Arredamenti Brigadoi: il passato che guida l’innovazione
di Genny Tartarotti
È con affetto che Ezio Brigadoi rievoca quando da bambino accompagnava il padre Francesco ad acquistare il legname per l’impresa di famiglia: la Falegnameria Brigadoi di Predazzo. Dal suo sguardo non traspare il desiderio di tornavi, ma una gratitudine limpida per quanto vissuto.
Partivamo al mattino diretti a Belgrado. Nella Jugoslavia di Tito il Socialismo regolava ogni cosa e il prezzo del legname era molto più conveniente che altrove. Impiegavamo due giorni per arrivarci. La prima notte la passavamo a Capo d’Istria, poi il giorno seguente, insieme al nostro interprete, raggiungevamo quella che oggi è la capitale della Serbia. Ricordo bene la falegnameria: era enorme. Si estendeva per chilometri. Le cataste di legname si susseguivano a perdita d’occhio. C’erano tantissimi operai. Erano in dieci per un compito da tre. Il Socialismo era anche questo. Il lavoro si dilatava nel tempo. Tutto avveniva lentamente.
Un mondo molto diverso dall’Italia di allora e ancora di più da quella di oggi, dove ogni processo deve essere rapido, compresso, efficiente.
Una nuova visione
Da allora sono cambiate molte cose, ma quelle esperienze vissute con il padre sono rimaste dentro di lui. La figura di Francesco acuta, visionaria, determinata, dotata di una rara combinazione di intuito e concretezza continua a guidarlo nella gestione dell’azienda – diventata nel frattempo – Arredamenti Brigadoi – . Un’impresa artigianale di nicchia che ha scelto di rimanere contenuta nelle dimensioni per privilegiare qualità, precisione e attenzione ai dettagli, combinando macchinari moderni con lavorazioni manuali per le rifiniture.
Insieme a lui lavora la figlia Francesca, architetto d’interni, entrata in azienda dal 2010.
La nostra visione – spiega Francesca – è diversa da quella del nonno. La sua era un’impresa di tipo industriale con grandi numeri, mentre noi oggi puntiamo sulla qualità, realizzando progetti su misura per ogni singolo cliente. La maggior parte dei lavori è destinata a privati, prevalentemente aberghi e seconde case. Oggi i clienti – aggiunge – arrivano già con le idee molto chiare, spesso ispirati da immagini trovate online. Il nostro compito è quello di mediare tra i loro desideri e la fattibilità del progetto, trasformando i loro sogni in soluzioni concrete.

La nascita
L’azienda affonda le sue radici nel secondo dopoguerra quando Francesco, insieme al fratello Giuseppe e ad altri soci, guidato da una profonda ammirazione verso la Germania che si stava rialzando in modo straordinario dalla Seconda Guerra Mondiale, dà vita alla sua idea d’impresa.
L’attività crebbe rapidamente fino a raggiungere negli anni Settanta e Ottanta i 50 collaboratori.
Merito certamente delle capacità di mio padre, ma anche – spiega Ezio – del vantaggio competitivo offerto dal legname a basso costo proveniente dagli stati socialisti. In quel periodo – aggiunge – la nostra produzione era incentrata sulle stube tirolesi. Eravamo gli unici in Trentino a realizzare questo tipo di prodotto. Poi, con la caduta del Muro di Berlino, tutto cambiò e per poter continuare capimmo che era necessario puntare sulla qualità artigianale.


L’eredità di Francesco
Ed è proprio a questo punto che l’esempio del padre torna a farsi sentire.
Lui credeva nella forza della rinascita tedesca, tanto da mandare me e mio fratello maggiore a studiare in un collegio a Monaco di Baviera. Quell’esperienza ci ha resi determinati: non ci facciamo fermare dalla paura e ci lanciamo nei progetti. Anche in quelli più rischiosi.
Una tenacia che permette a Ezio di affrontare difficoltà, rischi e decisioni, restituendo all’attività la forza di un tempo, ma con uno sguardo nuovo e attuale.
Le cose cambiano e noi dobbiamo imparare ad accettarlo e a governare il cambiamento. Mio padre mi ha insegnato anche questo. Lui sapeva guardare oltre, intuire i possibili sviluppi e agire di conseguenza.
Nuove sfide
Con l’ingresso di Francesca è stato fatto un’ulteriore passo avanti con l’implementazione del digitale: strategie social, comunicazione mirata, nuovi canali per attrarre i clienti.
Prima dovevamo andare alle fiere e puntare sulla pubblicità – spiega Francesca – oggi, grazie ai social, sono i clienti a venire da noi.
Come molte aziende anche la Falegnameria Brigadoi deve fare i conti con le difficoltà legate alla ricerca di personale qualificato. Ma da questa necessità è nata una consapevolezza.
Non si può più pensare di trovare il falegname fatto e finito. Quello che serve sono passione e voglia di imparare. Il resto lo insegniamo noi in laboratorio.
Ed Ezio ribadisce:
Alla fine ciò che conta è il coraggio di mettersi in gioco senza farsi bloccare dalla paura.