Merz Tendaggi: l’azienda nata con una stretta di mano
di Genny Tartarotti
A 89 anni Gino Merz è un uomo dai modi gentili, ma schietti, che emana una sicurezza delicata, data dall’esperienza. Ogni giorno, immancabilmente anche se in pensione, entra in azienda, la Merz Tendaggi di Trento, che da lui ha preso il nome. A volte solo per leggere il giornale, altre per scambiare due parole con i collaboratori. Un’abitudine? Forse. Sicuramente un modo per non rompere il legame con una parte di sé. Quella rappresentata dall’attività che nel 1975 ha fondato insieme alla moglie, Giuliana Stringari e che oggi festeggia 50 anni. Il progetto di una vita, un’avventura fatta di sogni, sfide e momenti di semplice gioia quotidiana. Un connubio di impresa e famiglia. Quella che da piccolo Gino non ha avuto. Il 2 settembre del 1943, all’età di 7 anni, perde la madre Enrica sotto i bombardamenti alla Portela. Da quel momento per Gino inizia un lungo periodo tra collegi e istituti: prima a Fai della Paganella, poi a Pinè, all’Opera Serafica di Cognola, dove erano ospitate decine di orfani di guerra e infine agli Artigianelli di Trento.
Tutto sommato sono stato bene – ricorda – qualcuno scappava, ma a me andava bene così. Ho imparato a suonare il bombardino e soprattutto a essere resiliente.
A 18 anni lascia il collegio e inizia a lavorare come falegname in mobilifici e aziende della zona. Il suo desiderio è di entrare alla Michelin, ma la sua domanda viene respinta più di una volta.
Le agevolazioni per gli orfani di guerra – spiega – erano riservate a chi aveva perso il padre, non la madre. Alla fine sono riuscito a farmi assumere solo perché cercavano calciatori per la squadra aziendale.
Giuliana Stringari e Gino Merz
La svolta
Poi arriva la svolta. Un giorno del 1975 Gino riceve una telefonata inaspettata. È un rappresentante dell’Arquati di Parma che, avendo probabilmente sentito parlare di Gino dalle realtà locali con cui lavorava realizzando binari per tendaggi, lo cerca per proporgli una collaborazione. Così, insieme alla moglie si reca a Parma per incontrare Franco Arquati.
Quando mi sono trovato di fronte a lui – ricorda – ho avuto subito l’impressione che fosse una persona seria e corretta. In quell’azienda ho ritrovato lo stesso ordine a cui ero abituato alla Michelin e mi ha dato fiducia. In quel momento non avevamo il denaro necessario per avviare l’attività, ma lui mi rassicurò dicendomi che lo avrei pagato non appena ne avessi avuto la possibilità. Così nacque la nostra impresa: con una stretta di mano.
Gino Merz al lavoro
I primi passi
L’attività l’abbiamo aperta a mio nome, perchè Gino lavorava ancora alla Michelin – spiega Giuliana, da dieci anni fuori dalla gestione quotidiana, ma che ancora oggi dà una mano da casa smistando chiamate e seguendo i lavori di sartoria – . Quando ho presentato i documenti necessari, la commissione mi disse: ‘Signora, questo non è mica un lavoro da donna!’.
La prima sede è un garage in Clarina. Gino realizza mantovane e binari in legno mentre Giuliana gestisce i conti.
Il laboratorio non disponeva di un telefono – spiega Gino – . A casa avevamo un apparecchio duplex che condividevamo con una famiglia che viveva vicino a noi: gli ordini perciò arrivavano lì e Giuliana li ritirava e poi li portava in laboratorio.
Non è stato semplice – interviene Giuliana – ma è stata un’avventura bellissima. Fin da subito siamo entrati a far parte dell’Associazione Artigiani. Per noi è stato importante. Ci siamo sempre sentiti tutelati. Sentivamo di far parte di una squadra.
Insieme riescono a trasformare il piccolo laboratorio in una realtà ben avviata basandosi sul lavoro, la correttezza e la fiducia.
La parola data è per noi un valore imprescindibile. La stretta di mano vale più di cento carte. E la voglio sentire davvero.
Nei primi anni ottanta si trasferiscono in un magazzino in Viale Verona:
Quello fu un momento di grande soddisfazione – racconta Gino – la nostra attività si stava consolidando.
In seguito si spostano in via al Deserto e successivamente in via Fersina, dove l’impresa si trova ancora oggi.
Con gli anni l’offerta si amplia: tende per interni e per esterni, zanzariere che uniscono praticità e stile, e biancheria per la casa personalizzata che trasforma ogni ambiente in qualcosa di unico. Alla base una filosofia chiara:
Il bello è creare il prodotto non vendere qualcosa di già pronto.
Gino e Giuliana insieme alla figlia Monica e al genero Paolo Pamato
Ordine, metodo, correttezza, integrità
Oggi l’attività viene portata avanti dalla figlia Monica insieme al marito Paolo Pamato e a una decina di collaboratori. Ma Gino continua a trasmettere ai giovani collaboratori ciò che ha imparato in una vita di lavoro:
L’ordine e il metodo sono fondamentali. E poi la correttezza e l’integrità che valgono più di qualsiasi risultato immediato. Sono questi i pilastri su cui si costruisce davvero un’impresa”.
Quando gli si chiede quale consiglio darebbe a un giovane che desidera mettersi in proprio Gino non nasconde le difficoltà:
La burocrazia oggi è tanta. Servono capitali e collaboratori fidati fin dall’inizio. Non è affatto semplice, ma non bisogna perdersi d’animo. Sono necessarie intraprendenza e tenacia.
Valori che Gino e Giuliana hanno sempre incarnato trasformando il lavoro in molto più di un mestiere o di un business. Un vero e proprio un modo di vivere.