L’artigianato trentino in TV a GEO

L’artigianato trentino nella storica trasmissione televisiva GEO. Nella puntata del 3 maggio 2021, alcuni dei nostri associati hanno avuto la straordinaria occasione di raccontarsi, dato che il programma si è concentrato anche sul nostro territorio e sulle attività tipiche che lo caratterizzano.

Il primo a prendere la parola è stato Andrea Navarini della ditta artigiana Navarini Rame, un ragazzo classe 1992 (delegato anche del nostro Gruppo Giovani) che attualmente lavora nell’attività di famiglia e porta avanti una tradizione millenaria: quella della lavorazione e trasformazione del rame, materiale senza tempo.

Poi Michele Casatta, che dopo l’esperienza come meccanico alla Moser Cicli ha colto l’occasione per rilevare l’attività insieme alla sorella Daniela, mantenendo viva la tradizione di Flavio (il precedente proprietario) e dedicandosi con passione alla professione.

Infine, Fabio Vettori ha ripercorso la storia delle sue celebri formichine, rappresentazione divertente dei cittadini trentini, ma dietro ogni raffigurazione ci sono artigianalitàcura per i dettagli e soprattutto una grande attenzione.

 

I nostri protagonisti a Geo

Vi riportiamo dunque le parole degli artigiani trentini intervenuti a Geo raccontando la loro storia:

Andrea Navarini e la lavorazione del rame

Tra gli oggetti particolari che abbiamo in collezione ci sono i porta cote, che servivano per portare la pietra e per affilare la falce.  Mio nonno ha collezionato sia in legno, dipinti a mano, ma soprattutto in rame, tutti quelli che ha trovato. Sono un oggetto che rispecchia molto la nostra tradizione passata ma ancora estremamente affascinante.
Lavoro molto con mio zio, specialmente per tutto quello che riguarda l’assemblaggio delle pentole, il controllo della qualità dei prodotti, la lucidatura e tutte le parti di cesello e assemblaggio dei nostri prodotti.
Il rame è un metallo estremamente duttile, lavorabile, ma incredibilmente duraturo. Ci sono arrivati ai giorni nostri reperti degli Etruschi, è un metallo infinitamente rigenerabile, non esiste “rifiuto di rame”. Di tutto quello che cade, che si sbriciola, i ritagli vengono fusi ed entrano nuovamente nel ciclo produttivo, divenendo un nuovo prodotto.
La stagnatura è uno dei tratti più caratteristici del nostro lavoro, essenzialmente perchè utilizziamo la tecnica tradizionale con stagno in purezza del 100%, che viene sciolto nella pentola a mano e viene poi spalmato su tutta la superficie. Poi, quando l’artigiano, mio padre il più delle volte, ritiene di aver raggiunto la stagntura ideale, blocca il lavoro tramite shock termico con dell’acqua a temperatura ambiente.
Il Trentino è sempre stata una terra dove la lavorazione del rame era tipica: siamo fondatori dell’Associazione Trentino Rame, per tutelare quello che è il nostro lavoro e soprattutto la qualità. Passione che si rivede anche in una casa che è bottega ed è museo, il più grande d’Europa, con più di tremila pezzi.

 

Andrea Navarini al lavoro nella ditta di famiglia: la casa in cui svolge il suo lavoro è anche un museo, con i più diversi oggetti storici collezionati dal nonno

Dopo 3 anni come meccanico nell’officina, Michele Casatta ha rilevato l’attività storica di Flavio insieme alla sorella Daniela

Michele Casatta: prima meccanico, ora gestisce la Moser Cicli

Trento è una città veramente splendida: è piccolina, ci si può muovere in bici. Faccio la cosa più bella, che è sempre stata la mia vocazione naturale e spontanea, forse perchè rompevo tante biciclette quando ero bambino… ma proprio questo mi ha dato l’idea che si potesse fare! Così un giorno sono venuto qua e ho chiesto a Flavio, il proprietario, se ci fosse possibilità di dargli una mano e di fare qualche lavoretto. Mi ha risposto che entro un mese non avrebbe più avuto il meccanico e che, di fatto, la porta per me era aperta. Così è iniziato tutto, ma dopo 3 anni Flavio mi ha detto che avrebbe lasciato a breve. Mi sono chiesto cosa potessi fare, ma avevo il sogno di creare il mio spazio. Lavorare con le bici aiuta a sfogarsi: è un lavoro fisico, stringi i bulloni, usi il martello… tanti miei amici mi dicono “Non ti ho mai visto arrabbiato”, ma perchè sfogo tutto in officina. Ad aggiustare le bici tutto è bello: anche aggiustare una ruota è rilassante e ti da soddisfazione. Ma quando mi trovo davanti una ruota vecchia, con raggi e viti arrugginite, so già che sarà un lavoro molto impegnativo. Lo paragono ad accordare uno strumento, perchè tutto deve essere in equilibrio fin quando la ruota non è dritta. Servono occhi, orecchie e soprattutto passione. Il bello di lavorare qui è che hai a che fare con tutti, dal ragazzo al nonno, fino alla famiglia. Mi piace parlare con la gente e scambiare esperienze, si impara sempre qualcosa. C’è sempre da imparare, non bisogna mai smettere di essere curiosi.

Fabio Vettori e le sue storiche formiche trentine

Le formiche nascono tanti anni fa sui banchi di scuola, quando dovevo stare attento alle lezioni ma purtroppo mi scappava la penna, che all’epoca era una matita. Ora sono passato ad uno strumento che mi consente di fare un tratto sottile che però mi piace molto. La mia è un’interpretazione della nostra società: chiaramente mi piace più osservare gli uomini delle formiche, anche se disegno tutti gli uomini come se lo fossero. Se osserviamo dall’alto Trento ci accorgiamo proprio che le persone sembrano piccole formichine che fanno molte cose e si muovono velocemente. Danno l’idea della laboriosità, del lavorare tutti insieme: al giorno d’oggi tendiamo ad essere disgregati, mentre le formiche si aiutano l’una con l’altra. Hanno poi l’allegria e la simpatia di noi umani. Vivo in una zona di Trento da dove partivano tutte le roggie, quindi ho pensato di cominciare da qui e far salire le formiche dal basso, facendo fare loro dei percorsi particolari. Ho iniziato a lavorare tantissimi anni fa da solo, ma da 10 anni mi da una mano mio figilio Alessandro che cura tutta la parte web, poi c’è Lorena che colora al computer tutti i disegni che faccio. Ci vuole creatività, ma soprattutto l’artigianalità, l’attenzione, la costanza in un lavoro che prosegue dal mattino fino alla sera.

Fabio Vettori è ormai un simbolo della nostra città, con le sue formiche che, negli anni, sono state disegnate praticamente ovunque

 

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DATA DI PUBBLICAZIONE

05.05.2021

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REFERENTE

Ileana Sontacchi
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