Transizione 5.0, un incentivo alla formazione: domande dal 7 agosto
Il piano Transizione 5.0 ha riattivato l’interesse delle imprese per gli investimenti in formazione. Prevede infatti la possibilità di ottenere un credito d’imposta anche per le spese di formazione, ma entro il limite del 10% degli investimenti incentivati in beni strumentali e impianti per l’autoproduzione di energia rinnovabile destinata all’autoconsumo, e comunque non oltre i 300mila euro.
Spese ammissibili
In particolare, saranno ammissibili le spese per la formazione del personale, purché:
- erogata da enti esterni all’azienda;
- con percorsi di almeno 12 ore, anche a distanza;
- che includano obbligatoriamente un esame finale con attestazione dei risultati.
Le categorie dei formatori
I formatori possono appartenere a sette diverse categorie:
- soggetti accreditati presso la Regione o Provincia autonoma dove si trova l’impresa;
- università pubbliche e private ed enti di ricerca pubblici;
- soggetti accreditati presso i fondi interprofessionali secondo il regolamento CE 68/01;
- soggetti con certificazione di qualità Uni En ISO 9001 settore EA 37;
- Competence center;
- European digital innovation hub;
- Istituti tecnologici superiori.
Transizione ecologica e digitale: i moduli
I percorsi formativi devono includere specifici moduli.
Per la transizione ecologica, i moduli coprono:
- integrazione delle politiche energetiche nella strategia aziendale;
- tecnologie per la gestione energetica;
- analisi tecnico-economiche per l’efficienza energetica;
- impiantistica e fonti rinnovabili; manutenzione impianti;
- gestione energetica delle strutture;
- efficienza e risparmio energetico;
- simulazioni energetiche;
- efficientamento dei sistemi impiantistici;
- progettazione di misure energetiche passive;
- installazione di impianti di autoproduzione da fonti rinnovabili;
- gestione dell’energia e cooperazione con gli stakeholders.
Per la transizione digitale, i moduli includono:
- integrazione digitale dei processi aziendali;
- cybersecurity;
- business data analytics;
- intelligenza artificiale e machine learning;
- robotica avanzata;
- manifattura additiva;
- realtà virtuale e aumentata;
- simulazioni e sistemi cyber-fisici;
- internet delle cose;
- cloud e fog computing;
- interfaccia uomo-macchina; b
- lockchain.
In entrambi i casi, i primi quattro moduli di ciascuna lista sono considerati prioritari, e l’impresa deve completare almeno uno di questi con un modulo di quattro o più ore.
Spese ammissibili
Le spese ammissibili si suddividono in quattro categorie.
Oltre ai costi dei formatori, sono inclusi i costi operativi legati alla formazione del personale dipendente, dei titolari d’impresa e dei soci lavoratori, direttamente connessi al progetto formativo (comprese spese di viaggio e materiali correlati).
Inoltre, sono considerati ammissibili i costi per consulenze legate alla formazione, le spese per il personale, titolari e soci lavoratori che partecipano alla formazione e le spese generali indirette per le ore dedicate alla formazione.
Le spese per il personale dipendente sono ammissibili limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o giornate di formazione, che include retribuzioni, contributi, ferie, permessi, indennità di trasferta e altri oneri accessori.
Le spese relative ai titolari di impresa e ai soci lavoratori sono ammissibili in proporzione al costo aziendale medio riferito alle ore o giornate di formazione dei dipendenti coinvolti come “allievi” nei progetti di innovazione formativa.
L’intervento di Confartigianato, Granelli: “Così si rilanciano gli investimenti“
Transizione 5.0, accesso al credito, carenza di personale: sono i temi affrontati oggi dal Presidente di Confartigianato Marco Granelli durante il suo intervento al programma di La7 ‘Coffee Break’.
Granelli ha sottolineato l’importanza degli incentivi del Piano Transizione 5.0 che dal 7 agosto possono essere prenotati dalle imprese sulla piattaforma informatica del GSE. “Si tratta – ha detto Granelli – di una misura molto attesa per il rilancio degli investimenti delle imprese nelle transizioni green e digitale. Il rischio da evitare è ‘l’effetto burocrazia’, vale a dire il carico di adempimenti imposto alle imprese per accedere agli incentivi. Contiamo sulla capacità amministrativa di gestire al meglio il meccanismo di prenotazione delle risorse senza complicare la vita degli imprenditori”.
Gli incentivi sono ancora più determinanti a fronte della stretta monetaria che per le piccole imprese italiane si è tradotta in una forte diminuzione dei prestiti bancari (-8,1%) e in una crescita del costo del denaro, pari a 8,9 miliardi di euro di maggiori oneri finanziari.
Alla difficoltà di reperire risorse si aggiunge il problema di trovare personale. Il Presidente di Confartigianato ha ribadito: “Il lavoro c’è, mancano i lavoratori. E’ il paradosso che oggi sta diventando una vera emergenza per i nostri imprenditori e per tutto il Paese, per il futuro del made in Italy. Nel 2023, su 5,5 milioni di lavoratori necessari alle aziende, 2,5 milioni sono stati difficili da reperire. Per le imprese artigiane su 521mila lavoratori da assumere, 287mila sono risultati irreperibili. Serve un’adeguata politica formativa. Bisogna cambiare e migliorare il rapporto tra il mondo della scuola e quello del lavoro, rilanciando l’istruzione tecnica e professionale, l’alternanza scuola lavoro e l’apprendistato duale e professionalizzante. Le imprese artigiane sono una ‘palestra’ d’eccellenza nella quale i giovani possono acquisire le conoscenze e le abilità necessarie a svolgere un lavoro gratificante, sempre più innovativo, al passo con le nuove sfide tecnologiche, e possono costruirsi un futuro scommettendo sulle loro passioni e inclinazioni”.