Giuseppina Cantini:la fotografa della felicità

Ci sono storie che iniziano dal principio e altre, come questa, che iniziano dalla fine. L’epilogo (conclusione) della storia che vogliamo raccontarvi vede una signora di un’ottantina d’anni varcare ufficialmente per l’ultima volta le porte dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino e attraversare i corridoi fino all’ufficio contabilità.

 

Il passo è deciso e sicuro, lo sguardo sereno e determinato, anche se a momenti vi si può leggere una lieve nota di malinconia. Quella di Giuseppina Cantini, fotografa e ottica di Molveno, è l’espressione tipica di chi è consapevole che c’è un tempo per ogni cosa e che ora è il momento di chiudere un capitolo per aprirne un altro. Giuseppina, detta Pina, ha deciso di abbassare definitivamente le serrande del suo Centro Foto Ottica per godersi la meritata pensione. Come accade alle persone che hanno avuto la fortuna di fare della propria passione il proprio lavoro, Pina non chiude solo un’attività, ma lascia andare una parte di sé.

Il negozio – afferma Pina –  rimarrà così com’è. Sarà sempre il mio santuario, dove potrò rifugiarmi quando ne sentirò il bisogno.

Giuseppina Cantini in una foto di qualche anno fa

Il locale, che si trova in piazza S. Carlo 3 a Molveno, custodisce la storia di Pina, ma anche quella di tutte le persone che dagli Anni Sessanta, quando è stato inaugurato, hanno varcato la sua soglia. Alle pareti numerose fotografie ritraggono alcuni dei loro volti.

Alcune immagini catturano l’attenzione più delle altre.

Sono scatti fatti in Africa durante un viaggio intrapreso per rivedere una vecchia amica che, dopo aver preso i voti, è partita come missionaria – spiega – . L’ho chiamato: Alla ricerca dell’amica perduta.

Un viaggio che porta Pina a scoprire e a ritrarre con la sua macchina fotografica la felicità. Quella autentica e concreta che ora, attraverso quelle immagini, conferisce al suo negozio un’aura allo stesso tempo leggera e profonda.

È l’epilogo bellissimo ed emozionante di una storia iniziata quando Pina frequentava la scuola Elementare a Caldaro.

Ogni mattina andando in classe vedevo un ragazzo che entrava con noi, ma che invece di girare a destra, andava in un locale a sinistra. Decisi di spiarlo e scoprii che quella stanza conteneva una camera oscura e che lui era un appassionato di fotografia. Il suo nome era Enrico, ma tutti lo chiamavano Chicco. Diventammo amici e mi insegnò i segreti di quest’arte. Per me è stato come un fratello.

 

 

Quando Pina ha 12 anni, il padre, Maresciallo dei Carabinieri, viene trasferito a Bolzano e così Pina lascia il piccolo paese di Caldaro per il capoluogo altoatesino. Qui troverà lavoro nello studio di un fotografo e vi rimarrà fino a quando non giungerà da Molveno la notizia che in paese stanno cercando un fotografo. Pina decide di cogliere la sfida e mettersi in proprio.

Ai piedi delle Dolomiti di Brenta vivrà più di 50 anni meravigliosi, pieni di creatività e soddisfazioni. Conseguirà anche il diploma in ottica e optometria presso l’Istituto Nazionale di Ottica sulla collina di Arcetri a Firenze. “Perché non so stare ferma” spiega. E qui eserciterà il proprio talento rendendo immortali attimi fugaci. “Non avrei potuto fare altro” conclude.

DATA DI PUBBLICAZIONE

14.11.2023

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