Cinque anni fa, quando maturavo la decisione di rendere pubblici, attraverso queste pagine, i bilanci del nostro mondo associativo, molte persone cercarono di convincermi a non farlo. Ricorrendo alle più svariate, e per loro assolutamente giustificate, motivazioni. Che andavano da “non l’abbiamo mai fatto prima” a “le altre categorie economiche ci fanno i conti in tasca”, da “i nostri artigiani non capiscono: se il risultato sarà buono, pretenderanno di pagare meno le quote associative ed i servizi mentre, se non lo sarà, diranno che la struttura è incapace di fare impresa ma è bravissima a buttare via il nostro denaro”, per finire al tradizionale “non facciamo vedere i nostri risultati, sai quell’ipocrisia e quell’invidia tutta trentina..”. Ebbene, non solo non mi pento di quella decisione e di avere dato ogni anno i numerima ritengo che sia stato veramente importante farlo ieri e, dunque, voglio ripeterlo anche oggi. Poiché penso come anche questo modo di agire abbia contribuito a far passare l’idea che il nostro mondo associativo non è più un insieme sconnesso di realtà diverse ma un unico soggetto coordinato la cui testa è rappresentata dall’Associazione, i bracci operativi da Trentino Imprese e da SAPI. E, se vogliamo, con gambe che si chiamano Cooperativa Artigiana di Garanzia, Ente Bilaterale, patronato INAPA, Mutua artigiana. Senza dimenticare l’ANAP, l’associazione dei nostri pensionati, a conferma che artigiani si nasce e si continua ad essere artigiani anche una volta concluso il percorso lavorativo. Insomma, credo si sia data vita ad un unico soggetto – o piuttosto un soggetto unico – in grado di camminare al fianco dei propri associati, di consigliarli sulla strada più opportuna da percorrere, di tutelarli senza timori e senza esitazioni negli interessi sindacali ed economici, di accompagnarli nelle scelte di crescita, di consolidamento, di sviluppo aziendale.Vado ai numeri. Nel 2014 l’Associazione, Trentino Imprese, SAPI hanno prodotto ricavi per € 19.598.960, costi per € 18.340.310 ed il risultato operativo, dunque, viene fissato in € 1.258.650. Sono state poi pagate imposte per € 931.905 e l’utile netto è di € 326.745. Quindi ritengo di poter dire che, ancora una volta, abbiamo fatto il nostro dovere tanto nei confronti dell’erario quanto dei nostri collaboratori i quali, nelle 17 sedi disseminate sul territorio provinciale e come nel 2013, sono sempre 253, 72 uomini e 181 donne. A riprova che “la tutela del genere femminile” non è affatto difficile: invece di spenderla a parole, è sufficiente praticarla. Chiudo questi dati essenziali con il nostro patrimonio immobiliare oggi valutato 12.725.211 euro. Allo stesso modo, nei prossimi mesi, quel soggetto unico andrà ad assumere un ruolo ancora più significativo in quanto dall’incontro tra Confidimpresa (industriali, commercianti, esercenti) e Cooperativa Artigiana di Garanzia (artigiani e piccola impresa) vedrà la luce un nuovo Confidi. L’operazione è stata suggerita mesi fa dalla politica provinciale, e spinta da Banca d’Italia, a fronte delle gravi difficoltà in cui si è venuta a trovare Confidimpresa. E, per dirla tutta, l’Associazione ha deciso di intervenire non tanto per le pressioni politiche o finanziarie o per smania di protagonismo quanto per quel senso di responsabilità che contraddistingue da sempre il nostro mondo. Se Confidimpresa, infatti, non avesse trovato nella Cooperativa Artigiana di Garanzia una sponda sicura avrebbe dovuto chiudere e ciò avrebbe significato soffocare tanto le quasi quattromila imprese che fanno riferimento a Confidimpresa quanto gli istituti di credito coinvolti che, in un attimo, avrebbero visto trasformate in carta straccia le garanzie prestate. È evidente che l’Associazione e la Cooperativa Artigiana di Garanzia hanno posto delle minime condizioni. A partire dalla governance, per proseguire con la gestione operativa. Perché il nostro modo di agire è sempre stato quello della massaia: mai operazioni dissennate ed inutili ma sempre spese oculate e necessarie – di molto inferiori alle entrate – altrimenti la famiglia non sta in piedi e non mette nulla a risparmio. E proprio per avere tenuto tale comportamento oggi la nostra famiglia è in grado di “dare una mano”: con un capitale di circa 24 milioni di euro, con garanzie per circa 80 milioni, con quasi 8 milioni di piccoli finanziamenti diretti alle piccole imprese, con risorse in movimento per circa 170 milioni, con sofferenze inferiori ai 5 milioni, sempre di euro. Nel nuovo Confidi sicuramente ci sarà spazio, ruolo, dignità per le diverse componenti. Sia perché Confidimpresa – una volta rifinanziata dalla politica provinciale – ha dimensioni simili a quelle della Cooperativa Artigiana di Garanzia sia perché chi mi conosce sa che non parlo di imprese mie o sue, nostre o loro ma, semplicemente, di imprese. Oltre il recinto dell’appartenenza. Perché, quando vanno bene le imprese, va bene tutto.. dall’istruzione alla sanità, dalla ricerca ai trasporti, dalle famiglie alla comunità. Domani si dovrà poi ragionare tra il Confidi che sarà e la Cooperfidi. Quindi, il lettore perdoni la franchezza, tra chi come me si sente sempre uguale e chi invece si sente sempre diverso.. ma questa è un’altra storia.Roberto De Laurentis – Presidente Associazione Artigiani di Trento