Le stampe in 3D di Alessandro Saffi, l’artigiano digitale di Belemis Hub

Un’attività sicuramente particolare, per certi aspetti unica, proprio come deve essere quella di un artigiano. Ma, in questo caso, non di un artigiano qualsiasi, ma di quello digitale.

Questa la storia di Alessandro Saffi di Belemis Hub, da oltre 12 anni nel settore della stampa 3D a Riva del Garda, oramai un punto di riferimento in questo comparto e capace di realizzare le cose più incredibili e bizzarre.

Nei laboratori di Alessandro e della sua famiglia, in effetti, prende forma veramente qualsiasi cosa: dalle maschere ai modelli di film e cartoni animati, dagli anelli per fidanzamento fino alle riproduzioni degli edifici in scala. Ma anche parti del corpo umano, addirittura scannerizzazioni di persone. Insomma, quella dell’artigiano digitale sembra essere una professione complessa, ma anche variegata e ricca di novità. In un mercato, tra l’altro, che ha preso piede in modo importante negli ultimi anni.

Ogni giorno, spiega ancora l’artigiano, arriva una richiesta diversa, che si trasforma in una sfida quotidiana: dall’idea si passa allo studio, poi ai macchinari ed infine si arriva al prodotto finito. Sempre differente da quello prima, ma con un grande elemento in comune tra tutti: la passione e l’attenzione ai minimi dettagli del risultato finale.

 

Quella della Belemis Hub è sicuramente una storia particolare, ed ecco perchè abbiamo voluto intervistare Alessandro e farci raccontare come è nata questa passione per il mondo della tecnologia ma, soprattutto, come il settore si è evoluto nel tempo.

 

Alessandro, partiamo dal principio: come nasce l’idea di avvicinarsi al mondo delle stampe in 3D?

Sono un appassionato di elettronica e nel 2009, studiando per conto mio, ho iniziato a capire meglio questo settore, leggendo manuali più tecnici e capendo come allestire una stampante 3D in casa. In realtà, nei libri che ho letto veniva spiegato maggiormente proprio come costruirle più che come adoperarle. Anche perchè bisogna pensare che, all’inizio e dunque appena qualche anno fa, questo tipo di tecnologia era “artigianalissima”: non esisteva nulla e nemmeno le multinazionali erano interessate a questa strumentazione. Poi nel tempo macchinari e tecnologie sono migliorate e cresciute, come il mercato.

Si tratta in effetti di un settore davvero particolare, anche perchè tu stesso hai una grande inventiva e crei praticamente ogni cosa con le tue stampanti…

Ammetto che questo comparto è veramente molto ampio e noi ne siamo una concreta dimostrazione. Cosa realizziamo? Qualsiasi oggetto. Se hai un’idea, noi proviamo a concretizzarla! Possiamo creare maschere per cosplayer (persone che si travestono da personaggi di cartoni animati o film) o da samurai, ma anche parti del corpo, seppur non biocompatibili.

 

Parti del corpo? In che senso?

Nel senso che un dottore o un chirurgo può chiederci, come già successo, di realizzare una parte del corpo per capire come intervenire e magari fare un’operazione. Ma non è tutto: possiamo anche ricreare, ovviamente in scala, interi edifici. Si crea un modello in tre dimensioni a computer e poi si procede con la stampa. Sembra incredibile, ma possiamo farlo davvero.

 

Tu sei una figura particolare, un “artigiano digitale”: come e perchè hai deciso di rendere questa passione un lavoro?

All’inizio ci siamo dovuti “fare le ossa”, comprando la prima stampante in 3D per farci conoscere. Poi siamo entrati in contatto con un’azienda olandese che cercava collaboratori che mettessero a disposizione i loro macchinari per realizzare specifici prodotti. Siamo poi cresciuti nel tempo ed ora, grazie all’aiuto di mia moglie e dei miei figli, abbiamo 10 stampanti e 2 scanner, capaci di scansionare addirittura un essere umano!

Alessandro Saffi al lavoro nel proprio laboratorio,
circondato dai macchinari e dalle stampanti 3D

La Belemis Hub può realizzare anche parti del corpo umano

Sembra però un lavoro in cui non si può procedere da soli, ma occorre lavorare in team: giusto?

Certamente. Tutti i clienti chiedono personalizzazioni, adattamenti e modifiche: ogni giorno si imparano cose nuove ed è un settore in cui l’auto-apprendimento e l’aggiornamento devono essere continui. Ma ovviamente, come in tutti i settori tecnici, anche in questo è necessario confrontarsi costantemente con gli ingegneri, gli sviluppatori e gli addetti a ricerca e sviluppo: per arrivare al risultato finale serve collaborare e confrontarsi con figure diverse. Le mie competenze riguardano ad esempio l’ambito artistico, oltre chiaramente a quelle che consentono il funzionamento dei macchinari che utilizziamo tutti i giorni.

 

Alessandro, un’ultima cosa: c’è qualche messaggio che vuoi lanciare ai giovani che intendono avvicinarsi non solo a questo lavoro, ma al mondo artigiano in generale?

Dico loro di andare avanti piano, senza fermarsi ma con pazienza. All’inizio si può partire come dipendenti, poi si presenterà la possibilità di crescere ed ampliarsi. Io personalmente ho iniziato quando avevo venticinque anni ed ora, qualche anno più tardi, posso dire di aver fatto la scelta giusta e aver trovato la mia strada.

DATA DI PUBBLICAZIONE

09.08.2010

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