Cala la domanda di credito delle piccole imprese, De Zordo: “Difficoltà geopolitiche e elevato costo del denaro”
Il report di Banca d’Italia evidenzia che, nonostante un allentamento della politica monetaria, continua a calare la domanda di credito da parte di imprese e famiglie in Italia.
Questo calo si protrae per l’undicesimo trimestre consecutivo. In provincia di Trento, alla fine del terzo trimestre del 2024, i prestiti richiesti ammontano a 16,8 miliardi di euro, il livello più basso degli ultimi 8 anni. Rispetto al 2023, la riduzione è di oltre 1,6 miliardi, con un tasso di variazione dei prestiti di -4,1% a Trento, superiore alla media nazionale (-1,4%).
La discesa della domanda di credito riguarda principalmente le piccole imprese, che registrano una riduzione dei prestiti del -7,5%. Le cause di questo calo sono il diminuito livello di ordinativi e la scarsa spinta agli investimenti da parte delle aziende, che non vedono un futuro positivo.
Intervenuto sui quotidiani locali, il presidente di Associazione Artigiani Confartigianato Trentino Andrea De Zordo ha spiegato:
L’unica buona notizia è l’alta liquidità che le imprese hanno sui loro conti correnti, grazie agli effetti del periodo post-pandemia.
Ma il calo della domanda di credito è principalmente legato all’elevato costo del denaro, che resta ben oltre i livelli cui le imprese erano abituate negli anni passati. Le difficoltà geopolitiche stanno disincentivando gli investimenti, soprattutto nel settore manifatturiero, che non vede un futuro positivo nel breve termine. Questo rende ancora più difficile per le piccole imprese ottenere finanziamenti, visto che i parametri sempre più stringenti della Banca d’Italia e della BCE penalizzano le aziende con bassa patrimonializzazione e quelle che non riescono a soddisfare i criteri ESG che le banche ora considerano prima di concedere prestiti. Sarebbe fondamentale un abbassamento dei tassi di almeno un punto in tempi rapidi per stimolare l’economia.