Ibrahim Songne, tra passione e talento: la pizza di Ibris è tra le più buone d’Italia

A Trento ormai è diventato un punto di riferimento: la sua pizza e le sue focacce sono tra le più buone non solo della nostra città, ma dell’Italia intera. E non si tratta di un “semplice” complimento, ma di una realtà consolidata, visto che l’attività di Ibrahim Songne, la Ibris – Focacce e pizze, è stata anche inserita tra le cinquanta migliori nel suo settore. E, recentemente, l’imprenditore ha raddoppiato aprendo Ibris – Pizzeria & Drink, per permettere ai clienti di gustare i propri prodotti direttamente al tavolo.

Giornali locali e nazionali ne hanno parlato molto e quella di Ibrahim – oggi giovane artigiano che recentemente ha preso parte anche alla Corte dei Mastri durante le feste vigiliane – è una straordinaria storia di inclusione, in grado di dimostrare come il duro lavoro e la passione per il proprio mestiere possano essere determinanti nel raggiungimento degli obiettivi.

Arrivato dal Burkina Faso e residente a Trento dall’età di 12 anni (oggi ne ha 31 e da cinque lavora in proprio), Ibrahim si è piazzato al 39esimo posto tra le “top 50” pizzerie d’Italia ed ora guarda al futuro con la voglia di crescere ancora, senza dimenticarsi però gli insegnamenti del passato. All’inizio della sua avventura infatti, il ragazzo è entrato in contatto con Associazione Artigiani, dove ha frequentato un corso (il progetto Reload) per imparare tutto il necessario e, successivamente, mettersi in proprio.

Un’esperienza che gli è servita e gli ha permesso, insieme alla propria voglia di fare e disponibilità a mettersi in gioco, di diventare oggi uno dei volti più noti della ristorazione trentina.

Ibrahim, innanzitutto complimenti per la tua crescita incredibile! La tua è una delle migliori pizze di tutto il Paese…

Grazie davvero, per me aver raggiunto questo risultato non è solo una grande felicità, ma anche un incredibile onore. Ho sempre cercato di lavorare in un modo che rispecchiasse la mia personalità: il fatto che questa passione sia stata riconosciuta in questo modo mi ha confermato che tutti i sogni si possono realizzare.

Facciamo un passo indietro: come hai incontrato l’Associazione e quale ruolo ha avuto nel tuo percorso?

Mi sono avvicinato all’Associazione Artigiani nel periodo in cui volevo mettermi in proprio, ma non sapevo come iniziare. Un giorno, all’Agenzia del Lavoro, ho visto un manifesto sul quale era descritto il progetto Reload, costruito proprio per aiutare chi, come me, voleva aprire una sua attività. Da quel momento mi sono dedicato con grande interesse a questa iniziativa e l’Associazione mi ha fornito tutte le informazioni necessarie. Ho incontrato tante persone che, con le loro esperienze e testimonianze, mi hanno aiutato a superare dubbi e difficoltà.
Da quel momento, lo ammetto, mi sono letteralmente innamorato dell’Associazione Artigiani.

 

Non a caso infatti fai anche parte del direttivo dei Giovani Imprenditori Artigiani: quale credi che sia il vostro ruolo oggi?

Partiamo da un presupposto: trovare artigiani giovani, in questo momento, è molto difficile. Le persone cercano altre vie perché non hanno pazienza, purtroppo ho notato che manca molto la passione, la voglia di realizzare qualcosa con le proprie mani, ciò che invece contraddistingueva il nostro lavoro anni fa. Il nostro obiettivo è quello di far aprire gli occhi a questi ragazzi, dando loro un’altra visione del mondo dell’artigianato. Sfortunatamente in tanti oggi preferiscono lavori più semplici, come l’influencer o lo youtuber: sono professioni che ti danno subito qualche soldo in più, anche se non c’è la fatica e la felicità di creare qualcosa con le tue mani, con attenzione e cura.

Nel tuo caso specifico, qual è la bellezza dell’essere artigiano?

Il mio lavoro mi dà una grandissima soddisfazione, perché faccio qualcosa che è unico nel suo genere. La cosa più bella è sicuramente quella di creare un prodotto che nessun altro ha. Poi io sono una persona particolare, singolare, mi piace diversificare e sperimentare, fare le cose a modo mio e, ogni tanto, anche qualche piccola pazzia. Come dicevo, ho sempre cercato di fare questo lavoro in modo da rispecchiare il mio carattere, ciò che sono realmente. E questa è la cosa che più mi piace.

 

Tu hai raggiunto un grande successo, ma è chiaro che ci vogliono passione, fatica e dedizione. Quali consigli ti sentiresti di dare ai giovani che vogliono entrare nel mondo dell’artigianato ma che, di contro, magari hanno qualche perplessità o timore?

Quando inizi qualcosa di nuovo, spesso chi ti sta attorno non è convinto e ti dice di mollare. È capitato anche a me. Io però sono andato avanti perché credevo, e credo ancora, negli obiettivi che mi sono sempre posto e che cerco di raggiungere ogni giorno. Ai giovani dico di avere coraggio, ma soprattutto pazienza. E poi ci vuole un obiettivo che sia nobile, non solo legato al guadagno, perché quest’ultimo può non arrivare subito e allora, in molti casi, si pensa di mollare. Ma non bisogna arrendersi davanti alle difficoltà: anzi, è in quel momento che si deve andare avanti con ancora più convinzione.

DATA DI PUBBLICAZIONE

25.07.2023

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