Il museo delle stufe Tapparelli: storia e innovazione del calore trentino
di Genny Tartarotti, giornalista Associazione Artigiani Confartigianato Trentino
Linee morbide e profili curvi. Delicate sfumature di colore e raffinate decorazioni testimoni di antichi modi di percepire e interpretare il mondo. Le storiche stufe a olle trentine evocano una bellezza arcana, rustica e raffinata allo stesso tempo. Forse è il loro legame con la vita privata delle persone, la loro capacità di riscaldare non solo l’ambiente, ma anche il cuore, o ancora la facoltà di unire bellezza e praticità, ad affascinare così tanto Patrizio Tapparelli, titolare, insieme al fratello Donatello, della Tapparelli, impresa con sede a Lamar di Gardolo, fondata nel 1980 dal padre Roberto.
Quest’anno – spiega Patrizio – celebriamo con orgoglio il nostro 45° anniversario aziendale, un traguardo che rappresenta non solo il nostro lungo percorso nel mondo dell’artigianato, ma anche il forte legame con il territorio e con le persone che lo rendono vivo. Da sempre crediamo nei valori del lavoro artigianale, nella cura per i dettagli e nella passione per la qualità, elementi che ci hanno permesso di crescere e innovare restando fedeli alle nostre radici.
Quella di Patrizio è una passione innata che lo ha portato negli anni a condurre studi e ricerche per indagare origini, storia e curiosità di quelle che possiamo definire delle vere e proprie opere d’arte. Un lavoro di approfondimento da cui è nato un libro, una monografia, scritta a quattro mani, insieme allo storico Pietro Marsilli, dal titolo: Bormiolli. Le stufe a olle di Trento (1763-1889).
In questa e nella foto sopra Roberto Tapparelli
Le stufe a olle – spiega Patrizio – appartengono a un ambito di nicchia, ma rappresentano un capitolo della storia locale ricco di valore culturale e umano che merita di essere valorizzato.
Il Museo delle Stufe: un viaggio nel tempo
Per Patrizio, la ricerca non poteva fermarsi alle pagine di un libro. Da quella stessa passione, all’interno del capannone che ospita il laboratorio, ha preso forma un museo, un luogo dove la storia non si legge soltanto, ma si tocca, si osserva e si vive attraverso gli oggetti, i materiali e l’antica maestria degli artigiani.
Durante il lockdown – racconta Patrizio – , mentre aspettavamo di ripartire, abbiamo pensato di ricavare uno spazio per raccogliere i pezzi che ristrutturiamo e collezioniamo.
Nel museo sono custodite attualmente 50 stufe, frutto di un meticoloso lavoro di recupero e restauro, ognuna con la propria storia e identità. Si va dalle imponenti stufe monumentali, nate per stupire con la loro estetica raffinata, a quelle contadine, più essenziali e funzionali, pensate per la vita di tutti i giorni. Ma ogni pezzo, senza eccezione, è unico e porta con sé il segno della manifattura trentina.
Lo scopo – afferma – è quello di valorizzare i prodotti dei maestri artigiani che ci hanno permesso di essere ciò che siamo oggi.


Un museo nel cuore dell’azienda: la storia delle stufe trentine
Ogni stufa, esposta nel museo allestito all’interno della sede di Tapparelli, racconta una storia unica, testimoniando l’evoluzione dell’arte e della tecnica artigianale. La più antica, risalente al periodo 1620-1640, proviene dal Castello di Castellano sopra Villa Lagarina ed è un esempio straordinario della maestria locale. Alcuni modelli presentano decorazioni gotiche, altri motivi rinascimentali o influenze Biedermeier, riflettendo i gusti e le tendenze delle varie epoche. Nate nell’arco alpino come evoluzione dei forni da cucina, le stufe ad olle si sono trasformate in elementi iconici delle abitazioni montane. In Trentino, sono diventate un simbolo di calore, design e ingegno artigianale, unendo tradizione e innovazione nel corso dei secoli.
