Daniele Masera racconta: “Lavoro di squadra fondamentale. Un grazie all’Associazione”

Il mondo del lavoro e dell’artigianato sono in continua evoluzione e non basta più saper solo muovere le mani!“: parla con sincerità ed esperienza Daniele Masera, Maestro Artigiano Pittore Edile, che ha deciso di raccontare la sua storia.

Amante della propria professione ormai dal luglio del 2000, quando proprio all’alba del nuovo millennio ha deciso di seguire un caro amico impegnato da 25 anni nel settore, Daniele si è fin da subito gettato a capofitto nel proprio lavoro. Tanta passione, molta voglia di fare e di imparare: non pensava ad altro, ha ammesso, se non ad apprendere quanto più velocemente possibile, a “fare metri” nel migliore dei modi, per accontentare le esigenze dei clienti.

Ma quella di Daniele è stata anche una partenza allo sbaraglio, come da lui stesso definita, capace di dare tante soddisfazioni ma anche diverse noie e problemi, come in ogni lavoro. E per arginare queste complessità ci sono voluti dei sacrifici, dopo i quali però sono arrivati molti successi. Oggi, dopo tutti questi anni, si dice contento soprattutto per ciò che l’Associazione Artigiani ha fatto per lui. “Nonostante fossi associato da sempre, non avevo mai sfruttato gli strumenti che l’ Associazione mi metteva a disposizione – ha aggiunto Daniele. La svolta è arrivata nel 2013, quando ho intrapreso il percorso di Maestro Artigiano“.

 

L’intervista a Daniele Masera

Nel consueto spazio dedicato alle interviste all’interno della Newsletter, in questa edizione è stato Daniele Masera a raccontare la propria esperienza nel mondo dei Pittori Edili, spaziando a 360 gradi su cosa significhi essere artigiano oggi, sul ruolo dell’Associazione Artigiani Trentino e su tutti gli elementi che un operatore di questo settore deve tenere a mente per svolgere al meglio la propria professione.

 

Daniele, hai detto che la svolta è arrivata quando hai iniziato il percorso di Maestro Artigiano: come mai?

Durante questa esperienza ho capito che dovevo smettere di pensare “al singolare”, solo a me stesso, ma che dovevo invece imparare a ragionare in termini di collettività, di gruppo, di lavoro di squadra. Il confronto con i miei compagni di corso e con i vari docenti, hanno fatto sì che le mie competenze, tanto quelle vecchie quanto quelle più recente e “nuove”, mi portassero al raggiungimento di due traguardi e obiettivi fondamentali: prima di tutto, la soddisfazione per la qualità del servizio che riuscivo a dare, e in secondo luogo, non meno importante, anche la soddisfazione economica come risultato di un grande impegno e di una grande attenzione al lavoro. 

 

Quindi è possibile, anche per un imprenditore di piccole dimensioni, raggiungere un successo elevato?

Certamente, ma alla base deve esserci la voglia la passione di continuare ad aggiornarsi, di prepararsi sempre alla professione. Credo che “fallire nel prepararsi equivale a prepararsi a fallire”, sono esperienze che servono e che, nella nostra professione, ci aiutano a costruire il futuro lavorativo. Bisogna innanzitutto avere un obiettivo chiaro, e una volta definito con la massima precisione, si deve iniziare a strutturare il suo raggiungimento su più fasi specifiche.

Quali sarebbero?

La pianificazione, la predisposizione di una struttura adeguata, la conoscenza di quali agevolazioni si possono ottenere e come fare per sfruttarle. Ma anche essere sempre in regola con gli adempimenti, come quelli fiscali, dello smaltimento dei rifiuti, oppure inerenti norme di igiene e sicurezza. Sono poi fondamentali i corsi base per l’utilizzo di macchinari e opere provvisionali, i corsi antincendio, di primo soccorso, le visite mediche per eventuali dipendenti, le prove rumori e vibrazioni e tutti i dettagli tecnici del caso. Ancora, bisogna saper fare dei preventivi adeguati, conoscere il prezziario Provinciale e come utilizzarlo, ma anche conoscere i sistemi di misurazione ed essere in grado di redigere un contratto e, non meno importante, di farsi pagare dai clienti senza rimanere con insoluti importanti. 

In effetti sono davvero tante cose. Come può un piccolo artigiano riuscire a seguire tutti questi passaggi?

Proprio in questa fase, avere una struttura come l’Associazione alle spalle permette al nuovo artigiano di muovere i passi giusti, e l’appartenenza alla sua categoria, durante la nostra attività quotidiana, consente di avere dei referenti nel direttivo di rappresentanza ai quali chiedere informazioni e col quale condividere esperienze e proposte. Ci si sente quindi parte integrante di una realtà strutturata, la quale ha una dimensione che si estende su tutto il nostro territorio. Personalmente, sono convinto che associarsi dia valore alla forza del lavoro di ognuno di noi e consenta di porsi sul mercato uniti, in una forte e numerosa categoria: questo fino ad ora ha dato, dà, e darà sempre più forza ed autorevolezza ai nostri rappresentanti in Associazione, per portare avanti quelle battaglie che altrimenti, da soli, non riusciremmo a seguire.

 

Quindi, se un giovane oggi ti chiedesse “Che professione è quella dell’artigiano?”, tu cosa risponderesti?

Credo che essere artigiano oggi significhi avere la possibilità di ottenere una buona soddisfazione economica grazie alle proprie capacità, senza il bisogno di titoli e/o raccomandazioni, contando solo sulle proprie forze

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

28.03.2010

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REFERENTE

Marzia Albasini
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