Anche gli artigiani trentini all’incontro con Papa Francesco
Nata nel 1946 sulle ceneri della seconda guerra mondiale, la vostra Associazione ha contribuito alla rinascita e allo sviluppo dell’economia nazionale. In questi decenni l’artigianato ha conosciuto notevoli trasformazioni, passando dalle piccole botteghe ad aziende che producono beni e servizi anche su larga scala. L’uso delle tecnologie – ha detto Francesco – ha accresciuto le possibilità del settore, ma è importante che non finiscano per sostituire la fantasia dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio. Le macchine replicano, anche con una rapidità eccezionale, mentre le persone inventano. Le vostre attività valorizzano l’ingegno e la creatività umana.
L’artigiano ha uno sguardo originale sulla realtà. Ha la capacità di riconoscere nella materia inerte un capolavoro prima ancora di realizzarlo. Quello che per tutti è un blocco di marmo, per l’artigiano è un elemento di arredo; quello che per tutti è un pezzo di legno, per un artigiano è un violino, una sedia, una cornice! L’artigiano arriva prima di tutti a intuire il destino di bellezza che può avere la materia. E questo lo avvicina al Creatore.
Il consumismo ha diffuso una brutta mentalità: la mentalità dell’usa e getta… Voi artigiani ci aiutate ad avere occhi diversi sulla realtà, a riconoscere il valore e la bellezza della materia che Dio ha messo nelle nostre mani.
Il lavoro manuale rende partecipe l’artigiano dell’opera creatrice di Dio. Fare non equivale a produrre. Mette in gioco la capacità creativa che sa tenere insieme l’abilità delle mani, la passione del cuore e le idee della mente. Le vostre mani sanno realizzare moltissime cose che vi rendono collaboratori di Dio.
I prodotti che escono dalle vostre attività camminano per il mondo intero e lo abbelliscono, rispondendo ai bisogni della gente. L’artigianato è una strada per lavorare, per sviluppare la fantasia, per migliorare gli ambienti, le condizioni di vita, le relazioni…Per questo mi piace pensarvi anche come artigiani di fraternità.
Ha poi proseguito dicendo:
Le vostre mani, i vostri occhi, i vostri piedi siano segno di un’umanità creativa e generosa. E il vostro cuore sia sempre appassionato della bellezza. Grazie per il bene che realizzate.
Poi un altro riconoscimento:
Vi ringrazio per il contributo che date per abbattere i muri dell’esclusione verso chi ha gravi disabilità o è invalido magari proprio a causa di un incidente sul lavoro, verso chi è tenuto ai margini e sfruttato – ha proseguito –. Ogni persona va riconosciuta nella sua dignità di lavoratrice e lavoratore. Non tarpiamo mai le ali ai sogni di chi intende migliorare il mondo attraverso il lavoro e servirsi delle mani per esprimere sé stesso.
E infine un’esortazione:
Vi incoraggio ad essere artigiani di pace in un tempo in cui le guerre mietono vittime e i poveri non trovano ascolto.
Una grande emozione! È stato davvero entusiasmante poter incontrare il Papa all’udienza privata organizzata da Confartigianato sabato scorso. A parte il momento emozionante dell’incontro con il Santo Padre, credo che abbia fatto piacere a tutti ascoltare le sue parole di elogio e di riconoscimento dei valori che il mondo dell’artigianato rappresenta nel nostro Paese. Quasi settemila mila persone da tutta Italia hanno riempito l’Aula Paolo VI e, probabilmente, sarebbero state molte di più se non ci avessero dato dei vincoli legati alla capienza. La nostra delegazione era composta da molti componenti del Consiglio Direttivo Provinciale che in questi due giorni sono riusciti a creare un bel clima di maggior conoscenza e relazione. Un’occasione anche per trascorrere un po’ di tempo assieme e per visitare le bellezze di Roma. Certamente un week end da ricordare, sperando ci possa essere in futuro un’altra opportunità, magari aperta anche a chi, questa volta, non ha avuto la possibilità di partecipare.
Siamo profondamente grati a Papa Francesco per le parole che ha rivolto oggi ai nostri imprenditori e che ci rafforzano e ci sostengono nell’impegno ad utilizzare l’intelligenza artigiana per contribuire a costruire un modello di sviluppo sostenibile e a misura d’uomo.
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