Confronto tra i candidati alla presidenza del Trentino. Autonomia e denatalità temi cruciali per gli Artigiani

Cinque domande su altrettanti temi centrali: autonomia, denatalità, attrattività del territorio, infrastrutture e primo atto politico della nuova Giunta.  Sono queste le questioni su cui si sono confrontati i candidati alla presidenza del Trentino in occasione del dibattito promosso dal Coordinamento Provinciale Imprenditori allo scopo di approfondire la visione delle diverse forze politiche in merito alle “grandi scelte strategiche che condizioneranno il futuro del Trentino”.

Quello che chiediamo alla politica – ha detto Mauro Paissan, presidente del Coordinamento Provinciale Imprenditori nonché presidente Confesercenti del Trentino –   è di avere una visione chiara non da qui a 5 anni, ma da qui ai prossimi 30 anni.

Una prospettiva di medio/lungo termine, sistemica e armonica, sulla quale sei dei sette candidati (assente l’unica candidata donna Elena Dardo di Alternativa) hanno espresso il proprio punto di vista rispondendo, scanditi dal cronometro, alle domande rivolte loro da Simone Casalini, direttore del Quotidiano Il T e moderatore dell’evento, presso la Sala InCooperazione a Trento.

 Maurizio Fugatti (Centrodestra), Alex Marini (Movimento 5 Stelle),  Francesco Valduga (Centrosinistra), Filippo Degasperi (Onda), Sergio Divina (Alleanza per il Trentino)  e Marco Rizzo (Democrazia Sovrana)  hanno delineato la propria idea di Un Trentino moderno, sostenibile e attrattivo come recita il titolo del lavoro elaborato dal CPI, con l’intento di proporre un documento programmatico per chi guiderà la XVII legislatura.

 

Nel testo che abbiamo presentato come CPI – ha spiegato Marco Segatta, presidente dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino – non abbiamo avanzato delle vere e proprie richieste, ma abbiamo inserito i punti su cui riteniamo la Provincia debba incidere. Per il mondo artigiano  ci premono in particolare l’Autonomia che ci dà la possibilità di incidere sull’economia e lo sviluppo del territorio e, considerato che il 60% delle nostre aziende associate appartiene alla filiera dell’edilizia, tra i primi obiettivi non può non figurare la riqualificazione energetica.

Autonomia: perché è importante?

Se tutti si sono trovati d’accordo sull’importanza dell’intrattenere rapporti collaborativi con Roma e con Bolzano, Maurizio Fugatti si è definito sereno in merito alle questione dell’Autonomia differenziata (ossia il riconoscimento di maggiori forme di autonomia alle Regioni a Statuto ordinario e la conseguente preoccupazione, avanzata dal CPI, in relazione alla possibilità che vengano sottratte risorse alle Autonomie speciali), spiegando come quest’ultima possa risultare uno strumento per portare a casa l’intesa  e chiudere alcune visioni della Corte Costituzionale sulle competenze messe in discussione dopo la riforma del Titolo V”. Alex Marini ha invece posto l’accento sulla necessità di partire dalla Regione, “perchè è da quel livello di governo che nasce la possibilità di gestire le risorse. Cosa che implica creatività e capacità di guardare al futuro”. Sergio Divina vede nell’attuale frantumazione della Regione “la debolezza dell’Autonomia”, mentre per Filippo Degasperi essa è la risposta al rischio di omologazione che sta correndo il Trentino. Secondo Francesco Valduga è per mezzo del rapporto con il Sud Tirolo e il Tirolo che possiamo definire la specialità della nostra Autonomia che per Marco Rizzo “non può esistere senza sovranità”, condizione indispensabile per risolvere “i problemi attraverso una visione locale e internazionale”.

 

Denatalità e crisi del mercato del lavoro

Se il tema dell’Autonomia è probabilmente il più cruciale tra quelli trattati, la questione della denatalità e la conseguente crisi nel mercato del lavoro – come sottolineato da Nicola Berardi, direttore dell’Associazione Artigiani Confartigianatoo Trentino  –  rappresentano problematiche davvero complesse che comportano conseguenze devastanti per il sistema economico, sociale e previdenziale.

Assegno di natalità e incentivi per le imprese che favoriscono l’occupazione femminile è quanto proposto da Fugatti, mentre per Marini la prima misura da prendere riguarda gli interventi previdenziali unitamente all’aumento dei posti letto nelle Rsa e all’implementazione di un sistema sanitario efficiente, di servizi conciliativi, di  parità di stipendi e assicurare permessi parentali a uomini e donne. Secondo Valduga bisogna puntare sui giovani, lavorando sull’attrattività del territorio creando lavoro e servizi. Anche per Degasperi è necessario migliorare le politiche del lavoro e dell’abitare, mentre Divina ritiene possa essere utile incentivare le politiche di lavoro flessibile tanto nel pubblico quanto nel privato e intervenire sulla retribuzione attraverso la compartecipazione degli utili. Un piano straordinario di manutenzione del territorio per occupare le persone, grazie al quale sarà possibile produrre le risorse per pensare alla natalità, è invece la soluzione proposta da Rizzo.

Il confronto è poi proseguito affrontando i temi dell’attrattività del territorio, della sanità, degli investimenti (come quelli per il termovalorizzatore) e delle infrastrutture quali il Bypass e la Valdastico. Questioni sulle quali i candidati si sono visti divisi con posizioni anche molto distanti.

 

Il dibattito è stato utile  – ha commentato Berardi – anche perchè qualche risposta diretta alle nostre proposte è stata data in effetti. Credo che, anche questa volta il Coordinamento sia riuscito a dare un senso di unità tra le varie categorie economiche che lo compongono e , soprattutto, sia riuscito a porre l’attenzione sui temi centrali per il futuro del Trentino.

 

 

Per maggiori informazioni sul documento presentato dal CPI clicca qui

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

26.09.2023

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