di piantumazione, lungo le staccionate, saranno riportati i nomi, suddivisi per anno e per provincia, delle persone che hanno contribuito al progetto”. Un lavoro enorme dal significato profondo che è valso a Linda l’appellativo di “Signora dell’alberello”.

“Questo progetto mi ha regalato grandi soddisfazioni. Ora però è giunto il momento di riprendere la lavorazione dei gioielli e dedicarmi alle leggende delle Dolomiti. Desidero approfondire questa parte della cultura ladina, studiare nuovi materiali e sperimentare nuove tecniche.  Per poterlo fare ho però bisogno di uno spazio più grande ed è per questo che sono alla ricerca di un nuovo locale dove poter osare e uscire dai canoni”.

 

 

Un’arte quella della ceramica che per Linda è la più completa in assoluto, in quanto capace di coniugare in modo perfetto i quattro elementi della natura. L’argilla (la terra) viene lavorata con l’acqua, essiccata all’aria e cotta con il fuoco. Ogni elemento conferisce al prodotto delle caratteristiche ben precise e non si ha mai la certezza del risultato. “Un prezioso insegnamento di vita – commenta – che si affianca allo sviluppo di una dote importante: la pazienza. Per realizzare un prodotto in ceramica, infatti, vanno rispettate delle fasi ben precise dalle quali non è possibile prescindere. Un altro aspetto meraviglioso – prosegue – è il fatto che gli smalti ceramici non hanno inizialmente il colore che assumono dopo la vetrificazione nel forno. Perciò è necessario riuscire ad immaginare l’effetto finale che si desidera ottenere. Non si è mai sicuri del risultato e s’impara che non è possibile avere sempre tutto sotto controllo”.

 

Un lavoro quello della modellazione che racchiude in sé qualcosa di ancestrale. Un’essenza che Linda percepisce come parte di sé.  “La ceramica – il suo sguardo si illumina –  è come un essere vivente con il quale, mentre lo si modella, si instaura un rapporto, un dialogo, intimo e profondo, tanto da rivelarsi spesso terapeutico“.

 

Quasi una magia che incanta chi si avvicina a questo mondo dalle infinite possibilità di espressione artistica. Come i piccoli alunni della classe 5° della Scuola primaria Aldo Schmid di Trento che, nell’ambito di un progetto con la SAT di Trento, hanno realizzato insieme a Linda una serie di lavori partendo dalla narrazione di alcune leggende delle Dolomiti. “È stata un’esperienza meravigliosa – spiega Linda – . I bambini erano completamenti rapiti dall’attività. Mentre lavoravano erano concentratissimi. Nessuno fiatava. Non solo hanno imparato a modellare la materia, entrando in relazione con l’argilla, ma hanno esplorato le correlazioni tra forme, colori ed emozioni. “Il risultato mi ha davvero lasciata senza parole – commenta con un accento misto di stupore e commozione – . Nei loro lavori c’è il mondo”.

DATA DI PUBBLICAZIONE

30.01.2010

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