Salone Amica: trent’anni di coraggio e dedizione
di Maurizio Defant, responsabile territoriale Vallagarina
Un riconoscimento che va ben oltre la semplice longevità imprenditoriale. Giovedì 15 maggio, nel cuore di vicolo Parolari, Barbara Tomasoni, presidente della Vallagarina dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino, e Maurizio Defant, responsabile territoriale, hanno consegnato una targa di riconoscimento ad Assunta D’Amico, titolare del Salone Amica, per i suoi 30 anni di attività nel quartiere.
Un traguardo importante, raggiunto in un contesto tutt’altro che semplice. Vicolo Parolari a Rovereto è stato per lungo tempo una zona critica della città, segnata da episodi di degrado, spaccio e insicurezza. Eppure, proprio qui, D’Amico ha saputo resistere, portando avanti con determinazione e professionalità la sua attività di parrucchiera, diventando un punto di riferimento per residenti e clienti affezionati.
Questa targa – ha spiegato Barbara Tomasoni – non premia solo un’impresa longeva, ma soprattutto il valore umano di un’artigiana che ha saputo restare, presidiare, resistere. Gli artigiani come Assunta sono vere e proprie sentinelle del territorio: la loro presenza dà sicurezza, crea comunità e rappresenta un presidio quotidiano contro l’abbandono e il degrado.
Il Salone Amica, aperto da Assunta D’Amico nel 1994 insieme all’allora socia Maria Domenica Rossaro, è diventato nel tempo un simbolo silenzioso di resilienza. In trent’anni, mentre intorno molte serrande si abbassavano, Assunta non ha mai smesso di aprire la sua porta, affrontando ogni sfida con coraggio:
Ci sono stati momenti duri, molta paura per l’incolumità mia e delle mie dipendenti – racconta – ma ho sempre creduto nel mio lavoro e nel legame con i miei clienti. Questo riconoscimento mi dà nuova forza.
La storia del Salone Amica rappresenta un esempio concreto di cosa significhi essere artigiani oggi: non si tratta solo di offrire un servizio, ma di costruire ogni giorno un rapporto di fiducia con la città. Assunta è riuscita a farlo anche quando sarebbe stato più facile mollare. Sempre con entusiasmo, positività e ottimismo, perché – dice – solo così si riesce a fidelizzare e incentivare la clientela a tornare.
La cerimonia di consegna, alla presenza delle tre collaboratrici Marzia, Sanela e Sara si è trasformata in un momento di vicinanza e gratitudine da parte della comunità artigiana, che ha voluto ribadire l’importanza di tutelare e sostenere chi sceglie di restare nei quartieri più difficili, contribuendo al loro riscatto attraverso la quotidianità del lavoro.
Il coraggio silenzioso di Assunta D’Amico oggi brilla come un esempio per tutta Rovereto.