Ricambio generazionale, De Zordo: “Entro il 2040 mancheranno 30mila lavoratori”
Al termine di questo primo anno di mandato alla guida dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino, il presidente Andrea De Zordo, ampiamente intervistato dai quotidiani locali nella giornata di oggi 19 dicembre, ha evidenziato come il settore artigiano stia reggendo nonostante le difficoltà economiche, ma con grandi sfide all’orizzonte.
Tra le principali preoccupazioni c’è la mancanza di ricambio generazionale: entro il 2040 potrebbero mancare più di 30 mila lavoratori, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’intero comparto. L’edilizia, che rappresenta il cuore dell’artigianato trentino, ha mostrato una tenuta sorprendente anche dopo la fine dei bonus, ma per crescere serviranno interventi come il PNRR e la direttiva europea sulla riqualificazione edilizia. Altri settori, come quello del legno, stanno affrontando difficoltà legate alla scarsità di materia prima, mentre il benessere e la moda si confermano in forte crescita, trainati dalla ripresa post-Covid.
De Zordo ha sottolineato poi l’importanza di affrontare il tema della manodopera, con un’età media degli artigiani superiore ai 50 anni e un calo demografico che rende il ricambio generazionale un problema urgente. Si guarda anche all’estero per trovare nuove risorse, ma è essenziale investire nella formazione tecnica per avvicinare i giovani alle professioni artigiane. Tra le altre priorità ci sono la sicurezza sul lavoro, con un piano di sensibilizzazione contro gli incidenti, e la vigilanza contro le infiltrazioni mafiose e l’usura, fenomeni che potrebbero minacciare il tessuto economico locale. Anche l’intelligenza artificiale viene vista come un’opportunità per semplificare le pratiche burocratiche, lasciando agli artigiani più tempo per il loro lavoro manuale. Infine, cresce l’imprenditoria femminile, in particolare nei settori innovativi come il benessere, che va sostenuta con politiche a favore della conciliazione tra lavoro e famiglia.
Il problema della mancanza di ricambio generazionale è gravissimo. Se non riusciamo a invertire questa tendenza, rischiamo di perdere professionalità e know-how che sono fondamentali per il nostro settore. Entro il 2040, in Trentino mancheranno più di 30 mila lavoratori, ovvero praticamente l’intero comparto dell’artigianato. È una prospettiva che ci deve far riflettere: senza nuove leve, il nostro patrimonio di competenze, costruito in decenni di esperienza, rischia di andare disperso. Dobbiamo lavorare per attrarre i giovani verso le professioni artigiane, spiegando quanto siano uniche e insostituibili, ma anche affrontare il tema del calo demografico e, se necessario, aprirci alla manodopera estera.