Innovazione e sostenibilità: la produzione contemporanea
L’unione tra la conoscenza delle tecniche artigianali del passato e l’innovazione tecnologica dà vita a prodotti all’avanguardia, capaci di coniugare estetica e funzionalità. Se il 50% dell’attività è dedicato al restauro, l’altra metà è incentrata sulla progettazione e realizzazione di pezzi moderni. Le stufe a biomassa ed elettriche ne sono un esempio perfetto: soluzioni efficienti e sostenibili, progettate per rispondere alle esigenze contemporanee. Il design moderno, caratterizzato da linee essenziali e pulite, esalta l’eleganza della semplicità, rendendo questi elementi non solo strumenti di riscaldamento, ma autentici complementi d’arredo.
Grazie alla continua ricerca, alla cura per il dettaglio e alla qualità artigianale, l’azienda ha firmato prestigiosi restauri per privati e istituzioni, tra cui quelli delle stufe di Castel Thun, Castel Caldes e del Castello del Buonconsiglio.
Tapparelli è oggi un punto di riferimento del settore. Pur operando come fumista, categoria tradizionalmente legata alla produzione di sole stufe ad olle, l’azienda ha scelto di ampliare la propria offerta con prodotti complementari, tra cui stufe a pellet, cucine a legna e caminetti. Questa strategia di diversificazione si è rivelata particolarmente vincente durante la pandemia, periodo in cui la domanda di stufe ad olle ha subito un calo significativo, mentre si è assistito a una riscoperta delle cucine a legna. Grazie a questa flessibilità, Tapparelli è riuscita a mantenere stabile la propria attività anche nei momenti di crisi.
Innovare non significa stravolgere
L’impegno costante di Patrizio, che sta lavorando ad un secondo libro sulla storia delle fornaci operative in Trentino dalle origini documentate (età dei Reti) fino alla Prima Guerra Mondiale, non solo permette di valorizzare il patrimonio artigianale locale, ma contribuisce allo sviluppo di nuove competenze e soluzioni innovative.
Analizzando le tecniche costruttive tradizionali, i materiali utilizzati e i principi di accumulo e diffusione del calore – spiega – possiamo comprendere quali soluzioni si sono rivelate più efficaci nel tempo. Questo studio non solo permette di valorizzare il patrimonio artigianale locale, ma anche di ottimizzare i processi produttivi, migliorare l’efficienza energetica e integrare nuove tecnologie senza compromettere la qualità e l’autenticità del prodotto. Innovare, infatti, non significa stravolgere, ma far evolvere un sapere consolidato, adattandolo alle esigenze contemporanee senza perderne l’essenza.


Dal passato al futuro: un evento per unire i professionisti del settore
Ogni anno Patrizio (il più giovane Maestro Artigiano Fumista della provincia) organizza una giornata culturale dedicata ai colleghi fumisti, un’occasione preziosa per approfondire la storia, le tecniche e l’evoluzione del settore. L’ultima edizione si è svolta tra Palazzo Firmian a Mezzocorona e il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele. Questo evento rappresenta non solo un momento di aggregazione, ma anche un’opportunità per il confronto e la condivisione di idee. Attraverso visite guidate, discussioni e workshop, i partecipanti possono trarre spunti innovativi, rafforzare il networking e contribuire alla crescita collettiva del settore. “Nei primi anni non sentivo l’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino come qualcosa di mio – rivela Patrizio –, ma oggi la considero un vero punto di riferimento, capace di mettere in contatto chi opera nello stesso settore. Siamo associati fin dalla nascita. In questi 45 anni sono cambiate molte cose. Un tempo nostro padre vedeva i colleghi quasi esclusivamente come concorrenti, mentre oggi io e mio fratello li vediamo come parte di una comunità con cui condividere esperienze e crescere insieme”.