Giorgio Chiarcos: il gioiello come opera d’arte
di Genny Tartarotti, giornalista Associazione Artigiani Confartigianato Trentino
Entrare nel suo studio è come entrare in una galleria d’arte. Ogni gioiello esposto, unico e completo nella sua intuizione, come un quadro, custodisce una storia, personale e universale allo stesso tempo. Sullo sfondo, chino sul suo banco da orafo, Giorgio Chiarcos è intento a rifinire la sua ultima opera. Si tratta di un paio di orecchini. Due monete romane antiche dalle forme smussate e logorate dal tempo, incorniciate da un castone dalle linee nette.
Sto lavorando il rame del tetto del Duomo di Trento che nel 2009 è stato sostituito con la nuova copertura – spiega. Amo abbinare ai materiali preziosi materiali particolari, che altrimenti verrebbero buttati.
Anello: La pienezza del vuoto, 2023 – argento 925 con patina, oro giallo 750, niello – 2,5 x 3 cm – Pezzo unico
È questa per Chiarcos la definizione di gioiello contemporaneo. Una commistione di materiali diversi, dalle intrinseche potenzialità, tradizionali e inediti, forse improbabili ma sempre eloquenti.
Un gioiello deve contenere per definizione del materiale prezioso – spiega – . Ma il suo valore non dipende tanto dal materiale, ma dall’opera in sé, da ciò che riesce ad esprimere e trasmettere. Dal suo farsi interprete dell’arte e della vita.
Spilla: Antica patina, 2022- Argento 925, oro giallo 750, rame del tetto del Duomo di Trento- 8 x 5 cm- Pezzo unico. Photo by Kifra
Lavorati e modellati, spesso attraverso le tecniche dello sbalzo e del cesello, reinterpretate in chiave moderna, questi materiali acquistano forme originali, strutturate, razionali, sempre portatrici di un significato preciso. “Geometria variabile” la definisce. Lui che non ama seguire le regole, ma che, come un vero artista, le crea unendo la passione per l’antico, con materiali e forme moderne e contemporanee.
Argento, oro, rame, platino e pietre preziose ma anche niello (lega di rame, piombo e argento utilizzata dagli antichi egizi), che Chiarcos realizza autonomamente con i macchinari presenti nella sua officina orafa combinandoli sapientemente con materiali meno pregiati come l’alluminio e la ceramica, dando vita a gioielli tanto lineari nelle forme quanto elaborati a livello concettuale.
Non esistono doppioni delle sue realizzazioni. Ogni gioiello è il frutto di un’estemporanea percezione.
Le mie creazioni sono diverse da quelle della gioielleria tradizionale – spiega mentre estrae dalle loro custodie una serie di spille decisamente non convenzionali – . Non hanno precedenti. Sono intuizioni che mi passano nella mente durante la vita quotidiana e che cerco di tradurre in gioiello. Magari guardo il pavé della strada e mi viene in mente una collana o un bracciale.
Spilla: Lattina (amplesso materico), 2000 – argento 925, oro giallo e bianco 750, fondo di lattina di Coca Cola con data di scadenza- 6 cm- Pezzo unico – Photo by Kifra
È da una di queste intuizioni che nel 2000 è nata la spilla “Lattina”, realizzata con un fondo di lattina di Coca-Cola, con tanto di data di scadenza, montata con oro bianco e giallo, vincitrice di un primo premio internazionale e inserita a pieno titolo nel “Dizionario del gioiello italiano del XIX e XX secolo”.
Probabilmente è proprio in questo che sta l’esclusività dei suoi gioielli. Nel fatto di possedere un’anima. Nell’essere unici, originali, di design e per questo sempre attuali.
I miei gioielli vivono nel tempo, ma sono senza tempo. Non credo nella moda. Ciò che ho fatto vent’anni fa è innovativo ancora oggi.
Di carattere, pieni di personalità è questo che li rende immuni allo scorrere del tempo.
Purtroppo dagli anni ’60 -’70 in poi – prosegue – anche l’arte orafa si è globalizzata e questo ne ha determinato la perdita di personalità! Oggi quasi ovunque vengono esposti gioielli riprodotti in serie, privi di una vera identità. Però – aggiunge – ultimamente sono sempre di più i giovani che vengono da me in cerca di qualcosa di diverso e originale. E questo è un buon segno.
Collana: La pienezza del vuoto, 2024- Argento 925 con patina, oro puro 999,9, oro giallo 750, niello – 50 x 2- Pezzo unico – Photo by Kifra
Nato nel 1957 Chiarcos ha iniziato a lavorare nel 1981 in Friuli.
Avevo finito la maturità artistica e volevo studiare architettura. In attesa di iscrivermi all’Università ho fatto un’esperienza in laboratorio su invito del fratello di un mio professore. Ho iniziato questo mestiere e sono ancora qui.
Nel 1998 si è trasferito a Trento insieme alla sua socia, Cristiana Franzoi, con cui collabora ancora oggi. La realtà orafa locale era improntata sul gioiello classico e gli esordi furono tutt’altro che facili.
I primi anni in Trentino sono stati durissimi. Portavo un prodotto innovativo, ero giovane e sconosciuto. Poi, un po’ alla volta ho iniziato a farmi strada e oggi i miei clienti non mi abbandonano più.
Sono diverse le persone che varcano la porta del suo studio orafo con un desiderio ben preciso.
Amo lavorare con i clienti che portano anche delle loro idee. L’importante è che siano realmente loro. Spesso mi portano degli oggetti, i loro “ricordi” che vorrebbero valorizzare. Così, osservo l’oggetto, ascolto la sua storia e mi lascio guidare lungo traiettorie intime e misteriose…
Nell’ header foto di Lucio Tonina