La scure di Bruxelles su reverse charge e split payment. La battaglia continua!

Il no di Bruxelles
conferma le ragioni di Confartigianato: le deroghe al sistema di riscossione frazionato dell’IVA possono essere concesse solo quando sono l’unica alternativa agli ordinari controlli per combattere l’evasione del tributo. E, nel caso del reverse charge, secondo l’Europa, non può essere usato sistematicamente per mascherare la sorveglianza inadeguata delle autorità fiscali di uno Stato. Una motivazione che, secondo Confartigianato, si adatta perfettamente anche al caso dello
split payment, il meccanismo in vigore da gennaio, in base al quale gli Enti pubblici versano direttamente allo Stato, e non alle aziende fornitrici, l’imposta sugli acquisti di beni e servizi. E così, le aziende rimangono in credito di Iva e devono aspettare mesi prima di vedersela rimborsata.
Ora, dopo la bocciatura del reverse charge,
anche sullo split payment pende il giudizio della Commissione europea.
Proprio a Bruxelles Confartigianato si era rivolta per contestare questa misura che, in nome della lotta all’evasione fiscale, priva le aziende oneste di un bel po’ di liquidità e consente allo Stato di fare cassa. La Confederazione ha calcolato che la
norma sui crediti Iva costa alle imprese 230 milioni di euro. In particolare, nel febbraio scorso, i
costruttori di Anaepa Confartigianato hanno segnalato ai Commissari europei interessati alla materia l’impatto negativo sulle imprese e la scelta dell’Italia di applicare lo split payment senza aspettare il parere positivo di Bruxelles. Parere necessario visto che si tratta di una misura di deroga in materia di Iva. Per Confartigianato lo split payment non rispetta i principi che giustificherebbero la deroga: non è una misura temporanea e non è necessaria per combattere l’evasione fiscale, visto che coinvolge imprenditori che già emettono fattura elettronica. E, dulcis in fundo, non c’è proporzione tra i vantaggi per lo Stato e i costi a carico delle imprese.
Insomma, sullo split payment l’Italia ha fatto il passo più lungo della gamba e, ora, sulla legittimità della sua applicazione, non resta che attendere il giudizio dell’Europa.
«Confartigianato sta proprio facendo di tutto per combattere le misure sbagliate del Governo in materia di reverse charge e split payment!» E’ questo il parere di
Nicola Berardi,
Direttore dell’Associazione Artigiani di Trento, nell’apprendere con soddisfazione l’ultimo provvedimento della Commissione europea che ha bocciato il meccanismo del reverse charge per la grande distribuzione.
«Purtroppo è una “sentenza” parziale perché non riguarda tutti gli ambiti cui è applicato il meccanismo. In ogni caso fa ben sperare –continua
Berardi.
Ciò che importa è che la nostra Confederazione sostenga a livello europeo la battaglia soprattutto contro lo split payment, un meccanismo che ha messo in grandissima difficoltà molte piccole imprese aggravando il loro stato di liquidità. L’
Associazione lo aveva subito denunciato
e, tramite la Confartigianato nazionale,
la battaglia è stata intrapresa. Abbiamo speranza che il giudizio dell’Europa sia tranciante sull’operato del nostro Governo.»

DATA DI PUBBLICAZIONE

03.06.2015

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