Boninsegna: le sfide delle imprese in Primiero

È un vero e proprio dibattito quello che si è aperto in seguito alla nota con cui Alberto Boninsegna, presidente territoriale del Primiero dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino, denunciava le principali problematiche che stanno mettendo a dura prova gli imprenditori locali, quali la carenza di lavoratori giovani, il forte sbilanciamento tra offerte di lavoro pubbliche e private e la scarsità di nuovi iscritti all’Enaip Primiero.

Quello della mancanza di manodopera è un problema ormai diffuso praticamente in tutti i settori. Ma ciò su cui ha posto l’accento Boninsegna riguarda il fatto che molte realtà pubbliche, quali i Comuni, la Comunità di Valle, e i vari servizi provinciali, attraggono i lavoratori locali offrendo condizioni di lavoro più stabili e orari più flessibili rispetto al settore privato.

Quando viene indetto un concorso pubblico noi imprenditori perdiamo un numero di risorse importante – ha spiegato Boninsegna – . Sappiamo che è inevitabile, ma secondo l’ufficio paghe della nostra associazione negli ultimi tre anni, il 20% delle persone che hanno lasciato le imprese ha deciso di spostarsi verso un posto di lavoro nel settore pubblico. Indicativamente, si tratta di una trentina di persone. Ciò da cui sono attirati non è tanto il salario, ma la maggiore stabilità e il tempo libero offerto da questi impieghi. Si potrebbe però trovare un metodo di compensazione: il costo della formazione ricevuta da un dipendente potrebbe essere rimborsato da parte dell’ente che lo assume. Come associazione, vorremmo proporre una sorta di tessera del dipendente che possa tracciare in modo dettagliato la formazione ricevuta dai lavoratori.

Ad aggravare la situazione locale si aggiunge il fatto che, per il secondo anno consecutivo, l’Enaip Primiero rischia di non avviare il percorso formativo dedicato agli artigiani a causa della mancanza di studenti. Roberto Pradel, presidente della Comunità di Valle, contribuendo al dibattito sulle pagine del quotidiano Il T, ha sottolineato come la questione principale risieda nei numeri limitati del Primiero.

È naturale che il settore pubblico possa attirare le professionalità dal privato, spesso offrendo condizioni lavorative migliori. Tuttavia, vivere in una piccola comunità implica che le persone tendano a spostarsi frequentemente. Le osservazioni di Boninsegna sono corrette e i problemi dell’artigianato sono reali – ha osservato – ma i servizi pubblici rimangono indispensabili e non devono essere visti come avversari del settore privato. Ridurre il divario sindacale tra pubblico e privato non è semplice e richiede interventi a livello nazionale e provinciale per valorizzare le imprese e il welfare lavorativo.

Pradel ha inoltre evidenziato come la diminuzione delle nascite stia avendo un impatto diretto sulla capacità attrattiva del territorio. “L’anno scorso, il Primiero ha registrato solo 58 nuovi nati”, un numero che influenza negativamente anche le iscrizioni scolastiche e, di conseguenza, la disponibilità di nuova manodopera. Questa situazione si riflette nelle difficoltà dell’Enaip Primiero, che rischia di non poter avviare i corsi di formazione per mancanza di iscritti.

Fausto Eccher, dirigente dell’Enaip, ha spiegato come, nonostante gli aggiornamenti alle attrezzature e le campagne di orientamento, negli ultimi anni il numero di studenti sia drasticamente diminuito.

Negli ultimi anni abbiamo fatto una serie di aggiornamenti alle attrezzature e alla formazione per rendere la scuola più attrattiva, e abbiamo fatto anche un’intensa campagna di orientamento sui social. Purtroppo, il calo demografico è importante. Una decina di anni fa dalle medie uscivano circa 120 studenti all’anno: adesso arrivano a malapena a 60.

Ma se il calo della natalità incide sicuramente in modo significativo, non si può non tener conto del fatto che i centri professionali di Borgo e Sedico hanno visto una crescita del 23% nelle iscrizioni. Ciò che serve, secondo Boninsegna, è una collaborazione tra i diversi istituti per creare percorsi formativi condivisi e migliorarne l’attrattività.

Siamo sconcertati – ha commentato Boninsegna sulle pagine del L’ Adige – andiamo a perdere i corsi professionali nati nel 1974, che hanno formato decine di artigiani. Non si può pensare di andare a pescare tra coloro che non vengono ammessi all’anno successivo in altre scuole. Se invece si è deciso di proseguire solo con l’indirizzo alberghiero, allora va bene continuare su questa strada, in futuro non dovremmo chiederci però perché non si trovano artigiani.

Un altro aspetto che grava in modo significativo sulla difficoltà del reperire il personale, come evidenziato da Boninsegna, riguarda il costo delle abitazioni. Quanto più una località è quotata a livello turistico, tanto più diventa difficile trovare affitti e alloggi a prezzi accessibili, e di conseguenza diventa difficile attrarre e trattenere giovani lavoratori e famiglie.

Intanto – ha spiegato Pradel – siamo riusciti a fare delle agevolazioni per chi vuole venire in Primiero a lavorare come medico o guardia medica.  Ma oltre a questo è difficile trovare delle soluzioni come realtà locali: sarebbero necessari dei sostegni provinciali all’acquisto e alla ristrutturazione.

Diverse, secondo Boninsegna, le possibili soluzioni. Oltre alla collaborazione tra istituti scolastici, sebbene il pubblico non sia un nemico del privato, è necessario migliorare il gap sindacale tra i due settori attraverso politiche nazionali e provinciali che valorizzino il welfare lavorativo e le imprese. A questi interventi andrebbero aggiunte politiche locali che facilitino l’accesso agli alloggi per i lavoratori, come progetti di social housing e studentati. Interventi per cui la Provincia sta mettendo in campo una serie di risorse.

 

Sotto gli articoli dedicati a questo argomento da Il T, il 6 e il 7 luglio, e da L’ Adige , il 9 luglio 2024.

 

 

 

 

 

 

 

 

DATA DI PUBBLICAZIONE

08.07.2024

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