Ius Scholae, De Zordo: “Scuola può essere strumento di integrazione”
Negli ultimi giorni si è parlato tanto dello Ius Scholae, la proposta (depositata alla Camera) di rendere cittadini italiani coloro che nascono o arrivano in Italia prima del dodicesimo anno d’età e che completano cinque anni di studio nel nostro Paese in uno o più cicli di istruzione.
Si tratterebbe di una novità normativa sicuramente importante rispetto alla quale le imprese e i loro portavoce in Trentino si sono detti per il momento abbastanza favorevoli, o quantomeno non assolutamente e fin da subito contrari.
Sì perchè lo Ius Scholae potrebbe rappresentare una soluzione anche per quanto riguarda il tema della manodopera, consentendo di fatto a queste persone di trovare opportunità di lavoro sul territorio italiano in virtù anche e soprattutto della loro cittadinanza.
All’interno di questo dibattito è intervenuto anche il presidente di Associazione Artigiani Confartigianato Trentino, Andrea De Zordo, il quale (come riportato dal giornale locale Corriere del Trentino di oggi 27 agosto) ha spiegato:
Esiste un problema, quello della concreta mancanza di manodopera, che è trasversale a tutti i settori. Sarebbe uno spreco immaginare di non coinvolgere le persone che abbiamo già in Italia, e che possono avere fatto un percorso formativo significativo. Questo ovviamente nell’ottica per cui la scuola possa essere uno strumento di integrazione. Non vedo lo Ius Scholae come qualcosa da boicottare a prescindere. Logico che le persone che nascono in Italia e la riconoscono come casa possono essere un’opportunità da cogliere nel nostro ambiente per la forza lavoro. Bisognerà valutare nello specifico le sfumature. Ma non è un no a prescindere.