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News

02.10.2014

Ancora sull’abusuvismo!

Confartigianato ribadisce l'appello contro l'abusivismo! Quello del benessere è uno dei pochi settori che ha resistito alla crisi. Infatti, a fronte di una contrazione della spesa nei settori dei beni essenziali, si registra una crescente attenzione dei consumatori alla conservazione della salute, al benessere e alla migliore qualità della vita anche attraverso la cura della persona. Da un’indagine GFK Eurisko, è emerso un profilo di clientela che cura con particolare attenzione il proprio aspetto con una sana alimentazione, l’esercizio fisico e la frequentazione sistematica di centri estetici e saloni di acconciatura e che pone il rapporto di fiducia con il professionista al primo posto, seguito a ruota dai valori di professionalità ed esperienza. Ma, insieme a questi nuovi consumatori, resiste una fascia di clientela che sceglie esclusivamente in base al costo della prestazione, a scapito della qualità del servizio. Risultato: da un lato cresce il fenomeno del “fai da te”, spesso rischioso soprattutto quando riguarda trattamenti che prevedono l’utilizzo di prodotti e/o apparecchiature ad uso professionale, dall’altro aumentano le attività abusive da parte di soggetti non professionalmente qualificati, che operano al di fuori della legalità con prezzi notevolmente al di sotto di quelli praticati nell’ambito del mercato regolare. Mentre a livello europeo si lavora per definire standard di prestazioni elevate nel settore del benessere, nel nostro Paese si registra una percentuale di abusivismo che sfiora il 40%, con punte maggiormente elevate nelle grandi città. Pesanti le ripercussioni sulla salute e sicurezza del consumatore e i danni sia per le imprese del settore benessere sia per l'economia del Paese. Confartigianato Benessere ha promosso numerose campagne informative per promuovere servizi di qualità e per combattere il fenomeno dell’abusivismo grazie alla collaborazione delle autorità. Ma l’abusivismo è duro a morire. Confartigianato ribadisce l’appello alle Istituzioni affinchè sostengano gli operatori regolari attraverso l’adeguamento delle normative di settore e dei Regolamenti regionali e comunali, lo snellimento burocratico, la diminuzione della pressione fiscale, l’intensificazione dei controlli e l’applicazione delle sanzioni, l’organizzazione di campagne istituzionali di sensibilizzazione dell’utenza nei confronti dei gravi rischi derivanti da trattamenti effettuati da soggetti non qualificati, con applicazione di prodotti di dubbia qualità ed in locali privi dei prescritti requisiti di igiene e sicurezza. Riferimento per la notizia: Read more

01.10.2014

La Concessionaria Dorigoni ha accolto il IV° anno di Tecnico Riparatore di veicoli a motore

Il 1° ottobre scorso è iniziato il corso del IV anno di diploma professionale per Tecnici Riparatori di veicoli a motore del CFP Enaip di Villazzano. Si è trattato di un inizio speciale però, in quanto è avvenuto presso la sede della Concessionaria Dorigoni di Trento. Ad accogliere gli studenti in azienda sono stati Michele Dorigoni (titolare) e Michele Franceschini (Service Manager), i quali hanno fatto una panoramica di ciò che risulta fondamentale per offrire servizi qualificati, mantenere la fiducia del cliente e distinguersi. Diego Freo, Direttore del CFP Enaip di Villazzano, ha voluto precisare l’importanza di questa tipologia di corsi ormai consolidati nel tempo e che, per quanto riguarda la progettazione, sono il frutto di un accordo di collaborazione con la patnership delle più importanti associazioni di categoria della provincia di Trento e delle più significative realtà aziendali sul territorio. In seguito, sono intervenuti una serie dei rappresentanti della partnership di progetto. Tra quest'ultimi anche il presidente Roberto De Laurentis che ha voluto incoraggiare i ragazzi a darsi degli obiettivi alti per poi riuscire ad inserirsi nel mondo del lavoro che è sempre più selettivo e complesso. Il Coordinatore del percorso formativo del CFP, Dario Pedrotti, ha poi presentato agli allievi il calendario delle attività previste per l’anno formativo, le caratteristiche più significative delle finalità generali e dei risultati dell’apprendimento, il processo di lavoro caratterizzante la figura professionale di Tecnico. Nel corso della mattinata inoltre, sono state comunicate le aziende che hanno dato la loro disponibilità ad ospitare i ragazzi per lo svolgimento della formazione aziendale e gli abbinamenti allievi-azienda/e. Infine, è seguita la visita ai vari reparti aziendali soffermandosi sulle caratteristiche e ruoli dei protagonisti impiegati nelle varie funzioni. Read more

30.09.2014

IVA e crisi d’impresa: un salvataggio dalla Cassazione!

Il mancato versamento di iva (regolarmente dichiarata) per un importo annuo superiore a 50.000€ espone l’imprenditore non solo al recupero coattivo della somma ma anche ad un procedimento penale. In genere non si tratta di evasione ma di mancato versamento nel senso che il contribuente dichiara il proprio debito nella dichiarazione annuale ma non riesce a farvi fronte. La Cassazione con una recente sentenza ha ritenuto che in casi particolari l’imprenditore possa non essere condannato. “In caso di crisi finanziaria, non scatta la condanna per l’omesso versamento dell’Iva quando l’imprenditore è stato assolutamente impossibilitato a pagarla e non ha privilegiato gli altri creditori rispetto al fisco”. Questo è quanto ha affermato dalla Corte di Cassazione nella recente sentenza n. 37301 del 9 settembre 2014. L’imputato aveva espressamente dimostrato l'assoluta irreperibilità di risorse economiche cercando di ripianare i debiti contratti, dapprima, con risorse di altre società e, poi, impiegando denaro di sua personale disponibilità e aveva, altresì, rilevato che il debito Iva non era l'unico che la società aveva nei confronti dell'Erario, ma era l'unico rimasto insoluto: a fronte di una tale tesi difensiva, che tendeva, evidentemente, a escludere l'intento di privilegiare altre classi di creditori piuttosto che il fisco. La Cassazione, dunque, prendendo atto della crisi finanziaria, afferma che non è perseguibile penalmente l’imprenditore che abbia omesso il versamento dell’Iva a causa di una grave crisi di liquidità determinata da circostanze eccezionali e non prevedibili, ossia da cause indipendenti dalla sua volontà e a lui non addebitabili. Sulla stessa linea la sentenza della Cassazione n. 5467 del 4 febbraio 2014) laddove si afferma che sono ipotizzabili casi in cui è possibile invocare l’assenza di dolo o l’assoluta impossibilità di adempiere all’obbligazione tributaria. A tali fini è tuttavia necessario provare che l’improvvisa crisi economica non sia imputabile all’imprenditore e che la stessa non possa essere fronteggiata tramite il ricorso a idonee misure, anche sfavorevoli per il suo patrimonio personale. Altrettanto rilevante, infine, in materia di esclusione della responsabilità penale per omessi versamenti Iva dovuti a crisi di liquidità, è la sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione n. 15176 del 3 aprile 2014 che ha stabilito che: “Non è punibile per mancato pagamento dell’Iva l’imprenditore che ha una crisi di liquidità dovuta al ritardo nel saldo da parte dei clienti”. Read more

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