Segatta: “Positivo l’andamento delle imprese artigiane trentine ma non mancano le difficoltà”

In un’intervista rilasciata ieri, 1 agosto, al quotidiano L’Adige sulla situazione economica del nostro Paese, il presidente dell’Associazione Artigiani, Marco Segatta, nonostante la precarietà dell’economia italiana, ha tracciato un quadro positivo della realtà delle imprese artigiane in provincia di Trento.

 

Dopo un decennio di discesa – ha sottolineato – abbiamo invertito la rotta con un incremento del fatturato del 37% per cento rispetto al 2019.

Ovviamente il dato va letto tenendo conto del forte aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che, incidendo fortemente sul prezzo finale, hanno contribuito a questo aumento a due cifre. I settori che hanno visto un incremento più marcato – l’edilizia (con una crescita del fatturato pari al 64 %), l’impiantistica (82%) e il legno (66%) – sono stati sicuramente favoriti dal superbonus. Tuttavia il Presidente ritiene che questi risultati non siano solo l’effetto della spinta dell’agevolazione e che le imprese potranno continuare a crescere, grazie anche al PNRR che, diversamente da quanto in molti pensano, direttamente o indirettamente offrirà opportunità anche alle imprese meno strutturate.

I dati positivi sono confermati anche dall’andamento della meccanica, settore in cui il fatturato è cresciuto del 43% e dall’aumento del numero di addetti nell’artigianato, che è salito di 150 unità, arrivando alla cifra totale di 31.204 alla fine del primo trimestre di quest’anno.

Nonostante questo scenario, Segatta è ben consapevole che

anche se per il momento è possibile affermare che le imprese artigiane in provincia di Trento non soffrono la recessione, qualche difficoltà non manca.

L’accesso al credito può rappresentare un problema per le realtà meno solide, soprattutto ora, a fronte dell’aumento del costo del denaro.

Il nostro vero cruccio, però, è il problema della manodopera, che sta mettendo in difficoltà molte imprese. Impiantistica, edilizia e trasporti soffrono in modo particolare la mancanza di lavoratori e per il momento i percorsi avviati dall’Associazione in collaborazione con l’Agenzia del Lavoro e con le scuole professionali per supplire a questo problema, non hanno portato i risultati sperati, complice soprattutto il basso tasso di disoccupazione.

Se da un lato i dati sono incoraggianti e si può guardare al futuro con una certa fiducia, rimane la forte preoccupazione rispetto al ricambio generazionale, al quale, con l’età media degli artigiani che si aggira ormai intorno ai 50 anni, va trovata quanto prima una soluzione.

DATA DI PUBBLICAZIONE

02.08.2023

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