“Oltre il Silenzio”: presenza e ascolto non giudicante per abbattere i tabù sul tema del suicidio

Ieri, 10 settembre, ricorreva la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio e proprio per questo, la nostra Associazione ha collaborato con A.M.A. per la creazione dell’evento “Oltre il Silenzio”. L’iniziativa ha riunito esperti e cittadini per affrontare insieme il tema del suicidio, parlandone senza vergogna e paura.

Durante l’evento è intervenuto anche il nostro presidente territoriale Giorgio Zanei:

Abbiamo deciso di essere parte attivare di questa giornata per coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza. L’intento è di entrare nel silenzio per dargli voce. 

Come artigiani abbiamo voglia di costruire il futuro della nostra comunità e una condizione essenziale è la serenità delle persone e delle famiglie.

Noi vogliamo esserci. 

 

Le cause, fattori di rischio e fattori protettivi

La Dottoressa Wilma Di Napoli ha aperto la serata illustrato le cause che possono portare una persona a pensare al suicidio: dall’abbandono psicologico e la violenza, alle malattie psichiche e fisiche e l’abuso di sostanze (particolarmente diffuso tra i giovani). Ha evidenziato situazioni di vita a rischio come rotture affettive, stress lavorativo e familiare.

I fattori protettivi invece sono:

  • Forte consapevolezza del proprio valore e fiducia in sé stessi
  • Capacità di chiedere aiuto, di confrontarsi con gli altri e di imparare
  • Una buona rete di relazioni
  • L’integrazione nel lavoro, attività culturali e di tempo libero
  • Stile di vita sano
  • Rete di servizi sociosanitari

Target del fenomeno suicidario

La psicologa Martina Segatta ha poi identificato tre “target” del fenomeno:

  • le persone in difficoltà
  • chi è preoccupato per altri
  • i “sopravvissuti”

Ha spiegato che l’elemento che accomuna chi decide di suicidarsi è “un dolore emotivo e psichico così intenso da non poter essere ignorato“. Queste persone “non negano la vita e non cercano la morte, ma cercano una via d’uscita a una sofferenza che è diventata insopportabile.

 

L’importanza dell’ascolto, della presenza e della normalizzazione

Entrambe le relatrici hanno enfatizzato il potere dell’ascolto “vero, autentico, non giudicante” e della vicinanza per offrire speranza. Non sempre infatti, ci è possibile risolvere i problemi degli altri e aiutarli a superare le loro sofferenze, ma la nostra vicinanza ha un potere più grande di quanto potremmo immaginare.

703.000 sono le persone che sono arrivate al suicidio nel 2019 secondo le stime dell’OMS. Si tratta di un serio problema che rientra tra le prime quattro cause di morte a livello mondiale, insieme a incidenti stradali, violenza interpersonale e tubercolosi.

“Non è scontato avere accanto persone disposte ad ascoltare in modo non giudicante. Non bisogna per forza fornire una soluzione, a volte anche riconoscere il dolore degli altri e restare è potente”.

“Parlare di suicidio è la prima forma di prevenzione, purché lo si faccia in maniera non giudicante”.

La vera forza nelle forze armate

“La vera forza militare nasce dal riconoscimento della vulnerabilità e fragilità umana. Riconoscere le fragilità non indebolisce, ma rafforza” ha aggiunto durante il suo intervento il maresciallo Filippo Marco Maria Bisanti.

È stato un evento ricco, di spunti e riflessioni, intervallato da alcuni brani a tema letti dall’autrice Sara Conci. Un momento diverso, in cui la paura nei confronti di un argomento così delicato, ha lasciato spazio all’ascolto, al confronto e al lato più umano di ognuno di noi.

Le priorità per la prevenzione:

  • Consapevolezza: informarsi e indagare sul fenomeno.
  • Comunicazione e condivisione: parlare apertamente del suicidio.
  • Ascolto non giudicante e accoglienza: essere presenti per chi soffre.
  • Supporto: offrire aiuto concreto e umano.
  • Normalizzazione della richiesta d’aiuto: riconoscere che “nessuno può farcela da solo” e chiedere aiuto è un diritto.
  • Orientamento ai servizi specialistici: indirizzare le persone verso il supporto professionale.

Nel corso della serata è stato anche evidenziato come le nuove generazioni stiano attivamente contribuendo ad abbattere lo stigma sulla salute mentale, mostrando una maggiore predisposizione al confronto. “Non abbiate paura di parlare di morte, di chiedere, di informarvi”, ha concluso la Dott.ssa Di Napoli.

DATA DI PUBBLICAZIONE

12.09.2025

CONDIVIDI LA NOTIZIA