I 40 anni di Elettronord, impresa di famiglia

Dal 1981...

Dicono che “dietro a un grande uomo, c’è sempre una grande donna”, ma quando entri da Elettronord, l’impresa di impianti elettrici fondata da Luca Gardumi nel 1981, ti rendi conto che i quarant’anni di attività appena festeggiati sono il risultato dell’impegno e della caparbietà di una coppia affiatatissima, dove entrambi i coniugi hanno paritariamente condiviso gioie e difficoltà.

Un’impresa di famiglia, insomma, anche se, tecnicamente, dal 1992 è una società.

I gesti, le battute e gli sguardi complici che Claudia Gasperetti e suo marito si scambiano di continuo, testimoniano la solidità di un sodalizio che ha attraversato per mano i decenni, affrontando qualche inevitabile ostacolo, ma raccogliendo anche tante soddisfazioni, prima fra tutte quella di aver creato una famiglia nella famiglia.

“Oggi abbiamo 12 dipendenti, molti dei quali sono con noi da sempre, possiamo dire: non ci hanno mai lasciato, segno che forse si trovano anche bene…” – sorride bonario Luca.

Lo conferma l’ottenimento della prestigiosa certificazione “Family Audit Executive”, di cui possono fregiarsi solamente 45 realtà in tutta Italia. L’Elettronord l’ha conseguita al termine di un percorso triennale, durante il quale l’impresa ha lavorato per creare un

ambiente di lavoro confortevole per i propri dipendenti, dando ascolto alle loro istanze ed impegnandosi a fondo sugli aspetti legati alla conciliazione famiglia-lavoro. “Ottenere la targa della certificazione a Roma, direttamente dalle mani della ministra Bonetti è stato emozionante” – ricorda Claudia.

 

Claudia: imprenditrice, donna e mamma

Gasperetti non lo dice apertamente, ma chi la conosce, sa quanto questa certificazione significhi per lei, donna e mamma, da sempre in prima linea per la parità di genere, attualmente Presidentessa del nostro Movimento Donne Impresa e coordinatrice del CIF (Comitato per l’Imprenditoria Femminile) di Trento. Lei la conciliazione se l’è dovuta inventare mano a mano che il suo piccolo Enrico, oggi trentunenne, cresceva: “fortuna che c’erano i nonni e la scuola a tempo pieno. Il problema è che lavorando con il proprio marito, si portano a casa anche i problemi e le discussioni… “- ricorda con gli occhi lucidi e malcelando il senso di colpa che ogni mamma imprenditrice conosce fin troppo bene.

Ma il suo Luca la rassicura: “Non credo che nostro figlio abbia sofferto perché si sentiva trascurato a causa del nostro lavoro, sai… Forse era solo stufo di sentire parlare di azienda e lo ha dimostrando scegliendo una strada completamente diversa dalla nostra, ma alla fine tutto sommato è stato anche meglio così. – afferma convinto. E continua: “É felice, è un bravissimo maestro di sci specializzato nell’insegnamento ai bambini e senza dubbio, ha anche meno preoccupazioni di quelle che avrebbe qua dentro” – constata Gardumi con una punta di tristezza.

Adattarsi per non morire

“Effettivamente, quello attuale” – spiega Claudia – “è un momento molto difficile… mai prima di questa pandemia avevamo chiuso l’azienda facendo addirittura ricorso alla Cassa Integrazione. Ma poi abbiamo riaperto, ci siamo adattati ad un mercato completamente cambiato e, pur in un panorama non troppo roseo, comunque teniamo duro”

“La nostra vera forza sono i clienti.” – interviene il marito – ” Quando ti chiedono un preventivo e, nonostante tu non sia competitivo, magari a causa della distanza dal luogo in cui andrà effettuato il lavoro, comunque scelgono te, significa che si è instaurato un rapporto di fiducia ed è sempre una grande soddisfazione”.

Claudia annuisce e riflette: ” Certo, questo sì… è solo che il mercato negli ultimi anni, anche complice la pandemia, è cambiato davvero tanto … noi abbiamo sempre lavorato principalmente in ambito industriale e pubblico, ma ultimamente da questo punto di vista tutto è diventato più complesso. E’ esploso il mercato residenziale, grazie anche al Superbonus e quindi ci siamo adattati, nella consapevolezza che è un modo di lavorare molto diverso.”

“E poi manca la continuità, la possibilità di programmazione.” – incalza Luca. Ma si affretta ad aggiungere: “Comunque non è mica la prima crisi che affrontiamo… Nel 201o ci eravamo aggiudicati un grosso appalto che poi è saltato e così ci siamo reinventati, mettendo i dipendenti a fare corsi sul fotovoltaico, che poi, complici gli incentivi di cui è stato oggetto, è cresciuto moltissimo: noi ci siamo fatti trovare pronti a cogliere le opportunità ed abbiamo lavorato moltissimo!”

La moglie conferma:”Davvero…. quell’anno abbiamo fatto 150 impianti!”

” Qualcuno ne ha fatti anche migliaia” – conclude Gardumi – ” La differenza è che noi ci siamo ancora, mentre gran parte dei grandi concorrenti di quegli anni sono naufragati a causa dei mancati pagamenti. Quel che sta succedendo oggi, con il Superbouns, gli aumenti spropositati delle materie prime e la carenza di manodopera… solo che allora si doveva anche pagare tutto in anticipo, quindi il rischio era ancora più elevato.”

 E il futuro?

“In un primo tempo avevamo provato a convincere nostro figlio Enrico a portare avanti l’impresa di famiglia,”  – rivela Luca – “ma poi abbiamo capito che non era la sua strada. Certo, dispiace un po’, ma speriamo che Elettronord non finisca con noi: finché c’è la salute, andiamo avanti…”

” E poi magari ci penseranno i collaboratori.” – conclude con un sorriso sereno e luminoso Claudia.

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

07.09.2021

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