Caro Energia 2025: imprese trentine tra sfide e soluzioni per il futuro
Il tema del caro bollette torna al centro del dibattito, con preoccupazioni crescenti per famiglie e imprese. Durante la puntata di Filo Diretto del 13 gennaio 2025, trasmessa su Trentino TV, con la conduzione di Marilena Guerra e Gabriele Buselli, Andrea De Zordo, presidente dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino, ha analizzato l’impatto degli aumenti dei costi dell’energia elettrica e del gas insieme agli altri ospiti presenti: Stefano Schiavo, direttore della Scuola Studi Internazionali dell’Università di Trento, Stefano Dalla Torre, project manager del progetto Salute Comunità Energetiche Rinnovabili, Andrea Grosselli, segretario generale CGIL del Trentino.
Ecco i principali punti emersi durante il dibattito.
I numeri del caro energia
Secondo i dati della CGIA di Mestre, le imprese del Trentino-Alto Adige potrebbero affrontare un costo totale di 2 miliardi e 217 milioni di euro per elettricità e gas nel 2025, un aumento del 19,3% rispetto al 2024. I costi si suddividono in:
- 1,656 miliardi per l’elettricità, +248 milioni rispetto al 2024.
- 561 milioni per il gas, +111 milioni rispetto al 2024.
A livello nazionale, il conto per le imprese italiane potrebbe raggiungere 85,2 miliardi di euro, con un incremento di 13,7 miliardi rispetto al 2024. Gli aumenti stimati sono del 25% per l’elettricità e del 18% per il gas. I settori più colpiti includono metallurgia, commercio, produzione alimentare, alberghi, ristoranti, fabbriche di legno, carta, macchine e tessile. Nonostante ciò, l’aumento è meno drammatico rispetto al periodo 2021-2023.
Le cause degli aumenti
Stefano Schiavo, direttore della Scuola Studi Internazionali dell’Università di Trento, ha analizzato le ragioni dell’aumento dei costi:
- Fine dell’accordo di transito attraverso l’Ucraina: la fornitura di gas russo è scesa al 5% del flusso europeo (15 miliardi di metri cubi contro i 150 pre-conflitto), con impatti limitati.
- Temperature rigide in Europa, che hanno incrementato l’uso di gas.
- Aumento dell’acquisto di gas liquefatto, caratterizzato da costi di produzione più alti e prezzi più volatili.
- Livelli di stoccaggio più bassi in Europa: al 70-72%, circa 10 punti percentuali in meno rispetto agli anni precedenti.
Secondo Schiavo:
Non c’è emergenza, ma è necessario mantenere scorte adeguate per evitare ulteriori pressioni sui mercati spot, dove i prezzi sono più elevati.
Ha inoltre sottolineato l’importanza di un piano europeo per migliorare l’interconnessione energetica tra Paesi, sfruttando energia solare al sud ed eolica al nord.
Impatto sulle imprese e famiglie
Andrea De Zordo ha evidenziato come i costi energetici, cinque volte superiori rispetto agli Stati Uniti, minino la competitività delle imprese italiane:
Il nostro timore è che le imprese debbano rivedere i propri investimenti. È essenziale investire in sostenibilità e fonti rinnovabili per ridurre la dipendenza dal mercato energetico.
Anche le famiglie soffrono i rincari. Andrea Grosselli, segretario generale CGIL del Trentino, ha ricordato:
L’aumento delle bollette erode il potere d’acquisto delle famiglie. È urgente adeguare i salari al costo della vita e promuovere misure strutturali per il risparmio energetico.
In risposta alle considerazioni di Grosselli, De Zordo ha puntualizzato:
Sono il primo a sostenere che i dipendenti debbano essere remunerati in modo equo, pur nella consapevolezza che non può ricadere interamente sull’imprenditore il peso dell’inflazione. È necessario sviluppare strumenti che consentano di sostenere i lavoratori senza gravare esclusivamente sulla marginalità delle aziende. L’aumento dei costi si rifletterebbe inevitabilmente sui prezzi di vendita, alimentando ulteriormente l’inflazione e riducendo il potere d’acquisto. Questo è un tema cruciale su cui stiamo lavorando, insieme alla Pat, per trovare soluzioni che tengano conto anche delle difficoltà che gli stessi imprenditori affrontano a causa degli oneri aggiuntivi.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili: una strada percorribile
Stefano Dalla Torre, project manager del progetto Salute Comunità Energetiche Rinnovabili, ha spiegato che le CER offrono un’opportunità concreta per ridurre i costi energetici:
Le CER permettono di prevedere meglio i costi energetici e ridurre la dipendenza dai fornitori tradizionali, a fronte di una semplice quota associativa.
Tuttavia, la normativa vigente pone vincoli sulla distribuzione dei benefici economici, con un massimo del 55% destinabile liberamente. Il resto deve essere utilizzato per consumatori non imprenditoriali o progetti con ricadute territoriali.
De Zordo ha sottolineato:
Le CER rappresentano una grande opportunità non solo economica, ma anche in termini di sostenibilità e bene comune. È un percorso da sostenere con decisione, pur affrontando norme e cavilli tecnici che ne complicano la diffusione.
Le proposte per il futuro
Tra le proposte emerse per fronteggiare il caro bollette:
- Investimenti in energia rinnovabile e piani europei per l’interconnessione energetica.
- Interventi strutturali sul mercato del lavoro, come adeguamenti salariali e politiche per il risparmio energetico.
- Supporto pubblico, come sussidi o agevolazioni fiscali legate all’efficienza energetica.
Infine, è necessario un cambio di passo nelle politiche industriali ed energetiche nazionali. Come concluso da De Zordo:
C’è bisogno di un piano a lungo termine per l’energia, che superi le emergenze contingenti e punti alla sostenibilità e alla competitività delle nostre imprese.