Fabio Vettori: il papà delle formiche

Dai banchi di scuola, alle case degli italiani

C’era una volta un ragazzino, che, seduto fra i banchi dell’Istituto per Geometri di Trento, mentre gli insegnanti spiegavano, disegnava. Erano gli anni ’70 e Fabio Vettori riempiva fogli, retro-copertine, pagine di libri e qualunque spazio bianco gli capitasse a tiro con i minuscoli personaggi che la sua matita creava, sapientemente guidata da un’immaginazione effervescente.

I professori parlavano e Fabio inventava sulla carta un mondo parallelo, dove soldatini, omini e figuranti prendevano vita, animando paesaggi e scenari con minuziosi dettagli.

Quando una penna ti cambia la vita

Un giorno, il ragazzino moro e riccioluto si ritrovò fra le mani una penna speciale: era caratterizzata da un tratto sottilissimo, che sembrava fatto apposta per illustrare i microscopici personaggi che Fabio amava creare. Fu amore a prima vista e fu proprio da quell’inchiostro che, nel 1972, vide la luce la prima delle mitiche “formichine di Vettori”.

L’illustratore si rese subito conto del potenziale del soggetto, che ben presto si rivelò straordinario: semplice da disegnare e stilizzare, facilmente riconoscibile e velocemente replicabile.

Intanto, il giovane Fabio cresceva. Messo in tasca il diploma da geometra, si tuffò nel mondo del lavoro, in qualità di maestro di sci. Ciononostante, le formichine continuavano ad accompagnarlo nelle sue giornate: bastava un tovagliolino, un momento di noia (allora mica c’erano i cellulari per riempire i minuti liberi!) e Vettori subito si ritrovava a disegnarle.

Nel 1981, decise di partecipare ad un concorso di grafica. Rinfrancato dal successo che ne derivò, l’anno seguente fece la sua prima mostra personale, a cui, nel 1983, seguì la stampa del primo poster destinato alla vendita e l’intuizione che quell’hobby sarebbe potuto diventare prima o poi un lavoro vero e proprio.

Nel 1985, un grossista diede fiducia a Vettori, facendogli da tramite per la commercializzazione a livello nazionale di poster e biglietti d’auguri. Contemporaneamente, l’iscrizione all’albo degli artigiani della Provincia Autonoma di Trento.

Gli anni passavano e le formichine guadagnavano notorietà: Fabio iniziò ad allestire mostre in Trentino e nel resto d’Italia: mentre il catalogo si arricchiva di soggetti e prodotti sempre nuovi, l’attività spiccava il volo, diventando ormai fonte primaria di sostentamento per quello che nel frattempo era diventato un illustratore professionista.

Nel 2003 le formiche divennero protagoniste del loro primo libro, nel 2004 aprirono il loro primo punto vendita monomarca a Moena, a cui se ne sommò un secondo quattro anni più tardi a Roma.

E’ del 2011 il cartone animato delle formiche, realizzato in collaborazione con Rai Fiction e del 2014 la pubblicazione del libro «Cari giovani, cari ragazzi e ragazze…» – Gesti e discorsi di papa Francesco interpretati da «Le formiche di Fabio Vettori».

Formiche sensibili, solidali e… attente all’ambiente.

Nel 2022 le formiche festeggeranno il loro cinquantesimo anniversario. Dacché esistono, Vettori non ha mai dimenticato di usare la popolarità dei suoi personaggi per progetti di sostegno a tematiche a lui care: negli anni, fra l’altro, ha raccolto fondi per i bambini del Perù e realizzato un’asta su E-bay grazie alla quale ha destinato alla Croce Rossa 12.000 euro nel periodo pandemico.

E’ di qualche giorno fa la notizia che le illustrazioni con le formiche di Vettori sono le protagoniste di due diversi progetti di sensibilizzazione per una montagna senza rifiuti, promossi rispettivamente dal Comune di Cortina e da APT e Proloco di Madonna di Campiglio: nella località veneta, i turisti riceveranno, al loro arrivo riceveranno mappe dei sentieri ed adesivi illustrati con l’invito a non abbandonare i rifiuti; dello stesso tenore, le cartoline che sono state distribuite qualche giorno fa a Campiglio, durante la serata dibattito sulla sostenibilità in montagna a cui ha partecipato lo stesso Vettori.

 

Guardando indietro, non possiamo che constatare che ne ha fatta, di strada, il ragazzino che riempiva i quaderni di scarabocchi! E le sue formiche, nonostante i loro quasi cinquant’anni, non ci stancano mai. Guardandole bene, assomigliano molto ai nostri artigiani: numerosi, laboriosi, organizzati, sempre attivi e solidali.

 

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

27.07.2021

CONDIVIDI LA NOTIZIA