Superbonus, 100 milioni di crediti incagliati, Berardi: “In Trentino casi gravi”

Nonostante i casi in Trentino siano minori rispetto al panorama nazionale, anche sul nostro territorio stanno pesando i 100 milioni di euro di crediti incagliati relativi al Superbonus: una situazione che sta comportando “Casi gravi, anche se da noi il blocco dei crediti è una situazione meno generalizzata”, ha spiegato Nicola Berardi, direttore generale dell’Associazione Artigiani Trentino.

In provincia infatti si stimano un migliaio di aziende alle prese con questo “meccanismo inceppato”, che tuttavia non riguarda solo grandi aziende ma anche piccoli artigiani in subappalto, mai pagati per i lavori svolti. E con il rincaro dei costi energetici e delle materie prime, le difficoltà si stanno accentuando non poco.

La recente intervista rilasciata dal direttore generale Berardi al quotidiano locale il T, rappresenta l’ennesimo grido d’allarme da parte non solo della nostra rappresentanza, ma anche della categoria dell’edilizia e da Confartigianato, che negli ultimi mesi hanno sottolineato più volte le difficoltà inerenti la questione dei crediti incagliati e bloccati legati al Superbonus, di fatto inutilizzabili.

Il vantaggio in Trentino, ha spiegato però il direttore Berardi, è stato il confronto avuto dalle ditte con i nostri esperti di Trentino Imprese: un passaggio fondamentale per molte aziende, soprattutto le più piccole, che, informate degli elevati rischi, hanno fortunatamente evitato di restare coinvolte in questa difficile situazione.

 

Ma per quale motivo si è verificato questo blocco dei crediti?

Presto detto: “L’azienda fa lo sconto in fattura ai committenti, acquistando così il credito fiscale da cedere alla banca, che lo acquisisce e liquida l’azienda. – ha aggiunto Berardi. – Il problema è che, da qualche tempo, le banche hanno “chiuso i rubinetti” a seguito delle normative nazionali che si sono via via susseguite e ora la situazione è completamente ferma”.

A livello nazionale si sta spingendo per modificare la norma: l’idea potrebbe essere quella di una sorta di compratore in ultima istanza. Se pensiamo al Trentino,
i casi sono minori rispetto al resto d’Italia, tuttavia qualcuno c’è ed è anche grave. Ad esempio, un’azienda ha 770 mila euro di crediti fiscali che nessuno compra ed è in seria difficoltà, mentre una realtà consortile del territorio provinciale, che faceva sconto in fattura e cedeva il credito alla municipalizzata locale, si è trovata con un milione e mezzo di crediti bloccati in quanto quest’ultima, non avendo ora alcuna garanzia sul futuro delle concessioni idroelettriche, non acquista più alcun credito e ha di fatto chiuso i rubinetti.

Nicola Berardi

Direttore generale Associazione Artigiani Trentino
Intervista sul quotidiano il T (13 dicembre 2022)

 

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DATA DI PUBBLICAZIONE

13.12.2022

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