Le nostre piccole imprese trainano l’economia

Manodopera qualificata e vaccini per uscire dalla crisi

E’ uscito oggi sul Corriere del Trentino un articolo che riporta le parole del Presidente Segatta rispetto alla situazione attuale. Lo riportiamo qui.

 

Artigiani, metà imprese unipersonali «C’ è la crescita, serve manodopera»

In regione 26.345 aziende, prevale l’ edilizia. Corrarati e Segatta: «Sfide: competitività e vaccini»

Trento – Imprese artigiane piccole ma forti, per la metà composte da un solo addetto, che hanno superato l’ emergenza Covid meglio delle grandi. Con una prevalenza di aziende nel settore costruzioni, sia in Trentino con 6.923 sulle 12.155 aziende totali (56,9%), sia in Alto Adige con 4.824 imprese su 14.190 (33,9%). Una fotografia, quella che emerge dai dati di Ispat e Ire, che mette in risalto anche qualche criticità per le 26.345 aziende in regione. «La carenza di manodopera specie nell’ edilizia», come spiega il presidente dell’ Associazione Artigiani trentini Marco Segatta, che invita «a vaccinarsi per far ripartire l’ economia». E la «riqualificazione del capitale umano, rintracciando i soldi del Pnr (Piano nazionale di Riforme), un’ azione necessaria altrimenti non saremo capaci di rimanere nel mercato», esorta il presidente di Cna Trentino Alto Adige, Claudio Corrarati.

Dagli ultimi dati pubblicati da Ispat, l’Istituto di statistica della Provincia di Trento, emerge una situazione nonostante tutto ancora solida delle aziende artigiane trentine. Complessivamente sono 12.155: di queste 2.147 sono in Val d’ Adige, 1.793 in Vallagarina, 1.228 in Alta Valsugana, poco più di 1.000 in val di Non, così nelle Giudicarie e nell’ Alto Garda. La metà delle imprese (6.923) è composta da un solo addetto, 4.700 ha tra i 2 e i 5 addetti e solo 490 ne dispongono di 10 e oltre.

«Si conferma una situazione del mondo economico qui, come in tutta Italia, formata da piccole microimprese – commenta il presidente degli Artigiani trentini Segatta – che hanno permesso, pur con difficoltà, di superare l’ emergenza Covid». Prevalgono per quantità numerica le aziende nel settore delle costruzioni (5.256), che ha tenuto maggiormente durante la crisi economica 2008-2018, così come durante la pandemia anche grazie al «110%», seguito da quello della manifattura (con 2.404 aziende). Sono invece 186 le aziende che operano nel settore dell’ agricoltura.

D’ accordo sulla forza delle piccole realtà economiche, il presidente della Cna Trentino Alto Adige Corrarati: «Per molti è vista come una debolezza, in realtà noi la riteniamo una forza su territori piccoli come i nostri, dove si possono radicare in un contesto dove fare vivere comprensori, città, quartieri». In provincia, le imprese artigiane sono quasi un terzo del totale (14.190 su 60.067), come emerge dall’ ultimo rapporto mensile di Ire (Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano), con una ripartizione tra i settori all’ interno delle imprese piuttosto omogenea. Anche qui prevale il settore delle costruzioni, con 4.8246 aziende, seguito da commercio, trasporti e alberghi (3.419), industria (2.738) e altri servizi (3.206). La media di addetti per impresa è di 3,3 (fanno eccezione panetterie e macellerie con 17 e 10 occupati). Un dato storico consolidato di un’ imprenditoria fondata sulla piccola azienda che funziona, anche se emerge qualche debolezza: «L’ approccio mentale all’ aspetto economico della gestione dell’ azienda – dice Corrarati – lavoriamo molto su questo per permettere alle aziende di agire da grandi». E poi c’ è l’ unione per essere più forti e competitivi. «Serve aggregarsi in gruppi più consolidati di rete, è questo l’ altro obiettivo: mantenere identità ed essere forti con consorzi che abbiamo progetti specifici». Una sfida futura che si collega a un’ altra mission per essere competitivi: «Riqualificare il capitale umano, ritracciando i soldi del Pnr, Piano nazionale di riforme, per sopravvivere i prossimi 20 anni». Temi che saranno affrontati nell’ assemblea dell’ 11 settembre col rinnovo delle cariche.

Anche Segatta pensa al futuro. Cominciando dal vaccino.«Serve la responsabilità di tutti per non chiudere», dice richiamando al «rispetto verso sé stessi e verso gli altri per ripartire e non chiudere». E poi la capitalizzazione delle aziende: «Su questo devono lavorare: più si va avanti, anche con sistema bancario, più serve patrimonializzare le imprese per far crescere gli imprenditori».
Infine, la manodopera, carente specie nel settore dell’ edilizia che sta crescendo dai dati del primo trimestre, con un aumento di qualche decimale che mostra un’ inversione di tendenza di numero di aziende e addetti «che dà fiducia». E se nella crisi 2008-2018 si perse il 50% di addetti, la ricerca di manodopera incombe, anche nella manifattura e impiantistica .

DATA DI PUBBLICAZIONE

31.08.2021

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