Ecobonus, artigiani in rivolta

Un vantaggio immediato per i clienti, ma meno entrate per le imprese, con il rischio per queste ultime di non poter poi neppure beneficiare delle detrazioni per mancato raggiungimento della capienza fiscale.
Sul nuovo corso varato per gli ecobonus legati alle ristrutturazioni edilizie – che prevede che siano le imprese a far pagare al cliente il 50% in meno, subito, in fattura, anziché la possibilità di godere di detrazioni con la dichiarazione dei redditi – le imprese artigiane sono sul piede di guerra ed a confermarlo è il presidente dell’ associazione Artigiani del Trentino Marco Segatta: «Siamo fortemente preoccupati, oltre ad avere la sensazione che si vogliano deliberatamente mettere in difficoltà le piccole e micro imprese».
L’ associazione ha aderito alla campagna nazionale di Confartigianato che ieri, anche attraverso le pagine dei quotidiani, ha voluto accendere i riflettori sulla questione.
Che, secondo gli artigiani, rappresenta l’ ennesimo esempio dell’ italica capacità di andare a complicare e stravolgere cose che funzionavano bene: «L’ ecobonus ha sempre funzionato bene, qui in Trentino meglio che altrove.
Stiamo parlando in questo caso di interventi per l’ efficientamento energetico o per il rischio sismico.
Interventi per i quali i clienti si rivolgono quasi esclusivamente a piccole imprese.
Ora tutto, con il Decreto crescita, è stato stravolto».
Fino ad oggi, il cliente poteva recuperare anche oltre il 50%, attraverso detrazioni fiscali nei dieci anni successivi. Ora invece tutto viene messo sul groppone delle imprese.
«Il cliente – spiega Segatta – potrà chiedere lo sconto direttamente in fattura. Questo vuol dire che l’ impresa incasserà 50 per un lavoro che vale 100.
E potrà incassare il restante 50 attraverso la compensazione fiscale, in cinque anni a partire dall’ anno successivo. Capite tutti che questo vuol dire togliere alle imprese metà delle entrate, con il rischio paradossale, in questo modo, di non poter neppure beneficiare delle detrazioni per un problema di capienza fiscale, perché le detrazioni potrebbero finire per superare l’ imposta dovuta».
Oltre ad esprimere preoccupazione, Segatta si fa portavoce di una forte perplessità: «Non capiamo il motivo di questa decisione, dato che l’ impianto normativo vigente era valido. Temiamo si vogliano colpire le piccole imprese, ma non ci si rende conto che rappresentano più del 90% delle realtà attive in questo campo. La mossa rischia di essere controproducente per tutta l’ economia. Ecco perché Confartigianato si sta impegnando per chiedere che si arrivi all’ abrogazione di questa novità.
L’ Agenzia delle entrate entro il 30 luglio avrebbe dovuto rendere note le norme di attuazione e ancora non se n’ è avuta notizia. Questo è un elemento che ci fa ben sperare, perché così com’ è questo passaggio del Decreto crescita rischia di essere devastante».

Articolo dal quotidiano L’Adige del giorno 05/08/2018.

DATA DI PUBBLICAZIONE

05.08.2019

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