Diciamo no allo split payment e al reverse charge: basta complicare la vita alle imprese!

La denuncia – fortemente sostenuta dall’
Associazione Artigiani di Trento anche attraverso un’interrogazione del Senatore
Franco Panizza al Ministro dell’Economia e delle Finanze – è apparsa su
una pagina
de

Il Sole 24 Ore (vedi allegato) nella quale si chiede

a Governo e Parlamento
un

intervento tempestivo per
abrogare lo
split payment

a partire da marzo (quando sarà obbligatoria la fatturazione elettronica per tutte le operazioni con la Pubblica Amministrazione) e per
escludere l’applicazione del
reverse charge

nei casi di fatturazione elettronica tra imprese.
Lo
split payment, provvedimento varato con la Legge di Stabilità 2015 per contrastare le frodi nei rimborsi Iva, prevede che per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate dalle imprese nei confronti di enti pubblici, le Pubbliche amministrazioni versino l’Iva direttamente all’Erario. In questo modo, gli imprenditori fornitori di beni e servizi alla Pubbliche amministrazioni si troveranno in una posizione creditoria (senza riuscire a detrarre temporaneamente l’Iva versata ai fornitori). Inoltre, a fianco dello
split payment, si allargano le ipotesi di applicazione del
reverge charge, ossia il sistema di inversione contabile che, modificando la disciplina generale sull’Iva, trasferisce gli obblighi di assolvimento dell’imposta dal cedente all’acquirente.
In sostanza quindi, i due meccanismi fanno aumentare in modo esponenziale i crediti Iva degli imprenditori e peggiorano la situazione finanziaria, già precaria, delle imprese che operano con la Pubblica amministrazione o che lavorano nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica, dei servizi di pulizia e della distribuzione organizzata. “Sembra che lo si faccia apposta a complicare la vita alle imprese che già faticano ogni giorno per restare a galla”. Questo il commento del Direttore dell’Associazione Artigiani di Trento,
Nicola Berardi, sulle novità dello
split payment e
del reverse charge contenute nella Legge di Stabilità dello Stato. “Le aziende non hanno bisogno di aggravare una situazione di liquidità in un momento già di forte tensione finanziaria e il meccanismo di accumulare crediti con l’Erario non soddisfa perché poi i tempi di attesa dei rimborsi diventano troppo lunghi. Lo Stato deve capire che la celerità nei pagamenti e negli incassi è elemento vitale per chi oggi fa impresa”.
“Siamo intervenuti – continua
Berardi – con la nostra Confederazione nazionale e attraverso il sen. Panizza che ha presentato una interrogazione urgente al Governo. Per fortuna si sono mosse un po’ tutte le categorie interessate. Speriamo in un ripensamento della norma che, se compresa nei suoi principi ispiratori, si aggiunge (inutilmente) ad un altro meccanismo di prossima applicazione quale l’obbligo della fatturazione elettronica ideato per lo stesso motivo. La battaglia alle frodi fiscali e all’evasione dell’Iva non deve colpire le imprese oneste!”

DATA DI PUBBLICAZIONE

10.02.2015

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